I palloncini bianchi per salutare Francesco Del Bianco
Palloncini bianchi in cielo per l’ultimo saluto a Francesco Del Bianco, il 27enne travolto da un trattore mentre era al lavoro a Monte San Giusto. Corridonia oggi si è stretta nel dolore della famiglia del giovane agricoltore, gremita la chiesa dei Santi Pietro, Paolo e Donato in centro storico.
Francesco Del Bianco
In oltre 200 tra amici, conoscenti e parenti non sono voluti mancare all’addio del giovane, che chi l’aveva conosciuto descrive come un ragazzo d’oro, gran lavoratore, un ragazzo d’altri tempi. Amava i campi e il suo lavoro, l’impresa agricola di cui era titolare in contrada Cigliano tra Corridonia e Monte San Giusto. Ed è stato proprio il suo lavoro che alla fine l’ha tradito. Una chiesa di piena di ragazzi, ma non solo, a testimonianza di quanto il giovane fosse amato e stimato da tutta la comunità. Un abbraccio collettivo la mamma Laura, il papà Giovanni, la sorella Valeria, e la fidanzata Rachele, distrutti da questa improvvisa perdita. A celebrare la messa il parroco don Fabio Moretti. All’uscita della bara dalla chiesa gli amici hanno lasciato in area palloncini bianchi, poi il feretro è stato accompagnato verso il cimitero.
(Redazione Cm)
(foto De Marco)
Schiacciato da un trattore, 27enne muore mentre lavora in un campo
R.I.P.
Condoglianze alla famiglia
Angelo
Rip
R. I. P. Bellissimo Angelo
R.I.P. ️
R.I.P.sentite condoglianze alla famiglia
R.I.P..condoglianze alla famiglia
Condoglianze
RIP
Condoglianze
Condoglianze alla famiglia
R.i.p
Condoglianze alla famiglia
R.I.P condoglianze alla Famiglia
Condoglianze
Condoglianze alla famiglia
Che la terra ti sia lieve R.p.i.
Francy eri un'anima bella
RIP
R. I. P. In pace
R. I. P.
Condoglianze
Che Dio vegli su di lui
Rip
RIP
Rip ovunque tu sia
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Credo di avere ascoltato la più vera omelia di don Fabio: se non ci fosse una vita oltre la morte fisica nulla avrebbe valore, perchè non esistono valori degni di questo nome con la morte della materia.
Credo fermamente nella missione sacerdotale per la liberazione vera e reale dell’Uomo. E vedo oggi come una missione sacerdotale per la nostra sopravvivenza psicofisica quella di chi lavora la terra. La Natura è una entità vivente che può vivere e morire. Percepire e soffrire… Un agricoltore, da alcune migliaia d’anni, dai monaci benedettini agli agricoltori di oggi, altro non fanno che essere, come la Chiesa, a loro modo “mater et magistra”. Gli agricoltori curano la terra e la Natura con un spirito di “madre”, ma pure come “maestri” di una scienza evolutasi per millenni, fino alle moderne conoscenze.
In ciò il nostro Francesco è stato un “sacerdote” che ha amato con la conoscenza la sua terra. Mi è stato detto che a scuola andava molto bene: avrebbe potuto continuare gli studi e fare una professione meno faticosa e pericolosa e più redditizia. Invece ha scelto una professione difficile e faticosa per amore della sua Terra. Di fronte alla tragedia ci si chiede: “perchè?” Quale significato ha avuto la perdita di un essere così evoluto? Mentre i suoi amici e le sue amiche lo ricordavano e lo piangevano sconsolati, io percepivo intorno a quella bara in cui era il corpo fisico una “serenità” inspiegabile, molto rara in quelle circostanze. E’ come se egli fosse cosciente della situazione e l’avesse accettata… Forse la Chiesa “Mater et Magistra” dovrebbe rivelare finalmente l’azione misteriosa che il talismano dell’Acqua benedatta e l’Incenso, potenziato dal Sacerdote, fanno su di un defunto, soprattutto quando già cosciente della sua nuova realtà… E’ una fortuna essere un Battezzato e di essere un membro del Corpo Mistico del Cristo, reso visibile come Chiesa Cattolica… Quindi, non esiste “magia” più “alta” di quella realizzata dalla Chiesa Cattolica.