Falliscono i referendum giustizia,
ha votato un maceratese su quattro
E’ il risultato peggiore di sempre

POLITICA - Non passano i 5 quesiti referendari. I comuni al voto per l'elezione del sindaco hanno fatto da traino, ma non è bastato. Per quel che conta, in provincia la maggioranza dei votanti si è espressa con un "sì"

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referendum-2-325x183di Alessandra Pierini

I referendum giustizia, come previsto, non hanno fatto breccia nel “cuore” degli elettori. L’affluenza definitiva al voto è lontanissima dal quorum del 50% più uno richiesto per l’approvazione. Nelle Marche si è fermata al 20%, leggermente meglio in provincia di Macerata dove è arrivata poco sopra il 26%, poco più di uno su quattro tra gli aventi diritto. E non è bastato neanche l’abbinamento con le amministrative per far salire l’asticella. Senza dubbio un fallimento per i cinque quesiti presentati da Lega e Radicali, appoggiati da Italia Viva tanto che i dati registrati sono i peggiori registrati nella storia del referendum in Italia. In provincia di Macerata sono stati poco più di 63mila i cittadini che hanno deciso di recarsi al seggio e votare per i quesiti referendari.
elezioni_tolentino_-8-325x217Un tema, molto tecnico, che avrebbe richiesto un maggiore coinvolgimento, non solo dei cittadini. In provincia di Macerata, ad esempio, abbiamo contato un paio di sparuti dibattiti sul referendum. Non che non ci sia bisogno di una riforma della giustizia, anzi. E’ necessaria. Non è un caso che la ministra Marta Cartabia e i suoi ci stiano lavorando già da tempo e ora, dopo il periodo di limbo, dato proprio dall’attesa del risultato dei referendum, riprenderà probabilmente sulla strada tracciata.
E’ vero che il mancato raggiungimento del quorum rende praticamente vano ogni ulteriore discorso sui risultati ottenuti ma se consideriamo la mancata adesione al voto come “scelta politica” andiamo anche a vedere come hanno votato gli elettori aderenti. In provincia di Macerata, in generale i risultati sono in linea con il dato nazionale.
In particolare i primi due referendum hanno visto, in provincia di Macerata, un risultato molto vicino tra favorevoli e contrari, molto più netto invece il divario per gli altri tre. Riguardo il primo quesito, sull’incandidabilità dopo una condanna, ha votato sì all’abrograzione della legge Severino, ha votato “sì” il 52,72% degli elettori  e “no” il 47,28%.

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Sulla limitazione delle misure cautelari, voto favorevole del 54,73% dei maceratesi, contrario del 45,27%.

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Riguardo la separazione delle funzioni dei magistrati, “sì” per il 73,81% dei votanti, “no” per il 26,19%.

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Per quanto riguarda la presenza di membri laici nei consigli giudiziari, voto favorevole del 70,98% degli aderenti, contrario del 29,02%

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Infine ha votato “sì” il 71,73% per il quesito sulle elezioni dei componenti togati del Csm. “No” del 28,27% dei votanti.

 

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L’analisi dei dati relativi all’affluenza comune per comune evidenziano come i comuni al voto abbiano fatto da traino alzando significativamente il dato. Tanto che, in tutti i comuni al voto per la scelta del sindaco è stato persino raggiunto il quorum per il referendum. Da evidenziare l’affluenza a Tolentino e Corridonia dove il numero dei votanti per i quesiti referendari è addirittura superiore a quello degli elettori per il sindaco. A Civitanova il 50,25% degli elettori si è espresso sui quesiti referendari, a Tolentino il 60,07%, a Corridonia il 53,72%, a Camerino 60,97% e a Valfornace il 71,65%, l’affluenza più alta in provincia. Molto scarsa la presenza alle urne nel capoluogo dove ha votato poco più del 17% degli aventi diritto. fa registrare il minor numero di presenze Loro Piceno con l’affluenza del 14,3%.

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Referendum giustizia, affluenza al 17,33% alle 19

Affluenza in calo: a Civitanova il 51,69%. Tolentino si ferma al 55,69%. Corridonia (52,70%) perde 7 punti

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