Romano Carancini
Futuro del Day Hospital di Oncologia a San Severino. Il consigliere regionale del Pd Romano Carancini interroga la Giunta chiedendo chiarezza sulla vicenda.
«A San Severino e nelle comunità dell’area montana maceratese – si legge in una nota del consigliere – cresce la preoccupazione dei cittadini per il futuro del Day Hospital di Oncologia dopo l’annuncio del collocamento a riposo della dottoressa Benedetta Ferretti a partire dal prossimo 1° maggio. Una preoccupazione che le nebulose rassicurazioni offerte a novembre dall’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini sull’arrivo di un nuovo oncologo non hanno certo dissipato, anzi».
«E’ evidente – spiega Carancini – che la Regione debba dare una risposta rapida ed efficace, considerato che ai malati oncologici vengono fissati appuntamenti con cadenza trimestrale, semestrale o anche annuale, i quali verrebbero oggi calendarizzati per la maggior parte in date successive al pensionamento della dottoressa Ferretti senza che i pazienti sappiano da quale medico verranno presi in carico e se e come cambieranno le modalità di gestione della struttura. Sono comprensibili, dunque, i timori della popolazione, rafforzati peraltro dalla crescente sfiducia nei confronti dell’assessore Saltamartini, che ci ha ormai abituato a una politica di annunci a cui, puntualmente, non riesce mai a dare seguito».
«L’assessore – afferma il consigliere dem – ha il dovere di dire ai cittadini se intende concretizzare gli impegni assunti pubblicamente rispetto al mantenimento della struttura e all’assunzione di un nuovo primario, magari spiegando come sarà gestita la fase di transizione. Una struttura di eccellenza come questa, con un elevato numero di pazienti, molti dei quali anziani e provenienti dalle zone montane, nonché curati e assistiti da personale altamente specializzato, ha bisogno di certezze. Anche perché un suo eventuale depotenziamento sarebbe catastrofico».
Ma l’attenzione di Carancini va anche all’attivazione di una sezione di assistenza domiciliare oncologica a San Severino annunciata sempre a novembre da Saltamartini, di cui la dottoressa Ferretti dovrebbe assumere il coordinamento in modo da garantire una continuità di cura e di vicinanza ai malati oncologici in carico alla struttura, per i quali la stessa Ferretti e la sua équipe rappresentano un punto di riferimento medico e umano.
«Dopo l’annuncio di Saltamartini – sostiene Carancini – non abbiamo saputo più niente. A che punto è la trattativa con l’Istituto Oncologico delle Marche per l’attivazione della sezione di assistenza domiciliare a San Severino? E’ stato proposto alla dottoressa Ferretti l’incarico di coordinatrice del nuovo servizio, come promesso ai cittadini? E, soprattutto, come verrà inquadrata la rimodulazione di questo servizio sanitario di cura e di assistenza domiciliare nella più ampia programmazione regionale alla luce degli adempimenti dettati dalla missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza?».
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La migliore cosa che poteva fare Ceriscioli sarebbe stata di non toccare nulla e interessarsi alla pastorizia, anzi neanche a quella. Cosicché avremmo avuto, oggi, perlomeno quello che c’era prima visto che anche quelli di adesso non sono minimamente interessati all’argomento sanità se non verbalmente e giusto per buttare un po’ di fumo sugli occhi. Ah, l’arrosto, beh quello si sa che fine fa. In una cosa erano sicuramente più capaci i precedenti e come le facevano loro non le farà più nessuno: le inaugurazioni!
Solo a chi fa comodo non capire, non capisce: che, o i cittadini chiudono i poltronifici delle regioni, o le regioni tra non molto chiuderanno tutta la sanità pubblica ai cittadini.
La cosa più saggia da fare sarebbe quella di eliminare le Regioni e di ritornare alle sane ed idonee Province, mediante le quali i problemi delle popolazioni della provincia erano getibili in forma migliore. La Regione si sta dimostrando inutile, dannosa e dispendiosa. Mi sembra che fu una idea della Sinistra quella delle Regioni. Ebbene,la Regione fu una idea farlocca e antidemocratica. Soprattutto nelle Marche, dove a farla da padroni sono Pesaro ed Ancona, seguiti da Ascoli e Fermo, mentre Macerata è il fanalino di coda.