Serie di roghi nell’entroterra,
perizia psichiatrica sul piromane

IN AULA - La difesa ha chiesto di fare il processo con rito abbreviato, condizionandolo ad una consulenza legata alla capacità di intendere e di volere dell'uomo, 33enne, al momento del fatto. Aveva appiccato incendi in cantieri a Castelraimondo, in un pub a Camerino e vicino ad un negozio. In un caso aveva agito a Porto Recanati, appiccando un rogo nell'isola ecologica di un condominio

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Un immagine del piromane in azione a Camerino

di Gianluca Ginella

In una settimana aveva appiccato una serie di incendi, da quelli di camion dei cantieri, a quello di bancali davanti al magazzino di un negozio, ad altri in una officina meccanica e in un capannone, a quello di un’area ecologica di un condominio, ad uno nel bagno di un bar e all’ultimo della serie al pronto soccorso dell’ospedale di Camerino.

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Il 33enne esce dal tribunale dopo l’udienza al gup scortato dai carabinieri

Sotto accusa un elettricista 33enne, che vive a Pioraco, che questa mattina è comparso al tribunale di Macerata tenuto sotto stretta sorveglianza da diversi carabinieri. Il difensore ha chiesto di fare il processo con rito abbreviato, condizionato ad una perizia psichiatrica. Il gup Domenico Potetti questa mattina ha dato l’ok affidando l’incarico a Gianni Giuli. «Dovrà chiarire se fosse in grado di intendere e di volere al momento in cui ha commesso i fatti che gli vengono contestati e se vi sia oggi una pericolosità sociale» spiega l’avvocato Giovanna Sartori, che assiste il 33enne.

L’indagine dei carabinieri, chiamata Cigno nero, era nata il 28 maggio, dall’incendio di un furgone e di un camion a rimorchio a Castelraimondo, in via Ugo Betti. Il 30 maggio, all’1,30, un altro incendio, questa volta il piromane aveva dato fuoco a due carrelli elevatori e a un gruppo elettrogeno di un’officina meccanica, a Gagliole. A mezzanotte e trenta minuti del 31 maggio altro incendio nella stessa officina, appiccato con 5 diversi focolai: erano stati danneggiati un lavaggio auto, un muletto, un motore ausiliario per betoniere e parte della struttura che ospita l’officina con decine di migliaia di euro di danni. Circa un’ora dopo, a 5 chilometri di distanza, un altro incendio, ancora una volta nel cantiere di via Ugo Betti: a prendere fuoco il cappotto termico isolante di polistirolo di una palazzina in costruzione.

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L’avvocato Giovanna Sartori

Il primo giugno, a Camerino, il piromane aveva cambiato modo di operare. La sera di quel giorno, alle 22,30, aveva consuma un cocktail in un pub, era poi andato in bagno e lì aveva appiccato l’ennesimo incendio. Uscito da lì aveva dato fuoco a dei bancali in legno vicino ad un negozio di animali “Amici a 4 zampe”. Ma stavolta una telecamera aveva ripreso la sua azione mettendo i carabinieri sulle sue tracce. Due giorni dopo, il 3 giugno, era tornato a colpire: aveva appiccato le fiamme nel bagno dell’area di servizio 2R in località Carbone di Camerino. Dopo questo incendio i carabinieri sono andati da lui e il 33enne aveva chiesto di essere portato in ospedale per uno screening psichiatrico. Lì in pochi minuti che era rimasto solo nello studio del medico aveva appiccato un altro incendio dopo aver manomesso un quadro elettrico. L’uomo era stato arrestato e messo ai domiciliari. Dalle indagini è poi emerso un ulteriore incendio. L’unico lontano dall’entroterra. Avrebbe causato un incendio al condominio Jet di Porto Recanati (oggi si sono costituiti parte civile i condomini, assistiti dall’avvocato Andrea Bracalente) appiccando il fuoco ad un gruppo di cartoni che erano ammassati all’interno dell’isola ecologica di pertinenza del condominio. Le fiamme si erano poi propagate alla vegetazione (il rogo risale al 29 maggio 2021). Dopo l’arresto il 33enne è stato poi trasferito in una clinica psichiatrica a Maiolati Spontini. La prossima udienza si svolgerà il 20 aprile, oggi è stato affidato l’incarico per fare la consulenza a Gianni Giuli.

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L’incendio in ospedale



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