di Francesca Marsili
Parziale buona notizia per i cento dipendenti dello stabilimento Boost di Tolentino. Dopo molti giorni di apprensione per i lavoratori e le loro famiglie, la società con sede a Bergamo ha comunicato il pagamento della Cassa Integrazione del mese di giugno per tutte le maestranze degli stabilimenti di Tolentino e del bergamasco. «Questo è un importante risultato delle lotte, dei presidi, del coinvolgimento delle istituzioni, dell’esposizione “mediatica” e delle pressioni esercitate dalle scriventi organizzazioni sindacali con le proprie Rsu – si legge nella nota congiunta di Slc-Cgil-Fistel Cisl Marche – . Naturalmente il pagamento di questa mensilità non risolve i problemi di fondo. Non rende più certe le prospettive dell’azienda e non è ancora la condizione di chiarezza dei piani aziendali chiesta a gran voce dal sindacato». Si attende ora che la Boost indichi la situazione reale dell’azienda, quali sono i piani per la ripresa delle attività, elemento essenziale per dare futuro allo stabilimento. «Visto che la nostra preoccupazione non riguardava solo il pagamento della mensilità di giugno, abbiamo chiesto un incontro con la società che si terrà oggi assieme ai nostri colleghi di Cgil e Cisl di Bergamo e le Rsu – annuncia Alessandro Gay segretario generale Fistel Cisl Marche – dovremo cercare di capire come gestire luglio, se ci sarà o meno una ripresa produttiva e se si come dato che l’amministratore delegato dell’azienda Marzio Carrara ha sempre espresso la volontà di continuare. Oltre questo – conclude Gay – dobbiamo sapere se per i circa venti dipendenti andati un prepensionamento -e che quindi non ricevono ancora la pensione – è stata messa in pagamento la prima parte di quota di Tfr e/0 del fondo pensionistico complementare per cui era stato concordato un frazionamento». Le sigle sindacali ribadiscono che oltre ad impegnarsi nel sostenere le condizioni familiari dei lavoratori attraverso i loro Comuni, non molleranno di un millimetro rispetto alle richieste. «Se davvero la proprietà ritiene di essere in grado di esercitare la propria responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori, del proprio territorio e della società tutta, lo faccia ora – dichiarano Slc-Cgil, Fistel-Cisl – metta sul tavolo di confronto, in modo trasparente tutte le difficoltà ed onori i tanti anni di presenza della fabbrica, simbolo di Tolentino, ed il sindacato risponderà all’appello». Alla base della pesante crisi che sta attraversando l’azienda Boost, leader nella produzione di agende, diari e notebook, ci sarebbero problemi di natura finanziaria. Dopo tre giornate di sciopero e presidio indette dai lavoratori dello stabilimento ex Nazareno Gabrielli di Tolentino, una prima boccata di ossigeno è arrivata con il pagamento della cassa integrazione del mese di giugno. Ma il futuro resta incerto non solo riguardo il pagamento della mensilità di luglio che scadrà 10 agosto ma anche e soprattutto sulle intenzioni della società riguardo il sito produttivo di Tolentino che fornisce occupazione a circa cento lavoratori, molti dei quali componenti dello stesso nucleo familiare.
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