di Laura Boccanera
«Pensare a Donatella è pensare a 40 anni di vita vissuta, dai primi momenti istituzionali all’intensa vita politica fino alle grandi esperienze culturali. Il ricordo per le cose fatte è dolce e oggi la notizia della sua scomparsa mi riempie di tristezza, acuita anche dal momento che stiamo vivendo».
Fabio Corvatta, presidente del Centro studi leopardiani
Fabio Corvatta, presidente del Centro studi leopardiani ricorda Donatella Donati, la studiosa e intellettuale recanatese scomparsa questa mattina all’ospedale di Macerata (leggi l’articolo), città in cui viveva da molti anni e dove domani si svolgerà il funerale (alle 15,30 nella chiesa di Santa Croce).
Corvatta ripercorre i contributi che la Donati ha offerto a diversi ambienti della vita culturale e pubblica recanatese e non solo. C’è un filo rosso che unisce la compianta studiosa e intellettuale recanatese e Giacomo Leopardi. Una delle sue pubblicazioni su Cronache Maceratesi racconta la vicenda del falso manoscritto dell’Infinito che stava per essere battuto all’asta, considerata la terza copia autografa esistente. Una storia che divise gli studiosi, appassionò gli intellettuali che ricercarono elementi di raffronto e autenticità, esperti di tutta Italia studiarono quei versi noti a tutti. Ma la prima a chiedere cautela e un confronto di esperti fu proprio la nostra Donatella Donati che in tempi non sospetti scriveva: «Grande cautela nel diffondere notizie di clamorose scoperte del ritrovamento di un altro autografo de L’Infinito».
Una lungimiranza di visione che venne poi confermata da un perito nominato dal giudice: si trattava di una copia. Dopo il parere del perito, e il proscioglimento dei due imputati, Donati, come era nel suo carattere, non ebbe parole di comprensione per quanti (comprese le istituzioni pubbliche) caddero in quel tranello. Una personalità mai doma e sempre pronta quella della Donati che viene ricordata dal presidente del centro studi leopardiani Fabio Corvatta e dalla contessa Olimpia Leopardi. Del centro studi Donatella fu collaboratrice, organizzò i Notturni leopardiani sul Colle dell’Infinito e del poeta recanatese fu appassionata studiosa.
Nella sua triplice veste di preside, politica ed esponente culturale la ricorda Corvatta: «i nostri primi incontri risalgono a 40 anni fa quando io insieme ad un’associazione di genitori con figli portatori di handicap avevamo pensato ad un progetto di inserimento nelle scuole per bambini disabili che poi ho sottoposto come assessore alle scuole. Allora Donatella era preside delle scuole medie e collaborò in maniera proficua all’inserimento scolastico. Erano gli anni ’70 e quella era un’esperienza pionieristica».
La contessa Olimpia Leopardi
Una collaborazione che poi è diventata politica con una frequentazione settimanale nelle sedi di partito, nel Psi e infine culturale quando la studiosa iniziò la sua collaborazione col centro studi: «insieme con lei, con Franco Foschi (di cui era parente, ndr) e con la contessa Anna Leopardi abbiamo scritto alcune pagine storiche della vita culturale di Recanati. Un ricordo su tutti quello del settembre 1999 quando assieme all’allora presidente della Regione Sauro Pigliapoco si arrivò alla firma del contratto per l’acquisto del Monastero e il Colle dell’Infinito divenne di proprietà pubblica, primo atto di tutto ciò che venne dopo». Corvatta ricorda anche la collaborazione con Franco Foschi e la Donati per i Notturni leopardiani e per le iniziative legate al centro mondiale della poesia, al premio Leopardi che assegnò il riconoscimento a Mario Luzi e Arnoldo Foà. Anni di grande fermento culturale di cui Donatella fu protagonista e fautrice. Al cordoglio del centro studi leopardiani si unisce anche la contessa Olimpia Leopardi che la ricorda nelle conversazioni con sua nonna, la contessa Anna: «un baluardo della cultura che se ne va – ha detto la contessa Leopardi – ho ricordo di Donatella Donati fin da quando sono piccola, di lei con mia nonna a cui era legata, come me, da un rapporto di affetto e conoscenza».
Ci ha lasciato Donatella Donati, patrimonio di memoria e conoscenza
Onorata di averla conosciuta, è senza dubbio la persona (e non solo la donna) più intelligente e colta che più nella mia vita si è spesa per me. Porterò sempre nel cuore i pomeriggi passati nel suo studio a parlare della mia tesi e di tutto e di più. Grazie per tutto quello che ci hai lasciato in questo mondo povero. Sentite Condoglianze alla famiglia
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