Le piste di Bolognola stamattina erano pronte per accogliere gli appassionati
di Monia Orazi
E’ rabbia a Bolognola dove una mattinata baciata dal sole, incornicia il quadro perfetto delle piste battute nei giorni scorsi, ma che sono rimaste desolatamente vuote. Oggi sarebbero state pronte per accogliere dopo mesi di stop, gli appassionati da sci. Una piccola stazione sciistica, quella di Bolognola Ski, in cui gli impianti di risalita consistono in una serie di ski lift, la cui capienza di trasporto sarebbe stata limitata al 30 per cento del consentito, dal protocollo predisposto nei giorni scorsi, con cui era stata annunciata la riapertura delle piste da sci. «Queste le nostre piste questa mattina, dopo giorni di lavoro saremmo stata l’unica stazione aperta e con condizioni perfette. Forse qualche volta conviene non fare», ha scritto questa mattina sulla pagina social della stazione sciistica il direttore Francesco Cangiotti.
Emanuela Leli
Amareggiata anche Emanuela Leli, che gestisce il rifugio la Capanna a Bolognola: «Voglio condividere questo momento di rabbia e imbarazzo per quello che è successo domenica sera, il decreto firmato è sintomatico di quello che stiamo vivendo, questa pandemia bastarda, con le varianti, ma è il modo che non è corretto di continuare a dare alle attività lo stop all’ultimo minuto, dopo aver dato dei protocolli per la riapertura, fatto spendere agli imprenditori soldi per potersi adeguare a quanto previsto. Comunque non si può continuare tutti a trattare allo stesso modo. E’ sbagliato veramente, io non ho parole per questo». Emanuela Leli ricorda che la stazione sciistica Bolognola Ski non ha impianti di risalita al chiuso, ma solamente skilift: «All’inizio di questa pandemia ci può anche stare per questioni di emergenza, ma adesso dopo un anno no. Comportarsi in questo modo, significa non essere in grado di amministrare. Siamo tutti diversi, la nostra è una piccola realtà, Bolognola Ski non ha nemmeno gli impianti di risalita chiusi con cabinovie e seggiovie, abbiamo gli skilift, la riduzione del trasporto prevista era stata del 70 per cento dei passeggeri, parliamo di una piccola realtà. Questa incapacità di amministrare è imbarazzante, spero di sentire qualcuno che sia pronto a lottare contro questo modo di prendere decisioni e di fare politica che all’inizio ci sta tutto, ma ormai è un anno che siamo in questa situazione. Bastava dire alle attività che non si riapriva, annunciare questi protocolli».
Ha scritto Giacomo Zanchetti che gestisce lo Z-Chalet: «Bolognolaski ieri era pronta ha lavorato con tutti i suoi ragazzi da giorni, con temperature a -15 , perso energie e soldi, si era organizzata persino con la biglietteria online per limitare al minimo anche gli assembramenti in biglietteria. L’unica stazione da sci delle Marche che oggi ci avrebbe fatto sciare. Forse conveniva stare a guardare, conveniva non crederci, non fare, non avere questo entusiasmo, non avere tutta questa volontà, non avere tutta questa passione. Ci spiace ragazzi, ieri nella terrazza vi abbiamo visto sfiniti sorridere con un calice di vino pronti per tornare a lavorare domani».
Roberto Paoloni
Polemico anche l’ex sindaco di Belforte Roberto Paoloni. «La scelta di non riaprire gli impianti di risalita con un avviso di sole 12 ore è qualcosa di assurdo, irrispettoso e incomprensibile – dice -Pensare che il problema dei contagi siano gli sciatori significa non conoscere la realtà delle piste o aver visto un impianto di risalita nella propria vita.
I gestori degli impianti hanno investito e lavorato in questi giorni per la riapertura e ora con un preavviso ridicolo gli viene detto che non possono aprire. Una vergogna, è palese che chi decide non conosce la vita normale e non sa cosa significa avere una attività economica. Stavolta sono fortemente contrario per la scelta fatta dal governo e credo che si sia commesso un errore. Stiamo parlando di uno sport individuale che si pratica con guanti, occhiali, casco e sottocasco, nel quale il distanziamento è naturalmente garantito dalla lunghezza degli sci. Esprimo la mia vicinanza ai gestori degli impianti delle Marche e del resto d’Italia».
Duro l’onorevole Emanuele Prisco, commissario regionale di Fratelli d’Italia. «La chiusura degli impianti sciistici a 12 ore dalla riapertura conferma, ancora una volta, la totale inadeguatezza e incompetenza delle scelte del Governo, che non comprende quanto deleteria sia per gli operatori turistici questa continua incertezza nelle decisioni. Il rinvio della riapertura delle attività sciistiche amatoriali al 6 marzo è una mazzata non solo per chi si occupa degli impianti, ma anche per tutto un comparto che non ha avuto alcun modo di iniziare la sua stagione. Una situazione che, nelle Marche, si rende ancora più grave, visto che le montagne di questa Regione sembrano essere ignorate ormai da quasi 5 anni. Prima il sisma, poi la mancata ricostruzione, poi il Covid e ora l’ennesima decisione ostile a delle aree che rischiano di deprimersi economicamente e socialmente ancora di più. Fratelli d’Italia chiede al Governo Draghi di scrivere protocolli, magari ancor più stringenti, ma che consentano una riapertura in sicurezza affinché le attività economiche, che sono la base sulla quale si tiene l’intera nazione, possano riavere la dignità che meritano. Intanto si prevedano indennizzi per gli investimenti fatti in vista della riapertura».
Anche la deputata marchigiana di FdI, Lucia Albano, esprime dure critiche sul rinvio della riapertura degli impianti sciistici. «L’esordio del Governo Draghi si commenta da solo. È scandalosa la superficialità con la quale si prendono in giro cittadini e imprese, procedendo senza alcuna programmazione e senza rispetto per il lavoro degli italiani, trattati come sudditi. Comunicando solo 24 ore prima l’ennesimo rinvio della riapertura delle piste da sci, il neo-Governo Draghi-Speranza ha assestato il colpo di grazia a tantissimi operatori, che già non avevano lavorato per mesi subendo gravi perdite e che per organizzare questa riapertura hanno sostenuto spese e adeguamenti, assunto personale, venduto skipass, accettato prenotazioni alberghiere. Nelle Marche stazioni sciistiche come Bolognola, Sarnano-Sassotetto, Monte Catria, Monte Prata, alcune delle quali fiaccate non solo dalla pandemia ma anche dalle conseguenze del sisma, erano pronte per aprire e si sono ritrovate a stagione finita prima ancora di iniziare. Altre invece, come Forca Canapine e Ussita, erano già chiuse per i danni del sisma. Fratelli d’Italia chiede con forza al nuovo governo quando e come verranno non solo ristorate, ma anche risarcite queste imprese, e cosa verrà comunicato ai lavoratori appena assunti che da domani dovranno rimanere a casa».
Speranza firma lo stop allo sci, Sarnano e Bolognola nell’incertezza: «Una beffa per noi operatori»
Devono chiudere le scuole altro che gli impianti sciistici
Sara cattivo Conte?
Bisognava da subito dire per questo inverno non si aprono gli impianti e da subito predisporre un serio piano di rimborsi o contributi..(chiamateli come volete ) economici per coprire le perdite economiche.
a questi politicanti,glie la farei spalare a mano e senza guanti la neve,così imparano a dare valore al lavoro degli altri.
Governo un branco di pagliacci
Che vergogna!!... Neanke all'aria aperta ci vogliono far stare!! Hanno ridotto del 30% x sciare, e hanno fatto in modo ke spendessero i soldi x organizzare le riaperture ... Nn ci sn cabine chiuse, tutti impianti di risalita completamente aperti nelle nostre zone... Nn sapete di cosa state parlando, nn siete mai andati a sciare!!!. Tra guanti, passamontagna, casco, occhiali e scii, c'è un grande distanziamento.. Abbiamo un governo che nn sa cosa sta facendo...la fatica di noi operai, che va avanti a fatica x arrivare a fine mese... Abbiate rispetto x l'Italia.. Riprendete, prima che ci affoghiamo tutti...
Tanto a loro che frega! Le loro tasche dono sempre piene senza o con pandemie.. senza sapere che cosa vuol dire non avere soldi da un anno , perché non si può lavorare! Lavoro parola astratta per loro
Nessun rispetto x chi vuole lavorare...
Avevo già fatto lo skipass e ho dormito a pintura, sapere alle 7 di sera che il giorno dopo non avrebbero aperto gli impianti é stato un colpo al cuore. Ci speravo è andata come è andata, il mio pensiero va a chi lavora e investe in quelle zone che altrimenti sarebbero abbandonate. Speriamo che questa storia finisca al più presto e si possa tornare a sciare in serenità.
Io sarei andata contro corrente come in Piemonte, anche perché sono convinta che il Covid si trasmette di più in ambienti chiusi che all'aperto. Coraggio non abbattetevi....
ma a ripensare il turismo locale, con alternative allo sci, quanto ci mettono?
Il problema è che nessuno si prende la responsabilità di far aprire le piste per poi essere condannato in caso di contagi per mancata applicazione e viceversa! Si affidano ai dati del giorno per poi applicare direttive che sono confuse ! Se si mette del personale che impedisce lassemblamento in varchi segnalati ! Si osservano le preaucazioni distanza ' l' abbigliamento da sci e' abbastanza completo di occhiali tuta e maschera applicabile' ' all'aria aperta molto meno pericoloso di un supermercato!
Il problema è che alcuni politici ignorano cosa sia un'attività privata, i sacrifici che comporta, le esigenze organizzative. O peggio, sono ancora animati da odio ideologico nei confronti del privato. Questi sono i politici che stanno distruggendo l'Italia.
Massimo Cesca il problema è che i politici vivono sulle spalle degli altri, di conseguenza faticano a capire da dove provenga tanto benessere di cui usufruiscono...
Forse vi sfugge il fatto che chi consiglia non è un politico.
Il politico che viene sistematicamente attaccato è colui che deve prendere una decisione e ancora peggio questa decisione deve essere approvata da chi presiede il tutto. In questo momento Draghi, prima Conte. Vorrei vedere qualsiasi cittadino al posto di questi. Come sempre chiacchierare serve solo per fare confusione
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L’articolo suggerisce 2 considerazioni. La prima, politica, indica la strada decisa dall’unico partito di opposizione di fare critica alle decisioni governative per raccogliere consenso ai fini elettorali. L’altra purtroppo è che dobbiamo comprendere che il virus è ancora troppo presente tra noi, gli ospedali sono stracolmi di pazienti covid, e poi ieri Ricciardi (consulente a capo del Comitato tecnico scientifico governativo) ha spiegato che le attuali forme di variante inglese sono da asono stati gli sciatori inglesi che hanno portato la variante in Europa ed infesenza dimenticare inoltre che la mancata chiusura, lo scorso marzo, delle piste austriache causò l’infezione di molti sciatori tedeschi. Dispiace comunque per il metodo poco rispettoso verso operatori ai quali va la mia solidarietà
https://www.cdt.ch/mondo/la-svizzera-ha-fatto-entrare-la-variante-inglese-in-europa-XN3825734?_sid=YnoLRx0Q
Speriamo almeno nei rimborsii !!