Simone Mengoni e Tommaso Cherubini
di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)
La app che promette di rivoluzionare il commercio al dettaglio di Macerata si chiama Cyrco (come l’economia circolare) ed è frutto dell’inventiva di due giovani della provincia: Simone Mengoni di Montecassiano e Tommaso Cherubini di Macerata. A presentarla oggi proprio loro, affiancati anche da Stefano Parcaroli che con Medstore ha dato una mano molto tecnica sostanziosa per permettere l’operatività dell’applicazione. Perché anche se Cyrco nasce con il bando Start e il relativo finanziamento, le App costano molto per server e tecnologia e in questo Med ha saputo aiutare Mengoni e Cherubini, scommettendo sul loro prodotto. Cyrco sarà operativa da dicembre, ma da oggi inizia ufficialmente il passa parola.
Domenico Guzzini, a destra Sandro e Stefano Parcaroli
La presentazione oggi al Matt ha radunato intorno all’entusiasmo dei due giovani imprenditori anche il plauso della politica (presenti il sindaco Sandro Parcaroli e le neo assessore Katiuscia Cassetta e Laura Laviano), dell’impresa (presente Domenico Guzzini di Confindustria, Federica Carosi della Cna, Giordano Nasini della Coldiretti).
«Cyrco nasce a febbraio 2019 cercando soluzioni per la città – spiega Mengoni -. Il progetto poi è cambiato con il Covid. Ora pensiamo sia completo e pronto per essere lanciato. Cyrco risolverà i problemi dei piccoli commercianti – promette Mengoni -, Come? Sarà una vetrina per il commerciante e una convenienza per il cliente. Il cliente avrà la possibilità di avere sconti settimanali su ogni settore e di avere una selezione di attività sostenibili. La app ha infatti un filtro etico, non tutti possono farne parte: solo piccoli commercianti e artigiani fuori dalla grande distribuzione».
Tommaso Cherubini
La App abbraccia la filosofia cosiddetta Figital: fisico e digitale. Un concetto spiegato da Stefano Parcaroli e rimarcato da Cherubini: «Uniamo tradizione e tecnologia. Ci differenziamo dalle altre app perché usiamo la tecnologia non con il “delivery” (la consegna ordinata online, ndr) ma con una vetrina per i commercianti, lasciando la tradizione del contatto umano che è fondamentale per il nostro territorio. A differenza di piattaforme come Groupon forniamo un supporto continuo ai commercianti. La app è anche molto adattabile a tutti i settori. Ora – prosegue Cherubini -. è il momento di riempirla questa app. Vorremmo che voi parliate ai vostri commercianti e artigiani di questa idea. Poi lasciamo a loro la possibilità di farlo o meno e di avere tre mesi di prova. Al quarto mese, quando chiederemo un abbonamento di 30 euro al mese, potranno decidere se rimanere o no. Questa app nasce per risolvere un problema di Macerata ma è pronta per funzionare in qualsiasi città. Al guadagno di commerciante e utente aggiungiamo quello della città. Il delivery svuota la città noi vogliamo riportarci la gente». Cherubini ricorda l’email a cui mandare richieste di informazioni: [email protected].
La app funziona così dal lato utente: ci si registra e si accede alle varie offerte dei negozi che hanno aderito al servizio. Si può andare dal ristorante alla parrucchiera fino alla bottega che vende tipicità. Ognuno può salvare le sue offerte preferite, geolocalizzare i negozi, fare e leggere recensioni. Il bello arriva in negozio: al momento dell’acquisto il cliente inquadra un Codice Qr con il telefono (che sarà incollato alla cassa del negozio), sblocca l’offerta sull’applicazione, la mostra al negoziante e l’affare è fatto. Poco sforzo per i commercianti che non devono perdersi in troppe operazioni e una convenienza per i clienti che possono anche scoprire nuovi piccoli negozi.
Sandro e Stefano Parcaroli
Stefano Parcaroli spiega che sempre di più serve investire su i sistemi Dms (Document management system), piattaforme «che fanno da aggregatore all’esperienza turistica. I fondi europei ci sono ma devono essere stanziati da anni, quindi quando abbiamo ricevuto la proposta di Cyrco ci siamo guardati e abbiamo iniziato. Med entra come partner sociale e non economico, diamo supporto per ricevere in cambio innovazione ed energia».
Il padre Sandro Parcaroli, neo primo cittadino, ha ricordato i suoi esordi nel mondo dell’impresa: «Noi marchigiani abbiamo la cultura del campicello. Ma io li butterò giù tutti. Mi sono tenuto la delega ai fondi europei per portali qua e aiutare anche le start up. Steve Jobs ai suoi tempi era stato supportato da imprenditori che valorizzavano il know how giovanile. Dovremmo farlo anche noi. Terrò insieme pubblico, privato, imprese, associazioni, chiesa e università. Io voglio riportare i giovani in questa città e viaggiare alto. Macerata deve tornare tra le prime città in Italia». A partire anche dalle apparenze. Un esempio: «I negozi di corso Cairoli sono brutti, posso abbellirli. Il parcheggio sotto è brutto, il sottopassaggio per lo Sferisterio è brutto». Parcaroli sindaco ha poi invitato tutti a darsi da fare: «Il centro è vuoto? Dobbiamo essere noi i primi ad andare». Con una parola buona per i giovani: «Giovedì sera a mezzanotte mi sono fatto una passeggiata per il corso e quasi tutti i ragazzi avevano le mascherine. Alla polizia municipale ho detto educate, non fate le multe. Dobbiamo essere costruttivi, non oppressori». Infine anche un assist alla sanità: «Ieri sera ho trovato i locali per i vaccini antinfluenzali, che era molto difficile individuare per la Asl perché servono spazi grandi con tutta una serie di specifiche. Non era competenza mia ma bisognava trovarli e l’ho trovati. Non possiamo fermarci. Non lo sappiamo come andrà il virus, stiamo monitorando quello che succede. Se l’economia si ferma questa volta non la raccontiamo».
Durante la presentazione anche siparietto sul tema multe e parcheggi tra Domenico Guzzini, presidente di Confindustria e l’ex assessore Mario Iesari che non ha fatto mancare la sua presenza a un progetto nato con la scorsa amministrazione. Guzzini ha lamentato di aver preso una multa di 4 euro per aver tardato un quarto d’ora sulla scadenza del biglietto, con Iesari che gli ha ricordato che «a Macerata esiste già la App per gestire la sosta da telefono». Di app in app.
Mario Iesari
Roberto Cherubini e Gabriele Micarelli
Laura Laviano
Domenico Guzzini
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Che classe il neo Sindaco,prendere l’iniziativa ,muoversi e dare l’esempio sono cose che in politica raramente ho visto e può venire solo da una mentalità imprenditoriale di successo!
Ora si spiega l’anomalia costituita dalle lodi sperticate, in campagna elettorale, del candidato a sindaco dell’M5S Roberto Cherubini nei confronti di quello che, invece, sarebbe dovuto essere un suo avversario.
Poteva il candidato a sindaco dell’M5S criticare il committente del figlio?
E come ci si può aspettare che, da consigliere comunale, gli faccia opposizione?
E’ un conflitto di interessi grosso come una casa.
Conflitto di interessi che Cherubini senior avrebbe dovuto far presente al suo partito per consentirgli di presentare un altro candidato; tanto più che una app del genere non si sviluppa certo in due settimane.
Essendo stato taciuto, l’M5S maceratese, se non vuole perdere la faccia, dovrebbe quanto meno reclamare le dimissioni da consigliere comunale del suo candidato a sindaco e, in mancanza, espellerlo a passo di corsa (e, probabilmente, espellerlo a prescindere).
…mah, magari bastasse una app per risolvere i problemi, e la profonda crisi, del piccolo commercio ed artigianato; anche se comunque è una opportunità in più, non mi illuderei troppo. La crisi del piccolo commercio ed artigianato ha radici più profonde, che sono strutturali, merceologiche ed anche, ovviamente, legate alla massiccia ed invadente concorrenza che, negli ultimi decenni, è stata portata dalla nascita dei centri commerciali, nei quali se pur vero che possono convivere anche dei negozi, per così dire, minori, o semi tradizionali, questi ultimi vedono la loro prospettiva di autonomia, di crescita economica indipendente e di autosufficienza finanziaria troppo legate allo strapotere del grosso centro, finendo per non rendere molto conveniente intraprendere certi tipi di attività. gv
Non capisco l’utilità di questa applicazione quando nel mondo esiste “My Business” di Google, che permette di fare quello che propongono senza pagare, su un servizio diffusissimo che è Google Maps.
Si possono mettere i propri servizi, mettere gli orari, avere le recensioni, poter contattare direttamente il gestore per fare delle domande e poter pubblicizzare la propria attività con la pubblicità di Google, la migliore in assoluto per targhettizzazione.
Che poi i 30€ mensili? Giustificabili solo se si predispone un team per aiutare gli esercenti a pubblicare i propri servizi, e a farlo con una coerenza che non destabilizzi poi l’utente finale.
Che poi, un turista, come verrebbe a conoscenza dell’applicazione? Perché dovrebbe venir meno Google Maps che ha qualsiasi informazione a livello globale a portata di click? L’app è disponibile anche in altre lingue?
Non lo so, non mi convince per niente anche alla luce del fatto che ormai i servizi Google dominano il mercato per qualità e diffusione.
R.R.S.il progetto è partito nel 2019 da un progetto voluto e finanziato da altri,MedStore ha fatto da supporto tecnico quindi i meriti di Steve sono professionali.Per il suo valore politico stiamo aspettando,per ora si è comportato come gli altri basta vedere la formazione della giunta.
Bisogna creare un app della storia di Macerata e di tutti i servizi x i maceratesi sia i turisti che la vengono a visitarla.
App, siti, instagram, facebook, tik tok, pingopallini vari, e chi più ne ha più ne metta…
Non c’è giorno che qualcuno non proponga qualcosa per far “ripartire” il negozietto sotto casa…
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Tutte lodevoli iniziative, per aiutare il commercio locale, tutte iniziative destinate a lasciare nessun segno e servire a molto poco…
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Qui si continua a far finta di non capire che, nel giro di 5 o massimo 10 anni, a LIVELLO MONDIALE la stragrande maggioranza del commercio (beni e servizi) sarà ONLINE, con buona pace del “negozio su strada”.
A livello globale si perderanno MILIONI di posti di lavoro e milioni di attrività chiuderanno i battenti..
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Già oggi sono sempre più i clienti che usano i negozi come “camerini”, per provarsi l’abito o il jeans o gli occhiali o il giubbino… che poi acquisteranno (anche di poco a prezzi più bassi) su internet.
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Sempre più attività commerciali (dai piatti all’arredamento, alle lavatrici, ecc.) stanno diventando (loro malgrado) delle “vetrine”, in cui i clienti vanno a vedere e toccare con mano, quelle cose che poi acquisteranno (anche di poco a prezzi più bassi) su internet.
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Anzi una “app” come questa (e tante altre simili che, già, si trovano in rete) sarà ancora (involontariamente) PIU’ UTILE alle vendite ONLINE.
Mettiamo caso che io NON sappia dove, nella città, si venda questo o quel “marchio”.
In condizioni normali dovrei girare per svariati negozi -e perdere tempo- fino a trovare l’articolo che mi interessa: invece così vado a “colpo sicuro”; entro, lo provo/lo vedo/lo tocco/lo valuto, e poi me lo vado a comprare su internet…
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Amazon aveva cominciato vendendo SOLO libri;
Da quando Amazon NON spinge più la vendita di libri??
Poi -in pochi anni- hanno capito che, se hai la linea di distribuzione che impacchetta i libri puoi, facilmente, impacchettare e spedire di tutto e di più!!
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Magari domani no, magari dopodomani nemmeno, ma sicuramente in poco tempio ci saranno MIGLIAIA di prodotti che si venderanno SOLO su internet; con buona pace dei negozi del centro e di un corso qualsiasi di una qualsiasi piccola/grande città occidentale.
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Sull’altra questione, inerente alle smaccate, abnormi, debordanti, ripetitive, stuccevoli lodi pro Parcaroli, stendo un velo pietosamente pietosissimo.
In tanti hanno capito che era inutile votare 5 stelle, ed hanno preferito votare direttamente il “Parca” al primo turno ed evitare di ritrovarsi un 5 stelle (anzi quel 5 stelle) in Giunta…
Se non avessi visto gli errori e gli orrori fatti dai democristiani e dal centrosinistra prima e poi dai “cattocomunisti” del PD darei ragione a Gianfranco Cerasi.
Il “fato” ci ha dato adesso un imprenditore, che magari darà una soluzione ad una parte dei nostri problemi.
Di tutto ciò che è scritto nell’articolo e di ci che hanno scritto i commenti non ci ho capito un tubo. E’ arabo per me… Io ho cominciato con il telefono a manovella e adesso non vado da Med Store a comperare un “coso” con cui comunicare con tutto il pianeta e farmi arrivare notizie da tutto il pianeta. Mi volevano regalare un “coso”, ma non l’ho voluto. Basta e avanza quel telefonino vecchia maniera che ho.
So che si acquista con Amazon di tutto. Ci manca che si possa acquistare una moglie o un marito (e se non vanno bene li rimandi indietro), e il gioco è fatto.
Mia figlia acquista come da catalogo e se non va bene lo rimanda indietro. Ormai la tecnologia ci sta isolando sempre di più. Ci sta infilando in un buco e lì ci moriamo.
Quindi, diciamo addio al contatto umano, alla comunicazione che ci toglie dalla introversione: la comunicazione a due sensi con i familiari e con i commercianti. Sì, perdiamo pure il nostro tempo per andare nelle botteghe… Ma se devo scambiare qualche parola devo andare nelle botteghe, nei bar, nelle farmacie e in Chiesa…
Mi dicono che con Amazon, o roba simile che non conosco, io posso avere capi firmati a minor prezzo, senza spostarmi da casa. Per fare che cosa? Per riempire la casa di vestiti inutili? O messi una volta e poi accantonati? Io sono pieno di vestiti. Ricordo che da bambino e adolscente avevo un vestito per l’inverno, uno per la mezza stagione e uno per l’estate; un paio di scarpe per l’inverno, uno per la mezza stagione e un paio di sandali per l’estate (gli zoccoli li portava la povera gente, o andava scalza)… Eravamo felici, malgrado gli scontri politici e sociali, perchè scaricavamo le masse mentali con la comunicazione a due sensi. Magari facendo cagnara. Che facciamo oggi nei social, senza vedere in faccia l’avversario e potergli dare un cazzotto in faccia…
Gianfranco, tu dici che si perderanno milioni di posti di lavoro? E i disoccupati che faranno? Staranno a sognare Amazon? E tutti i clandestini senza patria se ne staranno buoni a morire di fame?
Poveri figli miei, poveri nipoti miei… che futuro vi ho costruito.
Mi sembra che quella che abbiamo davanti sia la strada per attuare il Piano Kalergi, con una “nomenklatura” che sbafa e schiavizza le masse anonime.
Voi sapere cosa farei, da buon dittatore? Su ogni prodotto proveniente dalla Cina e dai paesi dove i nostri imprenditori vanno per sfruttare quelle masse di diseredati io caricherei quel prodotto del 30-40 per cento del suo prezzo. E per ogni pacco di Amazon – o simile – che circola ci mettere il 30-40 per cento di tasse alla consegna.
Ma, poichè non conto un tubo e per grazia di Dio non sono un dittatore, l’unica cosa che vedo possibile da fare è un parcheggio sotto Rampa Zara per arrivare in piazza della Libertà con una nastro trasportatore. E da lì andare in Prefettura, in Questura, nei bar, nei negozi, negli uffici e dai preti a farmi assolvere.