di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)
Primo giorno operativo per la fermata del treno “Macerata Università”. Una stazione ferroviaria nuova di zecca, con tanto di personale e assistenza clienti, che già poco dopo le 8 ha visto arrivare i primi studenti che frequentano le lezioni in presenza nel polo di Vallebona di Unimc. Si concretizza un sogno che inizialmente sembrava un’utopia. Perché i treni qui partono in salita. Eppure alla fine il servizio è partito e funziona.
«Questa fermata è una svolta – dice Benedetta Alessandrelli, che aspetta il treno delle 12 per tornare ad Ancona, dove avita -. Non ho preso casa a Macerata per vari motivi, anche per il Covid, per cui sono pendolare. Anche prima venivo in treno ma dovevo scendere alla stazione di Macerata e venire con l’autobus. Un problema soprattutto la sera. Di solito dovevo uscire sempre prima da lezione, perdendo almeno un quarto d’ora». Idem alcune colleghe che frequentano il polo e che prendono il treno insieme, ognuna per la sua destinazione: San Severino, Tolentino, Porto Recanati e di nuovo Ancona. Si chiamano Arianna Veroli, Sara Russo, Jessica Ticani, Francesca Perna, Grazia Miscia. Anche a loro prima capitava di dover rinunciare a qualche spezzone di lezione per evitare di rimanere a piedi: «Poteva capitare soprattutto la sera di dover uscire prima da lezione – spiegano -. È un risparmio anche economico, eravamo pendolari anche prima. Ora è molto più comodo».
Certo, adesso con la pandemia in corso molti studenti frequentano al Multiplex di Piediripa. Anche per questo il treno è meno pieno di quello che potrebbe essere. Ma il servizio resterà anche a pandemia superata, con una prospettiva molto più ampia per la città. A sorpresa a metà mattina arrivano in stazione anche la direttrice di Scienze della formazione, Lorella Giannandrea, insieme al rettore Francesco Adornato e al direttore generale Mauro Giustozzi.
Giannandrea ricorda che il treno aiuta a risolvere anche il problema parcheggi, che qui a Vallebona è molto sentito sia dagli studenti che dai residenti: «L’anno scorso c’era anche un problema di traffico e congestione. Avere uno strumento di trasporto che permette agli studenti di arrivare a un passo dall’ingresso della facoltà è una risorsa. Gli studenti che si trovano lungo la direttrice Fabriano-Civitanova sono molto avvantaggiati da questo treno. Molti studenti che hanno le stazioni in centro storico, come a Tolentino, Castelraimondo o San Severino, sono assolutamente facilitati. Anche per la città è un vantaggio, se gli studenti si abituano a una mobilità sostenibile è un guadagno per loro e per la città».
Adornato ha una visione anche più ampia della fermata in sé: «Avremo risultati sulla riqualificazione urbana complessivamente intesa, a partire da quest’area. Questa stazione potrà essere una porta d’ingresso sostenibile alla città. Ci vorrà un po’ di tempo e i risultati si vedranno». Intanto il treno che gli si ferma alle spalle, con le studenti che salgono e scendono senza più dover arrivare il centro è la conferma per il rettore «che avevamo visto lungo sull’esigenza di una fermata ferroviaria all’altezza di Vallebona, che aiuta anche la città ad alleggerire il traffico e a migliorare la sostenibilità ambientale. Stamattina c’erano anche più studenti. Quando ci sono le idee possono mutare i processi e i percorsi, basta avere un’idea della città creativa. Siamo molto contenti. È un’offerta oltre alla città e al quartiere, a una popolazione di 5mila tra studenti, docenti e personale tecnico e amministrativo, che sono una cittadella in sé».
Università come vettore di cambiamento culturale insomma, ma in termini molto pratici. Da tempo l’ateneo si è preso a cuore il tema dell’ambiente e della riqualificazione urbana. Un passo alla volta. Il prossimo? «Una possibilità di collegamento con l’altra parte della strada, che possa connotare la città – dice Adornato -, qualcosa che sia di Macerata e appartenga alla sua natura».
Di sogni realizzabili o che si stanno per concretizzare parla anche Giustozzi. «Ce ne sono diversi di sogni – dice -. Uno è questo collegamento con il quartiere Vergini di cui già da tempo abbiamo parlato con il Comune: già dal giorno che firmammo la convenzione ad Ancona. L’altro tema è che presto inizieremo i lavori di ampliamento della struttura di Vallebona, migliorandola sensibilmente sotto molti aspetti: spazi, efficientamento energetico, verde, accessibilità. Stiamo completando gli atti per la gara. Altro aspetto ancora: non appena Ferrovie completerà l’elettrificazione della tratta vedremo anche mezzi rotabili nuovi e diversi. Anche questi lo sono, ma saranno più potenti. Il servizio si farà largo nelle abitudini dei cittadini».
Giustozzi ricorda anche i problemi tecnici che inizialmente sembravano insormontabili: «Avrete sentito con le vostre orecchie che la partenza dei treni sforza un po’. Quello era il problema che ha reso difficile la realizzazione della fermata che all’inizio sembrava utopistica, perché qui parti in salita. Poi sono le persone che fanno la differenza. Tre persone sia a Ferrovie che in Regione che hanno sposato la causa, ci hanno aiutato e abbiamo superato il problema». Tra i progetti in ballo, dall’altra parte della città, anche la riqualificazione dello stabile in piazza Pizzarello: «Va avanti – assicura Giustozzi -. E’ un procedura complessa. Come in tutte le cose, il Covid ci ha rallentato un po’».
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Grazie, Magnifico.
Tutto davvero magnifico.
Queste immagini sono davvero una bella notizia per la nostra città. Un servizio importante, che per un lungo periodo si credeva impossibile da realizzare, per un polo universitario che soffriva la collocazione decentrata ed un investimento nella giusta direzione della mobilità sostenibile. Il servizio ferroviario può diventare per la nostra città una sorta di metropolitana di superfice specie se, come previsto dal Piano di Mobilità sostenibile, le stazioni all’interno dello spazio urbano (oltre a quelle esistenti se ne potrebbe realizzare un altra più prossima alla zona Tribunale-Giardini)sono dotate di spazi ed infrastrutture idonee allo scambio modale.
Insomma… in tempi di covid, quando si demonizzano gli assembramenti e si predica ossessivamente il distanziamento… la contraddizione è stridula…
La stazione sarà un po’ anche merito del Gruppo Ferrovie dello Stato e della Regione. O no?