Nadia Storti
di Luca Patrassi
Si era presentata al personale dell’Area Vasta 3 sostenendo il progetto aziendale di voler premiare, ove possibile, le professionalità interne ed ora, neanche a farlo apposta, al debutto nella veste di direttore facente funzioni dell’Av3, Nadia Storti, dirigente regionale dell’Asur, si è trovata a firmare quasi in sequenze due determine con altrettanti importanti incarichi a medici di fuori regione. La prima per il primario di Pediatria, l’altro per il dirigente medico dell’Av3. Non che la Storti abbia cambiato linea, semplicemente si è trovata a prendere atto di valutazioni delle varie commissioni d’esame.
Carlo Di Falco
Quanto alla nomina di Carlo Di Falco come direttore sanitario dell’Av3, la determina ha dunque chiuso la fase di selezione per il ruolo. Quattro le domande, due medici si erano ritirati. Erano rimasti in due, la dirigente uscente – che era stata nominata provvisoriamente dall’allora direttore dell’Av3 dell’Asur Alessandro Maccioni – ed appunto Di Falco. Punteggio di valutazione del curriculum favorevole alla dirigente uscente, ma il colloquio ha fatto decidere i commissari per Di Falco. Sarà dunque Di Falco, che ha 65 anni ed è vicino al pensionamento, ad assumere l’incarico maceratese e a confrontarsi con una realtà professionale e un territorio diversi da quelli in cui ha sempre lavorato.
La situazione maceratese è resa ancor più delicata dalla mancanza del direttore generale dell’Av3, sono passati più di due mesi infatti dalle dimissioni presentate da Alessandro Maccioni. In più tornano a farsi sentire i campanelli di allarme legati alla seconda ondata di Covid 19 rispetto alla quale si rilevano, sul fronte medico, gli stessi problemi di carenza di organico registrati all’inizio della pandemia. Il piano pandemico è pronto, ma c’è il fondato dubbio che non tutte le previsioni di utilizzo delle varie strutture ospedaliere, Covid Hospital compreso, siano corredate dagli organici necessari. All’albo pretorio sono apparse determine di assunzioni di personale iniziando dall’assunzione di 36 infermieri che hanno risposto positivamente alla chiamata a tempo determinato, per un anno per una spesa di un milione e 200mila euro).
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