Il lancio del tocco in piazza della Libertà
«Ergo ego, Franciscus Adornato, Maceratensis Universitatis Rector Magnificus, promotor legitime constitutus ex decreto ordinis mei, haec diplomata universitatis, sigillo insignita, vobis in mano trado». Una formula antica di secoli ha sancito oggi ancora una volta la consegna delle pergamene ai laureati dell’Università di Macerata. «Se potessi inquadrare in una categoria il significato della lettura di questa formula nella giornata odierna – ha spiegato il rettore Francesco Adornato – direi “coltivare la speranza del passato”. Una frase paradossale, ma invece molto attuale, se ci pensiamo».
Il rettore Francesco Adornato
Quasi 450 laureati con lode dell’ultimo anno sono stati finalmente festeggiati da amici e parenti in piazza della Libertà. A salutarli, anche il prorettore Claudio Ortenzi, il direttore generale Mauro Giustozzi, i direttori dei Dipartimenti Lorella Giannandrea, Emmanuele Pavolini, Stefano Perri, Carlo Pongetti, Stefano Pollastrelli. Con il lancio dei tocchi in un cielo stellato di coriandoli rossi si è conclusa la tre giorni dei Graduation Day: un evento speciale pensato dall’Ateneo in questa situazione di emergenza per ripagare gli oltre 1.300 ragazzi che hanno raggiunto l’ambito traguardo discutendo la tesi da casa, davanti a una commissione collegata in remoto. A questi si sono aggiunti tutti i laureati con il massimo dei voti, in genere festeggiati con la Giornata del Laureato, che li riunisce insieme ai dottori di 25 e 50 anni fa, ma annullata quest’anno a causa del lockdown.
«Questa cerimonia – ha ribadito il rettore – è un rito di passaggio che non poteva non avvenire, non compensare il vostro lavoro, il vostro studio, le vostre fatiche e le aspettative vostre e dei vostri genitori. Ve lo avevamo promesso e oggi manteniamo la parola, perché l’Università di Macerata ha un’ostinata fiducia nel futuro», ha ribadito il rettore. Studenti italiani e internazionali, chi sogna di volare all’estero, chi sta per spiccare il volo per mettere alla prova le lingue imparate, laureati che già lavorano, altri impegnati con i tirocini per avvocato e magistrato o pronti per completare la propria formazione e diventare insegnati. «Il nostro è uno degli atenei più antichi di Italia, ma, come dimostra questa piazza, è sempre giovane – è stato il saluto del rettore Adornato -. Dal 22 settembre torneremo in aula e ci impegneremo ad assicurare tutte le condizioni di sicurezza sanitaria, insieme alla qualità della nostra offerta didattica”. E adesso? «Adesso c’è il futuro», ha detto uno dei partecipanti, sorridendo alle telecamere.
Unimc, pioggia di coriandoli rossi: i laureati del lockdown festeggiano in piazza (FOTO)
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Estudiantes y picaros , que es todo uno come diceva il povero Quevedo. D’altra parte il povero Ceronetti notava che questi laureati sono come il vino falso fabbricato a milioni di ettolitri al quale il trafficante attacca etichette di barolo, valpolicella, grignolino. Così abbiamo il professore di lettere, lo psicologo, l’avvocato. Hanno idee chiare, far soldi, farli presto. Se ci riescono, i loro bisogni supereranno sempre i guadagni fatti per soddisfarli. Se non ci riescono è il dramma sociale, l’ululato del lupo famelico per la città sprangata.