L’Arco della ricostruzione sul lago di Fiastra
di Federica Nardi
L’Arco della ricostruzione, l’opera istallata al lago di Fiastra che ha fatto molto discutere per il nome poco coerente con la realtà dei fatti, ora è finita anche nel mirino della Soprintendenza. L’Ente ha dovuto ammonire il Comune, perché l’opera sarebbe stata piantata davanti al lago (uno dei luoghi più noti della zona e grande attrattore turistico) senza autorizzazione paesaggistica e senza soprattutto segnalare gli scavi per le fondazioni, che in quell’area vanno controllati preventivamente per tutelare eventuali ritrovamenti archeologici. Nella lettera la Soprintendenza avvisa: «Nel caso in futuro questa Soprintendenza dovesse riscontrare una nuova mancata applicazione delle disposizioni previste da legge in caso di lavori pubblici, chiederà alla Procura di procedere contro il Rup e il dirigente dell’Ufficio tecnico». L’arco inoltre «dovrà essere completamente rimosso allo scadere dei 120 giorni» dato che era indicato come opera temporanea. E ricorda che «non può essere smontato e rimontato in un breve lasso di tempo nello stesso sito o anche in area limitrofa».
I lavori per le fondazioni dell’arco
Un bel guaio per il Comune dove, ironia della sorte, proprio per la mancanza di autorizzazione paesaggistica era iniziato il calvario di Giuseppa Fattori, per tutti Peppina, e della sua casetta in sostituzione di quella crollata per il sisma. Il sindaco di Fiastra oggi è Sauro Scaficchia, candidato anche al Consiglio regionale con il Pd. Il suo vice è Claudio Castelletti, il sindaco precedente.
A mettere in fila le carte sulla vicenda controversa dell’Arco è il consigliere capogruppo di opposizione Marcello Cocci (Fiastra domani), che sottolinea: «Per la ricostruzione occorrono procedure che possano permettere una veloce autorizzazione e il nuovo commissario Legnini in tal senso ha dimostrato un evidente cambio di passo, ma nel frattempo ci dobbiamo adeguare a quelle che esistono e rispettarle. L’arco alla ricostruzione è stato installato dal Comune che ha provveduto alle opere di fondazione per l’ancoraggio al terreno senza le necessarie autorizzazioni paesaggistiche ed archeologiche, la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio delle Marche, in una nota inviata al Comune ha ammonito l’amministrazione ed ha avvisato di segnalare alla Procura eventuali ulteriori inadempienze da parte del Comune di Fiastra».
Marcello Cocci
Prosegue Cocci: «Siamo impegnati da mesi nella affermazione delle più basilari regole della partecipazione democratica, nell’ azione di vigilanza e controllo degli atti amministrativi e nonostante le difficoltà e gli ostacoli abbiamo ottenuto il documento della Soprintendenza che intima inoltre al Comune la rimozione della struttura. Le regole devono essere rispettare dai cittadini, tuttavia quando sono le istituzioni a non rispettarle ci troviamo di fronte a un fatto grave. La ricostruzione è un percorso di partecipazione e di condivisione con i cittadini, a titolo di esempio da quattro anni attendiamo la ricostruzione della nuova scuola, un’opera strategica per la sua funzione sociale che è stata prevista e progettata su un area decentrata, lontana dai servizi e dal centro. Su queste basi si possono facilmente intuire quali saranno le problematiche della ricostruzione a Fiastra, una ricostruzione che oltre ad essere in ritardo, soffre della completa mancanza di partecipazione dei cittadini».
Mi sembrava strano che qualcuno potesse autorizzare di rovinare il paesaggio con quel coso orribile.
Mo che fastidio dà?
Non ci azzecca nulla in quel luogo !!!!!!
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Cè da chiedersi se in questi casi è opportuno che intervenga anche il governo territoriale.
Siamo alla follia più totale: un paesaggio formato da una diga artificiale diventa un panorama naturale da preservare. Pensate se avessero ragionato così nel Rinascimento, saremmo ancora con le rovine romane come paesaggio naturale. Liberate la fantasia
Sig. Lapponi, oltre al lago artificiale formato da una diga, c’è ben altro…basta alzare lo sguardo. Quella bruttura va eliminata al più presto senza se e senza ma. L’unico monumento che può rappresentare la ricostruzione, saranno le case ricostruite…speriamo presto.