«Al Sacro Cuore norme Covid rispettate
E l’ostia è il corpo di Cristo
che non può essere infetto»

MACERATA - Una ottantina di parrocchiani replicano alla lettera in cui altri fedeli lamentavano il mancato rispetto delle regole per prevenire il contagio. «Il vero scandalo è stato fermare le messe»

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L’ingresso della chiesa del Sacro Cuore, in via Carducci (Macerata)

 

C’è chi accusa che alla chiesa del Sacro Cuore di Macerata non si rispettino le norme anticovid, e c’è chi replica che no, vengono osservate e aggiunge che l’ostia «è il corpo di Cristo e non può essere infetto. Chi ha questo dubbio dovrebbe interrogarsi sulla sua fede. Il vero scandalo è stato impedire che ci fossero le messe». Dopo la lettera di alcuni fedeli pubblicata da Cronache Maceratesi, altri parrocchiani (oltre 80) intervengono, con una nuova lettera – inviata anche la vescovo Nazzareno Marconi –, sostenendo l’opposto: «sentiamo il dovere di dissentire nettamente dal contenuto della lettera – premettono – con cui alcuni fedeli lamentano il mancato rispetto delle misure anti-contagio da parte del parroco don Gennaro De Filippi. In primo luogo, non è assolutamente vero che tali misure (per lo meno quelle realmente necessarie ed essenziali) non siano state attuate: ad ogni ingresso della chiesa (ce ne sono ben 4 diversi), ci sono i dispenser per la sanificazione delle mani, le operazioni di sanificazione dell’ambiente vengono effettuate regolarmente (tanto che alcuni parrocchiani hanno addirittura lamentato che i banchi si sono scoloriti a causa delle frequenti sanificazioni), risulta garantita la distanza minima tra i posti a sedere (segnalati con adesivi ben visibili), la fila per ricevere la comunione è ben distanziata di almeno un metro tra un fedele e l’altro, il celebrante indossa la mascherina e si disinfetta regolarmente le mani prima di distribuire l’eucaristia. In secondo luogo, a proposito della tanto contestata distribuzione dell’eucaristia in bocca, se da un lato anche il Governo ha recentemente precisato a chiare lettere, di non aver mai ritenuto di includere (né proporre) un tale divieto all’interno del protocollo concordato con la Conferenza episcopale italiana (né d’altra parte avrebbe potuto farlo, senza operare una illecita ed intollerabile ingerenza in un ambito che gli è precluso dalla Costituzione e dai Patti Lateranensi), dall’altro lo stesso Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, cardinale Robert Sarah, ha ribadito una volta per tutte il principio secondo il quale non può essere in alcun caso negata la Santa Comunione ad un fedele che chieda di riceverla in bocca». Dunque continuano i parrocchiani «è evidente che il nostro parroco agisce bene, correttamente ed è nel giusto, nel dare la Comunione in bocca a coloro che chiedono di riceverla in bocca. Quella dei firmatari della lettera pubblicata il 2 luglio, è pertanto una evidente presa di posizione che riteniamo abusiva, diffamatoria, lesiva nei confronti del nostro parroco ed evidentemente strumentale ad un qualche “anomalo” e irricevibile interesse da parte di chi è attento solamente all’“involucro” burocratico delle cose (purtroppo anche di quelle che riguardano la fede) ed al “politicamente corretto”, e pertanto non è, né mai potrà essere, capace di apprezzare un sacerdote pieno di zelo come don Gennaro, un parroco che, tra l’altro, anche nei momenti più bui e difficili della recente emergenza sanitaria, ha tenuto sempre aperta la chiesa del Sacro Cuore, facendone un sicuro punto di riferimento per tanti fedeli che, in quel difficile periodo, si sono sentiti sbandati ed abbandonati». Altro punto della lettera riguarda i Pueri cantores: «Circa poi le lamentele del coro, sul rifiuto del parroco di far cantare il coro in chiesa come nel passato, ci sembra onestamente superfluo dover ricordare che, sono proprio le disposizioni specifiche in materia a vietarlo, essendo proprio quelle, la causa dell’eventuale  violazione delle norme di prevenzione anti-contagio, visto che causerebbero un eccessivo assembramento in chiesa, violerebbero la regole delle distanze di sicurezza tra le persone e se attuato durante le funzioni religiose, impedirebbe agli altri fedeli di partecipare alle messe, per l’evidente eccessivo sovraffollamento che si verrebbe a verificare». Infine si rivolgono agli autori e firmatari della lettera uscita lo scorso 2 luglio: «e lo facciamo con un sincero sentimento sofferente di smarrimento, che forse c’è un qualche tepore nella loro fede, un qualche inconcepibile oblio, che li porta drammaticamente a dimenticarsi che quell’ostia consacrata che don Gennaro porge loro, proprio grazie alla sua consacrazione sull’altare, per onnipotenza divina, per mezzo della transustanziazione, è il corpo di Cristo. Quel Cristo cui si affidano da sempre i malati a Lourdes, Fatima e Loreto per la loro guarigione nell’anima e nel corpo, quel Cristo che con quel suo corpo e quel suo sangue, offerto in sacrificio per noi, dona la vita eterna, guarisce i malati, sana gli infermi, fa risorgere i morti, ebbene quel corpo di Cristo non può essere infetto. Ora, se nella loro mente, evidentemente confusa e smarrita, c’è questo dubbio, questo timore, forse dovrebbero prima interrogarsi sulla loro reale fede, ed il perché di questa loro anomala sfiducia in Cristo, invece di giudicare e criticare, chi ci crede fermamente e senza timore alcuno. A questi nostri fratelli, ricordiamo che per un vero credente, la paura deve essere semmai presentarsi davanti all’altare, a prendere il corpo ed il sangue di Cristo con la coscienza sporca, da peccatori superbi ed impenitenti e che lo scandalo semmai, è stato permettere che ci fosse impedito di poter celebrare le messe, prendere l’eucarestia, confessarci, battezzare i nostri figli, ungere i malati, consacrare i matrimoni e poter fruire dei Sacramenti per quasi tre mesi. Infine, vorremmo ricordare che la tradizione cristiana, ci riporta la mente a ben altre procedure, in cui i ministri di Dio, passavano con il Santissimo per le vie della città, a benedire la gente, le loro case, le loro strade, per chiedere l’intervento di Dio a protezione e guarigione dalle pestilenze, dalle guerre e dalle calamità, non venivano costretti a chiudersi in casa con la minaccia di multe… Basterebbe andare davanti al Duomo e guardare l’adiacente piccola Basilica della Misericordia, ricostruita tra il 1736 ed il 1741, ma che sorge oggi laddove sorgeva la chiesa primitiva del 1447 costruita per voto della città di Macerata, al fine di far cessare la peste che imperversava nel territorio. La Santa chiesa cattolica apostolica romana ci ha insegnato, in duemila anni di magistero, che in situazioni di pericolo, il popolo di Dio ricorreva al digiuno personale, alla penitenza, si rifugiava in chiesa, tempio di Dio, dello Spirito Santo e li si dedicava alla preghiera, alla recitazione del Santo Rosario, alla meditazione, all’adorazione del santissimo, tutte cose che il nostro parroco don Gennaro ci ha permesso ogni giorno, anche in quei giorni difficili dell’emergenza, con abnegazione, disponibilità e umiltà, lui è stato il custode prezioso di quel nostro desiderio di ricorrere al nostro unico Dio, Padre e creatore».

I firmatari sono: Francesco Angelini, Francesco Maria Taffetani, Sergio Letizia, Sonia Farotto, Federico Pierangeli, Marina Rossi, Lorenza Pieroni, Luisa Braietti, Elvio Salvucci, Paola Verdicchio, Deborah Cuppoletti, Stefano Cuppoletti, Angela Tandoi, Paola Perticarari, Vittorio Marinozzi, Jordan Piersantelli, Giovanni Piersantelli, Anthea Piersantelli, Maria Gabriella Petrella, Maria Stefania Taffetani, Maria Rita Taffetani, Carla Gismondi, Iolanda Chiatti, Maria Francesca Bonfigli, Manuela Armaroli Tambroni, Alberto Bonfigli, Emanuele Ciccarelli, Palma Lippi, Lino Montenovo, Pina Malatini, Tiziana Meriggi, Rosalba Pierluigi, Roberto Cioci, Maria Machella, Franca Meriggi, Vittoria Ramella, Ismaele Zanconi, Anna Tacconi, Giampalma Rogani, Giuliano Tartuferi, Sonia Trippetta, Sonia Trippetta, Marisa Giuli, Felice Prosperi, Giorgio Pretsch, Carmela Stella, Sara Girotti, Mariella Domizioli, Romina Moretti, Marina Di Giantomasso, Paola Di Giantomasso, Deborah Cipolletta, Carla Farabolini, Carlo Tirabassi, Fabia Domitilla Allevi, Matteo Mancini, Elena Lorenzini, Alessandra Pettinari, Giuseppina Vecchioni, Vittorio Strada, Letizia Perfetti, Antonella Caciorgna, Ludovica Bellucci, Luciano Bellucci, Enzo Nardi, Primo Ciccarelli, Renato Coltorti,  Angela Pia Pezzodipane, Angela Dea Pezzodipane, Federica Letizia, Beatrice Letizia, Luciano Campana, Maria Cristina Taffetani, Maria Giovanna Salvatore, Mario Perfetti, Marco Cuppoletti,  Andrea Cuppoletti, Liliana Evangelista, Elena Spaccesi, Maria Pia Vincenzetti, Maria Teresa Morbidoni, Rossano Raffaeli, Maria Pia Paoletti, Roberta Spernanzoni.

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