di Laura Boccanera (foto Federico De Marco)
Entro i primi due giorni della prossima settimana i concessionari di spiaggia inizieranno a piantare i primi ombrelloni dell’estate 2020. E’ infatti atteso per lunedì, al massimo martedì il protocollo di sicurezza per la spiaggia e anche quello per i ristoranti. Ma la bozza dell’ordinanza, salvo ripensamenti dell’ultima ora, avrebbe accolto le richieste e le integrazioni richieste dai titolari degli chalet delle Marche. E a Civitanova i bagnini sono in attesa.
Le strutture sono pronte: il Comune ha già battuto e sistemato l’arenile al posto dei privati come forma di sostegno economico e negli chalet si aspetta solo di capire come muoversi. Questa mattina a Civitanova è iniziato il primo fine settimana dopo la fine del lockdown. Tanta la gente in giro, ma senza particolari problemi legati ad assembramenti. C’è chi, indossata la muta, ha scelto di fare la prima nuotata, chi ha preferito rollerblade e bicicletta. Tantissime le persone a spasso, tra cui mamme con passeggini che si incontrano, perfettamente distanziate. Nessun particolare problema neanche per il mercato ortofrutticolo che seppur più frequentato del solito è stato controllato dalla polizia municipale che scaglionava gli accessi nella piazzetta per evitare il raggruppamento di folla davanti alle bancarelle. E la ripresa ha anche il profumo del caffè del bar, ovviamente d’asporto. Affollati gli spazi di fronte a bar e pasticcerie. Sul lungomare gli chalet non hanno ancora riaperto, qualcuno è al lavoro per ultimare piccoli interventi, altri per le consegne d’asporto. Di fatto si attende il protocollo prima di mettere mano alla spiaggia. «Siamo un po’ in ritardo – spiega Giuseppe Montanari di Attilio sul lungomare nord, frequentato da giovani e giovanissimi – a febbraio avevamo iniziato dei lavori di muratura per i bagni e poi a causa del lockdown ci siamo dovuti fermare. Abbiamo ripreso il 4 maggio, ma siamo in ritardo. Per la spiaggia aspettiamo di vedere il protocollo. Da quello che trapela pare dovremo rispettare una distanza di 3 metri da un ombrellone e l’altro e di 4 tra le varie file. A regime di solito abbiamo 320 ombrelloni, vedremo quanti ne avremo in meno dopo il distanziamento. Ci preoccupa anche il ristorante, noi facciamo self service e se ci viene vietato per noi è un problema».
E i mesi primaverili persi quanto impattano sulla stagione? «Qui al lungomare nord poco, si lavora dal 15 giugno al 15 agosto». «Siamo in ritardo, abbiamo ripreso a lavorare solo qualche giorno fa, è un macello – racconta a pochi metri di distanza Giulio Fabrizi dello chalet Hosvi – ancora non abbiamo un protocollo e c’è tantissimo da fare».
Se il distanziamento degli ombrelloni è un problema per il lungomare nord, per quello sud cambia poco. La conformazione della spiaggia infatti già consente una diversa distribuzione e le misure previste dal protocollo erano da tempo già realtà con un ampio spazio fra un ombrellone e l’altro. «Per noi cambia poco – spiega Giacomo Mantovani dello chalet Arturo sul lungomare sud -eravamo già a tre metri. Da quello che trapela le nostre richieste sono state accolte. Ad esempio dovrebbe essere stato tolto il passaggio sul check in prima dell’ingresso in spiaggia. Non possiamo fare i controllori e identificare chi arriva come negli hotel».
«Aspettiamo direttive per il ristorante – aggiunge il figlio, Francesco – al momento non sappiamo se dovremo munirci di plexiglass per distanziare i clienti tra un tavolo e l’altro o dello stesso tavolo. E poi già prevedo che i bagni saranno un problema. Già questa mattina in tanti sono passati per chiederci di andare in bagno visto che quelli pubblici sono chiusi, ma noi siamo chiusi, non possiamo farli entrare. E poi quando apriremo dovremo sanificare dopo ogni utilizzatore? Stiamo pensando di riservarli solo per la spiaggia e per il ristorante, ma poi se qualcuno ha una necessità che si fa?». Piccola rivoluzione anche allo Shada che per la prima estate non potrà fare l’attività di intrattenimento e serate club e discoteca che catalizzava flussi turistici su Civitanova. «La politica per una volta è stata capace di confronto e ascoltare la categoria individuando misure che ci permettono di respirare e dare un servizio – commenta Aldo Ascani – Non sarà sicuramente la stagione che tutti ci aspettavamo, ma neanche da buttare. Lo Shada si sta facendo bello pur senza l’area spettacolo. Stiamo sistemando una struttura spiaggia e ristorante confortevole e sicura. Ci reinventeremo e saremo più belli che mai». «Servirà la partecipazione attiva di tutti i cittadini, non vogliamo trasformarci in organi di controllo – ha aggiunto Marco Scarpetta responsabile Abat Civitanova e titolare dello chalet Raphael Beach – so che il comune sta lavorando anche per un piano sulle spiagge libere. Da quello che trapela i ristoranti potrebbero riaprire il 18 maggio e la spiaggia il 28».
No comment, un disastro. troppa gente
Civitanova pieno di gente e molte senza mascherina non aggiungo altro
Anche per me....troppa gente,mi sembra tutto molto ridicolo
situazione molto sotto controllo con gran rimpianto per i nuovi delatori... ma vi pagano almeno come ai tempi del nazismo?
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Sempre peggio, così il COVID-19 si riattiva piu’ forte.
Ridicolo è aver creduto alle fandonie Del governo, animato solo da corruzione e di intrallazzo. Veramente assurdo è crederci ancora
Indecenti i commenti sul numero di persone. Stiano loro chiusi in casa, anzi, nell’armadio, così evitano tutto e moriranno morti. C’è chi vuole morire, invece, libero e vivo!
Sono stato a fare una passeggiata ops! “attività motoria” con mia moglie (congiunto!) ieri pomeriggio in quel di Civitanova Marche
colgo l’occasione per informare che lungo la diga foranea sud (molo) e successivamente una veloce capatina in c.so Umberto I c’erano DECISAMENTE molte ma molte meno persone quali siamo soliti vedere nei sabato pomeriggio a Civitanova M. e quando poi con l’auto ho ripreso la via di ritorno sono uscito dalla città in un batter d’occhio, segno inequivocabile del poco traffico incontrato (dopo le 18,00)