Lutto nel mondo della cultura,
è morto Massimo De Nardo

TOLENTINO - Aveva 68 anni e si è spento all'ospedale di Macerata, dove era stato ricoverato dopo aver accusato un malore a fine marzo. Scrittore geniale, aveva fondato la casa editrice di libri per ragazzi “Rrose Sélavy”. Nel 2014 ha vinto il Premio Andersen, l'anno successivo il Premio Edito-re come miglior progetto editoriale

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Massimo De Nardo

 

di Francesca Marsili

Il mondo della cultura piange la scomparsa di Massimo De Nardo. Scrittore e responsabile editoriale di “Rrose Sèlavy”, si è spento ieri a 68 anni all’ospedale di Macerata. Autore geniale e sensibile, fine e visionario costruttore di storie, con i suoi linguaggi fantastici e fantasiosi, lascia nel panorama dell’editoria per ragazzi un’impronta indelebile e nel cuore di chi lo ha letto e conosciuto un vuoto incolmabile. Un malore negli ultimi giorni del mese di marzo lo aveva colpito nella sua casa di Tolentino e non si è più ripreso. Nato a Macerata, è stato uno dei più famosi autori per l’infanzia. Amava giocare con le parole, suoi i racconti: “Se dici parole, sedici parole”, “Ogni tanto fatela suonare”(romanzo in ebook, Gruppo Gems, 2010) oltre ad essere stato autore di testi teatrali. Le pubblicazioni della casa editrice da lui fondata a Tolentino nel 2012 la “Rrose Sélavy”, caratterizzate da un’eccellente qualità della scrittura, rigorosissima cura nei dettagli e magnifiche illustrazioni gli fecero vincere nel 2014 il Premio Andersen e il Premio Edito-re nel 2015 come miglior progetto editoriale. Aveva aperto le porte del suo sogno editoriale indipendente a tante voci narranti ad altrettanti autori che attraverso la sua “casa di carta”, hanno pubblicato i loro racconti.

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Massimo De Nardo con Isabella Tonnarelli in un incontro sulla comunicazione che si è svolto al Politeama

Tantissimi, gli stessi che da ieri, da ogni parte d’Italia attraverso i social, lo ricordano ancora sconvolti per la prematura scomparsa, rivolgendogli un ultimo saluto con parole struggenti. “Una personalità eclettica”, ”un intellettuale a tutto tondo”, “un artigiano dell’editoria”, “un uomo gentile e raffinato nei modi”, “un talento dell’editoria”. Nel giorno della sua scomparsa, le parole più belle sono rivolte a chi ha vissuto per dare voce alle vite degli altri. «Mi sto sentendo male. Non ci posso credere che te ne sei andato! -scrive Giulia Dionisi su Facebook- Massimo caro, ti conosco da quando ero una semplice adolescente, in quelle bellissime lezioni della settimana culturale all’Istituto Pannaggi, il Pasolini Day all’accademia di belle Arti di Macerata, la quale la stupenda citazione dedicata al Poeta, io la inserii nella mia tesi in tuo onore, il giorno della cena della mia laurea, alla mostra fotografica di mio fratello, così allegro, poetico quale eri, simpatico, gentile, altruista, sempre col sorriso e l’entusiasmo, l’affetto e la bontà. Io che aspettavo di telefonarti di nuovo per la mia seconda laurea, tu e la tua carissima compagna la quale le sono molto vicino! Maledette malattie che ci portano via in un batter d’occhio… Già mi manchi e mi mancherai caro amico mio!!! Ciao Max.. come mi piaceva chiamarti».

de-nardoDa nord a sud, infinite le sue collaborazioni e infinite le testimonianze di chi ha avuto il privilegio di ascoltare la sua voce nei tanti laboratori culturali. «Il 9 novembre scorso al Politeama di Tolentino, lo avevo invitato a tenere una conferenza: “Il mediterraneo è un isola bagnata dalla terra” e già in questo titolo fantastico c’erano tutte le premesse di quello che fu un pomeriggio quasi onirico in compagnia delle sue parole – ricorda Isabella Tonnarelli presidente dell’ Accademia Filelfica di Tolentino- Ci ha fatto sognare e riflette sui mille significati che le parole hanno. Perdiamo una vera eccellenza per la nostra città». Intenso e appassionato l’ultimo saluto della sua compagna di vita Chiara «“Ci salva, qualche volta, la meraviglia. Ci salva, qualche volta, un sogno”. Carissimo Massimo, hai scritto questa splendida frase. E d’improvviso ti sei addormentato in un sogno meraviglioso. Un sogno che mai avevi smesso di costruire, credendo con dolce fermezza che un mondo diverso- più nobile-più giusto, più generoso, è davvero possibile. In questi sedici anni condividere il tuo slancio intellettuale, il tuo entusiasmo creativo, la tua libertà di pensiero e la tua passione civile è stato per me uno straordinario privilegio. Con te in tutto, c’è stata bellezza e pienezza di senso. Grazie e ancora grazie. Chiara». Oltre alla compagna, lascia le sorelle Emanuela e Mirella e il fratello Oreste.



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