Foibe, polemiche a Civitanova
«Nessuna punizione per i negazionisti:
ecco le due misure sulla storia»

GIORNATA DEL RICORDO - A denunciare una disparità di trattamento è Alberto Feliziani, avvocato del docente sospeso per le sue frasi sulla Shoah

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Marsilio Marsili

 

«I negazionisti delle foibe non subiranno processi e procedimenti disciplinari, due pesi e due misure sulla storia».

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L’avvocato Alberto Feliziani

Alberto Feliziani, avvocato di Matteo Simonetti, il docente sospeso dalla direzione generale delle Marche per le sue esternazioni a seguito di un incontro organizzato dall’Anpi sulla Shoah, risponde a quanto accaduto ieri durante la Giornata del ricordo in programma a Civitanova. Stesso luogo, il liceo Da Vinci: a novembre la presentazione del libro “Dopo Mussolini” che ha provocato la reazione di Simonetti e la querelle che ne è scaturita. Ieri il consiglio comunale aperto con Marsilio Marsili di Articolo 1 che ha criticato l’impostazione dell’incontro che a suo avviso mancava di una cornice storica adeguata a comprendere il dramma che si è manifestato dopo l’8 settembre in quei territori di confine dell’Istria e della Dalmazia. «Sostenere che le foibe furono una reazione del popolo slavo alle angherie subite ad opera degli italiani addirittura dal 1919 – sottolinea Feliziani – è davvero stravolgere la verità ed oltraggiare decine di migliaia di morti. Ricordo all’illustre esponente di Articolo Uno che a morire ammazzati dopo atroci torture, non furono soltanto fascisti o presunti tali, ma persino partigiani cattolici e antifascisti, rei di non accettare la slavizzazione forzata delle terre storicamente romane – veneziane – italiane. Fu una pulizia etnica a tutti gli effetti.  Non ho potuto non equiparare queste frasi e questo atteggiamento con quanto accaduto al professor Matteo Simonetti. Marsili ha sostenuto, al liceo Da Vinci, lo stesso teorema: siccome fascisti e nazisti si sono macchiati di efferatezze, le foibe sono la reazione a tutto questo. Tesi atroce, ributtante, vergognosa, penalmente perseguibile. Eppure costui è intervenuto senza interruzioni e senza che nessuno  gli strappasse il microfono dalle mani o urlasse di farlo tacere. Questa è la differenza che marchierà per sempre i negazionisti: perché chi nega genesi, scopo e finalità di quella immane tragedia è e resta un negazionista. Che non subirà processi o procedimenti disciplinari. Due pesi e due misure».

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