Caos gestione macerie, Morgoni:
«Era implicita nel decreto sisma»

TERREMOTO - Il deputato del Pd fa chiarezza sul problema della lavorazione dei materiali che si è creato a causa del mancato rinnovo della norma sul tema: «Il Governo in ogni caso inserirà nel testo del Milleproroghe una misura risolutiva»

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Mario Morgoni

 

«Mi pare del tutto evidente che se si prevede la prosecuzione della raccolta delle macerie ne consegue che deve necessariamente proseguire anche l’attività di gestione di quei materiali». Così Mario Morgoni, deputato Pd, mette un primo punto al caos che si è creato dopo che il decreto sisma, pur prevedendo la prosecuzione dello stato di emergenza nel cratere fino al 2021 (e quindi la rimozione delle macerie), non ha esplicitato tuttavia la proroga alla gestione delle stesse da parte dei siti di lavorazione. Un’ambiguità normativa che ha di fatto bloccato il recupero delle macerie del terremoto che, se da un lato si possono formalmente ancora raccogliere, dall’altro vedono la mancanza della proroga per la lavorazione nei siti di smistamento temporaneo. 

rimozione-macerie-piobbico«In ogni caso il Governo ha assunto un preciso impegno ad inserire nel testo del Milleproroghe, attualmente in fase di conversione, una misura risolutiva che garantisca continuità all’attività dei centri di smistamento e recupero e così, nel giro di pochi giorni, sgonfiata questa ennesima bolla propagandistica, potremo riprendere ad occuparci di problemi seri piuttosto che dedicarci a fronteggiare le schiere folte e agguerrite dei disfattisti», prosegue Morgoni che punta il dito contro chi dell’opposizione al governo ha voluto polemizzare sulla questione. «Sul tema della ricostruzione arrivano con puntualità sistematica polemiche sterili e strumentali di cui non si sente alcun bisogno in una situazione come quella dei territori che hanno subito il terremoto dove c’è estremo bisogno di impegnarsi ad affrontare i tanti e complessi problemi piuttosto che di alimentarne di inesistenti – dice il deputato -. Premesso che gli esponenti dell’opposizione che oggi agitano questo tema dovrebbero valutare, oltre che l’errore del Governo, anche la loro capacità di svolgere la funzione di opposizione che comporta un’attività di controllo e di verifica che evidentemente non sono stati in grado di esercitare se non si sono resi conto di questa lacuna, vorrei andare alla sostanza della questione. Con il decreto sisma è stata prevista la proroga dello stato di emergenza al 2021 con contestuale proroga del termine per la raccolta e lo smaltimento delle macerie. Se è vero che doveva essere esplicitamente prevista anche la proroga per la gestione dei siti di smistamento e recupero delle macerie, mi pare però del tutto evidente che se si prevede la prosecuzione della raccolta delle macerie ne consegue che deve necessariamente proseguire anche l’attività di gestione di quei materiali. Però anche questo caso conferma che uno dei grandi problemi della ricostruzione è quello di un avvitamento progressivo attorno a problemi di carattere formale alimentato da una irriducibile resistenza all’assunzione delle responsabilità. Mi viene da dire che molti, specie tra i politici d’assalto, che imprecano ogni giorno contro i meccanismi farraginosi e contorti della burocrazia, alla prima occasione non resistono alla tentazione di comportarsi da impeccabili burocrati».

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