Farabollini e gli incarichi “made in Lega”
«Su Cesca solo un errore formale,
Sampaolo e Bartoloni? Amici da una vita»

IL COMMISSARIO alla ricostruzione, dopo l'articolo di Cronache Maceratesi, è stato costretto a prendere posizione sulla vicenda dei consulenti e dei ruoli affidati sia al legale vicino al partito di Salvini che a due professionisti che avevano seguito la campagna del deputato Tullio Patassini. Di fatto conferma quanto documentato dal nostro giornale e aggiunge: «La politica non c'entra, sono persone di cui mi fido»

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Il commissario Piero Farabollini

di Giovanni De Franceschi

Sul caso dell’avvocato leghista Massimo Cesca, c’è stato solo «un mero errore formale». Lungo un anno però. Sui consulenti nominati e pagati 4mila euro al mese più rimborsi è confermato si tratti di amici, scelti per «la conoscenza quasi cinquantennale con il Commissario». E’ Piero Farabollini stesso a parlare, e a intervenire dopo il servizio di Cronache Maceratesi sugli incarichi di consulenza affidati dalla struttura che guida il post-sisma nel cratere. Il commissario in pratica conferma in toto quanto scritto dal nostro giornale, ma lo definisce «uno “scandalo” inesistente». Arrivando a dire che su quegli incarichi «non c’è la notizia». E su questo lasciamo il giudizio ai lettori. 

«L ’insistenza con cui si rappresenta un Commissario colluso con il nulla – dichiara Farabollini – e la richiesta di un cittadino e stimato professionista come l’avvocato Bommarito (arrivata nei commenti in calce all’articolo, ndr), mi impongono di tornare sull’argomento in modo schematico e, spero, esaustivo per tutti». Risposta che aveva chiesto anche noi, però senza esito. 

La questione riguarda la nomina come consulenti esperti di Lorella Sampaolo e Paolo Bartoloni, entrambi con un contratto da 48mila euro all’anno, più rimborso spese. «Ho rispettato, come mio costume, le regole. Sono stato nominato il 5 ottobre 2018. Norme e budget hanno stabilito nel 2017 che il Commissario si avvalga, oltre che del personale della pubblica amministrazione, di collaboratori di fiducia che svolgono “attività di supporto al Commissario straordinario e di raccordo tra lo stesso e la Direzione generale” che è articolata in due settori operativi: settore affari generali e interventi di ricostruzione, settore personale – risorse e contabilità. Le stesse norme stabiliscono il trattamento economico degli incaricati che è stato autorizzato con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze. La politica non ha “sponsorizzato” nessuno dei miei collaboratori. Il commissario “può conferire incarichi di studio e/o consulenza a soggetti dei quali siano previamente valutate le spiccate e preminenti competenze nelle materie tecnico-scientifiche attinenti alle attività e ai compiti da svolgere e che pertanto possano assicurare un rilevante supporto alla struttura commissariale”. Vista la fiduciarietà dell’incarico, per la scelta di Lorella Sampaolo e Paolo Bartoloni sono stati determinanti la conoscenza quasi cinquantennale con il Commissario che ne conosce quindi a fondo le competenze professionali e la correttezza personale. Sono professionisti stimati e di riconosciuta preparazione a livello nazionale nell’ambito dell’affiancamento in molteplici settori al management di organizzazioni, enti e pubbliche amministrazioni». Tutto regolare nelle nomine, insomma, e nessuno ha mai detto il contrario.

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Tullio Patassini

Il punto è che Lorella Sampaolo è la sorella di Vittorio Sampaolo, già candidato sindaco a Treia e braccio destro in città del deputato leghista Tullio Patassini. Non solo, Lorella Sampaolo e Paolo Bartoloni, con l’agenzia di comunicazione Empatia hanno collaborato proprio alla campagna elettorale che portò Patassini in Parlamento. E ancora, come dichiara un leghista della prima ora, l’ex coordinatore comunale di Macerata Stefano Migliorelli: «All’assemblea regionale del 20 giugno 2019, Arrigoni (commissario della Lega nelle Marche, ndr) fece alzare in piedi la signora Sampaolo indicandola quale responsabile alla comunicazione regionale della Lega e la ringraziò pubblicamente per il “lavoro svolto sino ad allora”». Ma ovviamente, il fatto che la Sampaolo e Bartoloni fossero vicini alla Lega e all’altro treiese di spicco insieme a Farabollini, cioè Patassini, è stato solo un caso nella scelta per le nomine. Il commissario, parole sue, li ha scelti perché amici di lunga data e dalla comprovata professionalità. Tanto per chiudere il cerchio sui treiesi nella struttura del commissario, va detto che sempre Farabollini, ha nominato a capo del settore Personale, risorse e contabilità Patrizia Fratini, treiese appunto e responsabile del settore Finanziario del comune di Treia. In questo caso però va specificato che la Fratini, era già nella struttura commissariale dal 2017, dopo aver partecipato al bando indetto per i dipendenti pubblici. Farabollini le ha solo dato un nuovo incarico, per cui percepisce circa 139mila euro all’anno. Alla Fratini, peraltro, la struttura del commissario ha riconosciuto un rimborso di 71,98 euro per una multa presa dalla stessa il 5 febbraio 2019. Quel giorno la Fratini era in servizio, ma come si legge nel decreto con cui è stato concesso il ricorso, non ricorda i motivi della missione.

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L’avvocato Massimo Cesca

Quanto al caso dell’avvocato, sempre della Lega, Massimo Cesca e della sua nomina, infine, il commissario ammette l’errore formale. Un sedicente membro del sedicente comitato terremotati di Muccia (di cui non vi è traccia ufficiale), tale Manuel Gentili, aveva infatti denunciato la nomina di Cesca come consulente a 48mila euro l’anno. Il commissario e lo stesso Cesca avevano liquidato la cosa dicendo che si era trattato solo di contatti, poi non andati in porto. Qui il problema è arrivato quando sono diventati pubblici il decreto di nomina di Cesca firmato da Farabollini il 31 gennaio 2019 e il relativo contratto tra le parti stipulato lo stesso giorno. «Non ho mentito sull’incarico all’avvocato Cesca – aggiunge il commissario – Cavillare sul termine “contatti” per un incarico non espletato appare strumentale. Vista la qualifica di mediatore civile e commerciale dell’avvocato Cesca, nonché il suo essere stato un amministratore pubblico, ho ritenuto potesse coordinare negli sviluppi quotidiani un progetto pilota sulla legalità nelle attività della ricostruzione del maceratese, intrapreso nel quadro di iniziative istituzionali poco dopo il conferimento dell’incarico. Ovviamente, ho proceduto con i soggetti istituzionali e l’avvocato Cesca ha condiviso questa mia scelta, ritenendo di non dover percepire neppure in minima parte quanto stabilito. Un’evidenza che dimostra, a chiunque non sia in malafede, come l’avvocato non abbia ottenuto un “favore” né per sé né per altri. Chiederò conto agli uffici del Commissario della mancata rescissione che appare come un mero errore formale». Ecco non si tratta di «cavillare» sul termine contatti, perché è ovvio che un conto sono i contatti e un altro i contratti. Sarebbe bastato ammettere l’errore formale della mancata rescissione fin dall’inizio.

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