L’interno dell’azienda dopo la scossa
di Francesca Marsili
«Avevo appena aperto gli occhi stamattina quando, appresa la notizia del devastante sisma che stanotte ha colpito l’Albania, ho deciso immediatamente di partire per andare personalmente a sincerarmi della condizione dei nostri 700 dipendenti e portare loro vicinanza e conforto, in questo momento di disperazione che noi maceratesi conosciamo molto bene».
Massimiliano Balducci
Queste le parole di Massimiliano Balducci, titolare assieme alla sua famiglia di un’azienda leader nel settore dell’abbigliamento da lavoro: la “C.B.F. Balducci” che, oltre alla sua sede principale a Montecassiano dove trovano occupazione circa 150 persone, possiede dal 1992 in Albania altri sette stabilimenti dislocati tra Tirana, Durazzo e città limitrofe, per un totale di oltre settecento lavoratori. «Contattare il nostro collaboratore in Albania stamattina è stato difficilissimo – continua Balducci – le scosse sono un continuo da questa notte, spesso mentre cercavo di capire quale fosse la situazione mi chiudeva il telefono perché sentiva arrivare una nuova scossa e scappava a mettersi al riparo». E’ preoccupato Balducci, ma altrettanto sensibile ad un dramma, quello del terremoto, che conosce molto bene. «Ho timori sulla base di quello che abbiamo noi stessi appena vissuto – sottolinea l’imprenditore – sappiamo bene cos’è il sisma ed il post sisma. In questi momenti è importate stringersi e restare uniti. Siamo consapevoli che questo nemico in Albania è lo stesso del nostro Centro Italia non, esiste un piano B. Riusciamo benissimo a capire quali sono i momenti che stanno vivendo i nostri dipendenti giù nella penisola balcanica».
Lo stabilimento che ha subito più danni, fortunatamente non strutturali è quello che si trova vicino all’epicentro, a Durazzo «I danni economici sono tantissimi perché le produzioni sono ferme – continua Balducci – Gli operai hanno paura di entrare nei laboratori, anche in quelli che non hanno subito lesioni e li capiamo molto bene. E’ un rapporto di fondamentale uguaglianza quello che lega la nostra azienda di Montecassiano dove studiamo i modelli e tagliamo i tessuti, a quella albanese dove c’è l’assemblaggio. Abbiamo a cuore i dipendenti albanesi come quelli italiani, gli uni aiutano gli altri, voglio occuparmi di loro come mi sono occupato di quelli in Italia. Ecco perché io a nome della mia famiglia sento di dover partire, fare squadra ed infondere tranquillità è la cosa più importante».
I dipendenti del gruppo
Grazie di cuore
Grazie ❤
Grazie mille
Grande
Bravissimo. .Dio benedica la tua famiglia
Si sa che in questi paesi dove non ci sono regole , ma quelle del guadagno si costruiscono fabbriche su fabbricati fatiscenti . Mi auguro che non sia il suo caso! Solo x un discorso MORALE
700 dipendenti in Albania e 150 in Italia....questa è la realtà di molti imprenditori italiani...
Vicinissimi al popolo albanese.. ma questo vuole l'applauso per aver delocalizzato in un paese dove prendono 250 € al mese?
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Grazie di cuore al sig. Balducci ……Ma se facesse lavorare qualche Italiano in più non sarebbe meglio ??
Mmmhh, forse vuole dire, parto per i miei interessi e le mie tasche.
vicinissimo al popolo albanese terremoto a parte doveva dire, ma va a ….
Forse gli imprenditori come Massimiliano Balducci fanno lavorare 700 operai albanesi perché quando TUTTI NOI quando andiamo a comprare qualcosa guardiamo anche il prezzo? Probabilmente questo servirà anche a Balducci per avere più utile, ma ogni tanto diamo la colpa anche a noi stessi di quello che succede.
Non entro nel merito della polemica circa la delocalizzazione (scelta imprenditoriale legittima e legale) e dei motivi che portano il Sig. Balducci ad andare in Albania dopo il terremoto (anche salvaguardare i propri investimenti sarebbe un valido e legittimo motivo), ma leggendo l’articolo una frase mi è venuta in mente, pronunciata ormai molti ani fa da qualcuno che la sapeva, e la sa, più lunga di tutti noi ed è questa : “Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perchè la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”.
Sempre polemici siamo, è una persona che fa del bene in Albania, tutti siamo bravi a fare del bene in Italia!!!
Le Delocalizzazioni non servono per diminuire i prezzi del prodotto,ma i costi quindi si cercano nuove manovalanze da sfruttare.Oggi qui domani là,”ci sarà sempre qualcuno disposto a lavorare per un dollaro”.Il tanto caro liberismo economico che genera sacche di povertà assoluta per poi poterle sfruttare,ma il “comunismo”ha fatto più morti!
Delocalizzare per diminuire il prezzo del prodotto proprio non si può sentire. Una scarpa delocalizzata, al ritorno, costa in Italia o in altri paesi dove non si delocalizza come se fosse stata fatta in Italia. Per i nuovi Santi economici da non confondere con i migranti economici anche se in un certo qual senso anche loro fanno migrare, faremo un nuovo calendario.