«Sciogliere i partiti fascisti»
Mozione in consiglio regionale

IL CASO - L'hanno sottoscritta i consiglieri Gianluca Busilacchi (Art. 1), Federico Talè (Italia Viva), Enzo Giancarli, Fabrizio Volpini e Antonio Mastrovincenzo (Pd). «Stavamo lavorando già da tempo a questa proposta, è una spiacevole coincidenza che avvenga all’indomani del fatto accaduto in provincia di Ascoli»

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Il Consiglio regionale

 

Una mozione per chiedere lo scioglimento delle organizzazioni e dei partiti di ispirazione fascista. E’ quella sottoscritta dai consiglieri regionali Gianluca Busilacchi (Art. 1), Federico Talè (Italia Viva), Enzo Giancarli, Fabrizio Volpini e Antonio Mastrovincenzo (Pd), nell’ambito della quale la Giunta viene impegnata ad attivarsi presso il Ministro dell’Interno affinchè “adotti i provvedimenti di competenza necessari a garantire il rispetto della normativa vigente in tema di scioglimento di organizzazioni e partiti di ispirazione fascista, che agiscono incitando all’odio e alla discriminazione razziale e che si contraddistinguono per apologia del fascismo”. Si chiede inoltre l’attivazione presso i Comuni del territorio marchigiano con l’obiettivo di far approvare analoghi atti d’indirizzo.

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Gianluca Busilacchi

«Stavamo lavorando già da tempo a questa mozione – sottolinea Busilacchi – necessaria per contrastare la recrudescenza, in tutta Europa, di iniziative a stampo fascista. E è una spiacevole coincidenza che avvenga all’indomani di un fatto analogo verificatosi nelle Marche. Quanto accaduto nella provincia di Ascoli è molto grave, ancora di più perché l’iniziativa in questione ha registrato la presenza di esponenti pubblici. Non dimentichiamo che il capoluogo è una città Medaglia d’oro alla Resistenza, in cui venne consumata una strage fascista con una bambina bruciata viva. Questi erano i fascisti. E non è tollerabile che esistano ancora organizzazioni o partiti che si ispirano alla loro ideologia». Concetti riportati nella mozione dove si fa riferimento a episodi ricorrenti “di gravità straordinaria e preoccupante per la tenuta democratica e civile del nostro ordinamento democratico”. Si aggiunge, inoltre, che “le forze di estrema destra, che si dichiarano esplicitamente di ispirazione neofascista, fomentano l’odio razziale, soprattutto dove le condizioni di disagio sociale si presentano con più evidenza”. Ultimo riferimento alla Costituzione italiana, che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista, e alla legge del 1993 che “sanziona e condanna azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali”. La legge in questione punisce anche l’utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici.

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