di Matteo Zallocco
Un sms da Matteo Renzi e due chiamate da Maria Elena Boschi. Ma anche tanti messaggi e telefonate da noti esponenti del Pd che lo invitano a restare. Sono ore intense per Mario Morgoni, unico parlamentare del Pd della provincia di Macerata. L’ex sindaco di Potenza Picena, renziano della prima ora, ancora non ha deciso cosa fare. Restare nel Pd o seguire l’ex premier nella nuova avventura? Al momento Morgoni non figura nella lista dei 24 deputati e senatori che hanno aderito al nuovo movimento.
«Tu sei stato un pioniere, resta con noi». Questo è il messaggio che Morgoni oggi ha ricevuto da Renzi e cui hanno fatto seguito due telefonate di Maria Elena Boschi per cercare di convincerlo. «Sono in una fase di riflessione, scioglierò le riserve nei prossimi giorni – spiega Morgoni che ha sempre fatto parte dell’area riformista dei renziani Guerini e Lotti (entrambi hanno scelto di restare nel Pd) -. La strada individuata da Renzi mi sembra utile perché c’è un grande vuoto politico (quello che era il vecchio centro) da colmare per contrastare il sovranismo e una destra becera che sta ritornando e dimostra una grande forza di consenso nel nostro Paese. Il Pd in questi anni non ha dimostrato di voler presidiare questo spazio di modernità e innovazione o l’ha fatto con molte contraddizioni. Basti pensare al Governo Renzi: riforme della scuola, del lavoro, riforme istituzionali che hanno visto grossi contrasti proprio dentro il Partito Democratico e nella sinistra. La mia è comunque una riflessione tormentata – conclude il deputato maceratese – perché pur avendo portato avanti tante battaglie all’interno del Pd, qui c’è tutta la mia storia politica e tante relazioni umane. A 65 anni forse sarebbe uno strappo troppo forte».
Nel nostro territorio il primo a seguire Renzi è Francesco Fiordomo, sindaco di Recanati dal 2009 al 2019 e protagonista della vittoria alle comunali di Antonio Bravi con una coalizione civica nata dopo la separazione dal Pd al primo turno: «Non ci ho pensato un attimo, sono stato tra i primi ad aderire quando è partita la richiesta di rinnovamento e cambiamento portata da Renzi e sono tra i primi a seguirlo oggi – dichiara Fiordomo, attualmente assessore ai lavori pubblici a Recanati – All’epoca eravamo quattro gatti, poi nel momento della vittoria sono arrivate le masse e tutti erano diventati renziani. Pochi mesi dopo tutti contro Renzi, le colpe erano diventate tutte le sue. Io ho sempre creduto che fosse giusto il cambiamento che lui voleva portare all’interno del Pd. Sono stati fatti degli errori e a mio parere avrebbe dovuto rottamare di più, ma è stato l’unico a portare rinnovamento, anche nei territori. I comitati civici lanciati da Renzi erano volti a mettere in circolo le migliori energie. Bisogna continuare a seguire lo schema della Leopolda, la costituente delle idee e ascoltare i sindaci. L’esperienza recanatese insegna – conclude Fiordomo – Il Pd non legge quello che avviene nei territori, noi siamo stati marginalizzati e attaccati dagli specialisti delle sconfitte: la nostra colpa è di aver vinto e di aver consentito al centrosinistra di proseguire un’esperienza di buon governo».
Tra le adesioni di spicco allo “scisma” di Renzi c’è quella dell’avvocato pesarese Lucia Annibali, che è stata consigliera dell’ex ministra e sottosegretaria Maria Elena Boschi per quanto riguarda la lotta alla violenza di genere. Irene Manzi, ex deputata maceratese del Pd e membro del direttivo nazionale, ha commentato su Facebook la decisione di Renzi postando la foto di un’intervista a Maurizio Martina: «Penso che l’uscita da un partito che si è contributo a fondare (di cui si è stati anche segretari nazionali) sia uno sbaglio. Lo pensavo quando è stato Pierluigi Bersani a lasciarci, lo penso ora con Matteo Renzi. Sbagliato nei tempi, nei modi, nelle motivazioni. Mai come in questo momento- con la nascita non semplice ne’ scontata- del nuovo Governo e di una nuova maggioranza c’è bisogno di un Pd coeso e plurale, con voci diverse e forte proprio per questo motivo, capace di offrire un contributo ideale e programmatico di ampio respiro. E anche questa volta Maurizio Martina usa le parole giuste per esprimere il mio pensiero».
Non lasciare la vecchia strada per la nuova.
Resta co me nu me lascià!!
Proverbio : chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quello che lascia non sa quello che trova.
Praticamente un mercato a cielo aperto!
Le barzellette...
ma chi se ne frega delle beghe del pd, abbiamo problemi ben maggiori di queste liti tra kompagni di merende
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Domenico Modugno – Resta cu mme:
https://www.youtube.com/watch?v=21jwvJ08I5M
Luciano Pavarotti: ‘Torna A Surriento’:
https://www.youtube.com/watch?v=HbUfpQ9Nmbw
Dio li fa e poi li accoPPA ma anche il diavolo fa le pentole ma non fa i coperchi.
No PD.
No Renzi.
Preoccupante il motivo principale per cui Renzi ha formato Italia Viva cercando di riunire tutti quelli che nel Pd in caso di elezione probabilmente non avrebbero trovato tanto facilmente un posto per l’ Agenzia Grossi Imbrogli, Super truffe e Squallidi Raggiri. Lui dice che il suo scopo è“ Combattere Salvini”. In genere tutte le sue grandi lotte sono miseramente fallite e ciò mi porta a pensare due cose. La prima è che perda per cause naturali come sempre, la seconda perché da lui ci si può aspettare di tutto e che adesso che può ricattare il Governo può farlo cadere per ovvi motivi ( per lui ) e che in un futuro potrebbero addirittura portare il suo partito a quote inimmaginabili, naturalmente sempre con il rischio di cadere e l’altitudine in ceri casi non aita. Dicono che ci sarà un incontro a Pota a Porta tra Salvini e Renzi. Lo perderei per qualsiasi cosa al mondo preferendogli un mandato di cattura con trasferimentoimmediato in cella di sicurezza e senza televisore. Macchiavelli intimidito e in piena crisi d’identità ha già lasciato il Granducato di Toscana e presa una stanza presso la Pensione La Rondinella per limare il suo nuovo libricino di cui si sa già il titolo e a chi è dedicato. “ Il Senatore “ dedicato a Renzi dopo che il precedente” Il Principe” era stato dedicato a Lorenzo de Medici. Da quel che ricordo mi sembra che il Machiavelli nutriva spiccata simpatia per il Borgia cosa che certo non può provare per Renzi e che quest’ultimo si presenta ancora più spietato del Borgia. Del resto se Cesare Borgia detto il Valentino, per liberarsi dei suoi “amici “ organizza un incontro a Senigallia, Renzi l’ha organizzato a Roma in maniera ancora più subdola: Non potendo ricorrere a stiletti, lame affilatissime ,strangolamenti od altre crudeli raffinatezze li ha con una semplice mossa muovendo l’alfiere (lui) fatto scacchi a tutti meno che alla Regina Elena ( consueto il nome Elena tra le regine, sin dall’antichità) facendoli rimanere tutti con un palmo di naso ( sconfitti, scornati nonché perplessi). Fa un partito nuovo che non vuole essere d’ostacolo al Pd però lo vuole allargare a tutte le forza che sono sempre centriste, moderate, innovative, in pratica tutti gli esuli che da anni vagano nell’area parlamentare facendo salti da locuste e afferrandosi con le loro orribili zampette dove possono trovare ristoro. Adesso con Italia Viva potranno anche essere sottoposti ad operazioni chirurgiche e costosissime cure affinché l’Italia non sia solo Viva ma anche in Vita. Premessa finita. Ed è qui, in questo clima che si sta svolgendo una delle più terribili crisi esistenziali che la storia ricordi. Pd o Renzi, questo è il dilemma. Se sia più conveniente stare con Renzi che un posticino me lo rimedia sempre o tenere fede alla promessa umana, interiore, frutto di una vita politica sempre petto in fuori a sparare dagli spalti su tutti i nemici? Rinnovare un’amicizia o deludere i piddini che mi telefonano e non ho capito perché? Forse per via che uno vale uno ma questo succede nei 5stelle, nel Pd uno è facile che vale zero se non prende una decisione qui divisa tra cuore e cervello. Il cuore mi dice va dove ti porta il vento, il cervello mi dice fermati dove stai e le due cose possono anche essere benissimo intercambiabili. Praticamente sarei chiamato a fare una scelta che in fondo che mi sposta? Niente ma se non scelgo di scegliere è già una scelta ma a chi lo spiego? Certo Renzi è sempre Renzi ed è questo il problema. Se proprio andiamo a vedere le mie origini arriviamo a toccare i miei mai sopiti sentimenti di uguaglianza, appartenenza, lotta proletaria: Ho 65 anni milito nel Pd e se sono partito dal Pci qualcosa dentro mi deve essere rimasto. E’ che adesso faccio un po’ di confusione. E se fossi partito dalla Dc, o l’Udc o dal Olivo o dal Psdi, da Nenni, da Don Sturzo , dall’Italia dei Valori o addirittura dalla Marcia su Roma. Dio che confusione che mi crea quello scassacabbasisi come dice Montalbano almeno cosi mi sembra o era Toninelli che lo diceva? Non ne posso più, alzo la cornetta chiamo Conte e gli dico di stare tranquillo. Amen
Con la marcia travolgente del neo liberismo,che a parer mio non è una strategia di largo respiro perchè molto mirata al profitto immediato,che sta portando la storia sociale indietro di secoli,che ha messo radici perfino in un Paese ancora comunista,non solo per l’Italia c’è il serio problema di ciò che debba essere,in quest’epoca,una sinistra democratica,alla quale sono convinto non si mpossa rinunciare.Non posso assolutamente condividere la tesi del superamento delle categorie destra/sinistra.Nell’attuale contesto l’impostazione renziana,con marcati elementi centristi,anche ora reiterati,non mi convince molto,ma un riconoscimento è dovuto a Renzi : con la sua iniziativa il campo di ricerca di una precisa identità della sinistra italiana,al momento divisa e confusa,viene semplificato.
Io mi auguro che questa occasione non venga sprecata.
Italia viva, sì… ”guardiamoci dal dire che la morte è opposta alla vita, il vivente è solo una specie del morto e una specie molto rara.”
IL BEL PAESE E LA POLITICA DEI DUE MATTEO
Sembra che la politica italiana sia destinata ad essere dettata dai due Matteo. L’uno a “condizionare” il Governo, l’altro dall’angolo dell’opposaizione in cui si è maldestramente cacciato. Perchè da un punto di vista politico Matteo, Salvini, si è reso autore di uno degli errori più “pacchiani” della storia della Repubblica. Cosa che sarebbe disposto ad ammettere – in un attimo di sincerità – anche il più indefesso “marchettaro” leghista che imperversa sulle pagine di CM. Errore che, andando ai primi Anni ’90, potrebbe far ricordare quello “madornale” di Mariotto Segni. Aveva in mano l’Italia, dopo il referendum plebiscitario sul maggioritario e la consegnò su un “piatto d’argento” al Cav. Berlusconi. Con la differenza, non da poco, che Mariotto non aveva raggiunto i vertici del potere. Salvini invece era al Governo, in posizione dominante, e l’ha fatto cadere. Si è comportato come un giocatore di poker che con 4 assi “passa la mano”. D’accordo che ul politico dopo un vistoso successo elettorale (voto europeo) è tentato di passare all’incasso. Ma con il 17% per cento dei parlamentari non si può pretendere, a meno di un attacco di megalomania, di portare un Paese al voto con la richiesta mussoliniana di “pieni poteri”. Perciò ci deve essere un “passaggio” che non conosciamo e che magari scopriremo tra qualche anno in un libro del Card. Vespa, sotto Natale. Indicativa l’ammisione di un leghista navigato, più volte ministro, Maroni, in televisione: “Matteo, si è fidato”. Di chi, verrebbe spontaneo chiedersi? Chiaro che Salvini per il suo disegno avesse bisogno di una sponda, che poteva trovare solo nell’opposizione (di sinistra). Chi lo ha rassicurato di portare l’Italia al voto: Renzi, Zingaretti o entrambi? Visto ciò che sta accadendo in queste ore, probabile che lo abbia fatto Renzi. L’ex premier prima ha permesso la nascita del Governo, incassato ministri e sottosegretari, poi ha diviso i gruppi parlamentari PD e si appresta a fondare un partito di centro: “Italia Viva”, tornando nella posizione “democristiana” da cui era partito. Una strategia da “manuale” della politica! Così l’Italia transita da un Matteo all’altro, con Renzi che ora detiene la “golden share” del Governo. Le elezioni possono attendere, “Il bomba” ha bisogno di affermare il nuovo partito e di una nuova legge elettorale proporzionale. Velleitario il tentativo di referendum ipotizzato da Salvini: una nuova legge elettorale lo annullerebbe. Il Matteo leghista si è reso conto della “fesseria” compiuta, ha tentato di rimediare durante la crisi, ricucendo con il M5S: “il mio telefono è sempre acceso”, “le porte della Lega sono spalancate”. Ma troppo tardi, da una posizione secondaria come l’opposizione – il voto si dirige verso chi è al centro dell’interesse mediatico – i consensi sono destinati a scemare. Che Renzi torni all’origine ci sta, non si comprenderebbe invece se lo seguisse Morgoni, a 65 anni, con una storia politica tutta nella Sinistra alle spalle. Il più grande giornalista politico italiano del dopoguerra, Luigi Pintor, auspicava di “non morire democristiano”. E l’augurio che rivolgiamo, nelle ore di “tormentata” riflessione personale, a Mario Morgoni.
Se mi telefona la Boschi vado anch’io…
poi magari ne parliamo di persona….
“E’ sempre la troppa convinzione che rende le persone ridicole”.(Antonia Gravina)
La decisione di Morgoni tiene il mondo con il fiato sospeso. Interrogazione all’ONU da Trump perché passate in secondo piano le funeste notizie estere. Più di 3000 Tv da tutto il mondo in collegamento sempre accesso in attesa che il sen, pardon l’onorevole legga finalmente il bollettino medico o si dice decisione ministeriale, parlamentare …..Va beh,.. tra le emittenti abbiamo notato persino la presenza di TeleCapodistria, Tvrs, DEEJAY TV ,CNN ,Tele France e ClioMakeUp TV. Notato anche qualche televisione sconosciuta come K2C°2 nn, Tele Marte, e Tele Sotto il segno dei Pesci. Ma nell’attesa torniamo a noi. Conte, non mollare. Berlusconi ha fatto gli auguri a Renzi sapendo che probabilmente gli lascerà solo la Bernini, Carfagna, la Gelmini,Tajani e Brunetta come croupier. Il tavolo è saldo, le quote rosa raggiunte, persino superate, quindi ci sono tutti i presupposti per emozionanti partite a Chemin de Fer. Già si potrebbe fare un calcolo temporale sulla durata di questo nuovo partito Italia Viva se si baserà sul rapporto proporzionale tra gli auguri che arriveranno, suppongo, un po’ alla volta al guru della nuova squadra renziana… di che? Vallo n’ po’ a sapé!! Politica? Non direi, riguarda solo Renzi e la sua ambizione di conseguenza vanno ricercati altrove i termini con cui definirla. Tronfio, agghiacciante ( per la presenza di Fiordomo dà sempre enigmatico, inquietante), interrogativo (Renzi iniziò la sua carriera a “Il Pranzo è servito”), vigliacco o coraggioso a seconda se visto da sinistra o da destra e via via fino ad arrivare a termini più espliciti, comprensibili ma che se li scrivi si rischia sempre di non essere fraintesi. Mah, ieri era una novità, oggi è già noia domani inteso non come “ un domani” tipo poetico, senza data, che forse mai vedrà spuntare il giorno, ma recepito proprio come 20 settembre 2019, sparirà perché magari Conte si alza con il piede sbagliato che non è il sinistro, non è il destro ma il centrale e dopo qualche augurio tipo quelli di Berlusconi va da Mattarella gli da la mano, lo saluta per sempre e stavolta al Papeete Beach ci va lui con la speranza di trovarci Salvini e pure Renzi per dire altre cosucce al primo e per quello che riguarda il secondo, inorridita scapperebbe via pure la censura.
Peraltro ”Italia viva” pare nome confusamente sovranista. Chiamare il nuovo partito ” Ciao bella” o ” Fortissimi siamo una squadra” sarebbe stato molto più smart, più cool, più camp, più shish…
Il motto nazionale degli USA è “E pluribus unum” (tratto da “Moretum”, poema attribuito a Virgilio).
Il motto del PD è l’opposto, alternativo: “Ex uno multi”, “da uno molti”. Gongoleranno i produttori di poltrone (‘Frau’ oder ‘Herr’).