Dopo 62 anni il centro di Climatologia di Macerata è stato messo in liquidazione, «stiamo cercando di arrivare ad una soluzione anche per evitare che i cinque dipendenti perdano il lavoro» dice l’ormai ex presidente del Cda, Giuliano Centioni. Nato a Macerata nel 1957, fondato da Alfredo Murri, l’osservatorio geofisico, “Centro di ecologia e climatologia. Osservatorio geofisico sperimentale di Macerata”, continua con la ricerca, collabora con diversi enti e ha una banca dati ricchissima. La sede attuale si trova in viale Indipendenza. Chiuderlo sarebbe una perdita per il territorio. L’osservatorio è gestito da una società consortile di cui fanno parte, con quote paritetiche, cinque soci: Regione, Provincia, Comune di Macerata, la ex Camera di commercio di Macerata, l’Università di Camerino. Il problema è la legge Madia che in un’ottica di risparmio ha deciso che le società partecipate dovevano chiudere «tutte, in teoria. I soci attuali dell’osservatorio hanno deciso di chiuderlo. In primis la Regione, di fatto la Camera di commercio di Macerata che è diventata regionale, poi la Provincia. Va detto che il Comune e Unicam hanno cercato di evitare la messa in liquidazione» spiega Centioni. Il 10 settembre però è arrivata la messa in liquidazione di una società che comunque non ha debiti e ha cinque dipendenti, tra ricercatori e tecnici. «Rischiano di perdere il lavoro ma si sta cercando una soluzione. C’è la speranza che si possa salvare. Si sta lavorando da qualche mese ad una possibile soluzione – continua Centioni –. La cosa più bella sarebbe stata dare all’Osservatorio la possibilità di camminare con le proprie gambe». Oggi l’osservatorio continua con la ricerca «Ha svolto ancora un lavoro importante negli ultimi due incendi a Cosmari e alla Orim fornendo tutti i dati delle correnti del vento e della colonna di fumo – spiega Centioni –. Ha una banca dati su climatologia e meteorologia da far invidia a tutta Italia. Seguita a fare ricerca, ha una stretta e forte collaborazione con Unicam. C’è la parte commerciale di controllo fumi e caldaie. Poi ha contratti esterni, ad esempio con Redo Fusari per curare la parte meteorologica e climatologica».
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Speriamo che non chiuda, se dovesse chiudere a Macerata non esisterebbe piu’ nulla d’importante.
Un’altra riprova del fatto che le regioni sono l’ente inutile. Altro che le provincie. Bella la beffa della camera di commercio regionale. E si è stati zitti.
Se è vero che la struttura fornisce lavoro, un servizio ai cittadini e la possibilità di avere un ruolo nell’ambito di ricerca, i maceratesi DEVONO insorgere. Cosa si può fare?
Istituto da salvare ad ogni costo. È di rilevanza quanto meno regionale. Entri tra i sostenitori l’università di Macerata affiancando quella di Camerino. Il Comune faccia pressioni sulla Camera di Commercio perché rinnovi il suo impegno (sciagurata la scelta della Cciaa unica regionale che ancora una volta ha dimostrato l’inadeguatezza della classe dirigente locale). Che si muova confindustria Macerata e mostri come le imprese possono svolgere anche un ruolo sociale per il territorio.
L’assessore Ricotta invece di rilasciare interviste ecumeniche se vuol dimostrare di essere all’altezza faccia muovere l’attuale amministrazione.
Da appassionato meteo.. Mi dispiace veramente.. Non conosco di persona Redo Fusari.. Ne il signor Centioni.. Ma è uno scempio chiudere un consorzio che fa sana meteorologia e non meteo terrorismo come alcuni siti online.. A Macerata non c’è praticamente quasi più nulla