di Maurizio Verdenelli
No, non è Catone anche perchè in questo caso non si vuol distruggere ma al contrario, ricostruire. E tantomeno è Gino Bartali, perchè secondo lui, ‘non gli è tutto da rifare’. «Anzi, dal modello virtuoso del ’97 c’era da riprendere la legge regionale per la ricostruzione e farne una magna charta nazionale in presenza delle tante calamità che affliggono il Bel Paese» afferma polemico l’ex sindaco “del terremoto”. Incontriamo Venanzo Ronchetti nella ‘sua’ Serravalle di Chienti che nasconde in agosto con il turismo e il ‘rientro’ dei paesani emigrati, il continuo calo demografico, male endemico post sisma della montagna al confine tra Marche ed Umbria. Sabato 24 è il terzo anniversario di un terremoto ancora più rovinoso di quello che vide nel 1997 l’epicentro nel territorio serravallese. Dice Ronchetti: «Sono passati 22 anni da allora e non capisco, vista il quadro di grave ritardo nella ricostruzione, perchè non si è adottato il modello d’azione cui posero mano con il sottosegretario Barberi e il governatore D’Ambrosio, gli assessori regionali Di Edoardo e Silenzi, il dirigente Mario Conti, l’Anci e la squadra compatta dei sindaci. Si decideva e si deliberava insieme in Regione e tra la gente nei Com di Muccia e Fabriano, diretti da Cesare Spuri».
Ed ora?
«Ora c’è tanta burocrazia e pure i sindaci si muovono senza far squadra indebolendo chiaramente la loro azione. Tuttavia, dopo tre anni, lasciata a malapena la fase dell’emergenza, finalmente e seppur lentamente ‘qualcosa’ si muove. Ma occorre potenziare di molto l’ufficio regionale per la ricostruzione, diretto dallo stesso ing. Spuri. Un esempio negativo? Per riconfermare i cento dipendenti assunti per far fronte alla ricostruzione si sono perduti tre mesi… e non basta!».
E’ ancora lungo l’elenco delle cose che non vanno?
«Eccome! Occorre rimettere mano alle procedure per imprese e tecnici. Si deve pensare ad anticipi di denaro sui progetti sopratutto a metà dell’opera altrimenti le ditte edili che devono anticipate una gran mole di materiali, falliscono! E c’è un’ ordinanza che lascia molto perplessi…».
Quale?
«L’assoluzione per chi si è ‘fatto’ la casetta di legno, su terreno proprio ma senza rispetto dei vincoli, con riferimento esclusivo a territori comunali con oltre il 50% dei danni. Per tutti gli altri scatterà a breve la demolizione: è una vera ingiustizia. Lo sa qual è la mappa delle devastazioni risalenti al 2016/2017?»
Me lo dica lei…
«In tutta l’ Umbria sono 6.000 gli edifici lesionati dalle scosse di tre anni fa: tanti ma di molto inferiori ai 20.000 nella sola provincia di Macerata. Che avrebbe avuto piacere se il commissario alla ricostruzione, il treiese prof. Farabollini, docente Unicam, avesse eletto il centro operativo proprio in questo territorio che è ufficialmente il più disastrato».
L’elenco delle doglianze e terminato, Ronchetti?
«Due punti importantissimi. Istituire finalmente, per rilanciare l’economia in questo cratere sismico, la zona franca così come delineata da Unicam ed Unimc nel corso di una conferenza stampa alla Camera, due anni,, promossa dall’indimenticabile sindaco di Camerino, Dario Conti».
L’altro punto?
«L’ormai prossima restituzione della busta pesante (il denaro dovuto allo Stato per tasse sospese per la calamità ndr) non sia totale, ma limitata ad una percentuale accettabile del 50/60%. E che sia prorogato lo sconto per l’energia (-40% per la luce elettrica, – 20% per il metano) a favore di popolazioni che a distanza di un triennio soffrono ancora ‘in corpore vivo’ quelle devastazioni. E prima che lo scoramento prenda il sopravvento su tutto».
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TERREMOTO modello 1997 ignorato. La burocrazia la fa da padrone. Abbiamo ammucchiate solo carte e commi insieme a tanta rabbia. Ci illudono aprendo solo Bar e ristoranti. La popolazione ancora lontana. Verdenelli grazie per la Tua sensibilità, non mollare chiediamo l’autonomia delle regioni Umbria, Abruzzo e Marche forse da soli ricostruiremo le nostre case. Grazie Tocchetti grazie Verdenelli. Ivano Tacconi Comune di Macerata.
Nel dibattito parlamentare sulla crisi del governo il tema della ricostruzione non è stato neanche accennato.Il presidente Conte ha parlato del rilancio dei piccoli borghi, i vari Salvini e compari che tanto si erano strumentalmente spesi per nonna Peppina non sono stati neanche sfiorati dalla questione, l’opposizione completamente assente sul tema……
La realtà è che siamo in fondo al dimenticatoio e sarà molto difficile risalire la china senza una forte e decisa presa di coscienza collettiva
Tacconi. Invece dell’autonomia occorrerebbe chiedere che le regioni da lei citate sia trasformate da regioni a statuto ordinario a regioni a statuto speciale, come lo sono Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, le quali hanno gli stessi doveri ma più diritti delle altre regioni.
Infatti il signor Ronchetti con Catone e in particolare con la sua ‘Delenda Carthago’ non c’entra proprio nulla.