L’assessore Marco Caldarelli
di Federica Nardi
Variazione al bilancio 2019, i revisori dei conti bocciano di nuovo la manovra dell’amministrazione Carancini. Per l’ennesima volta ai conti del comune di Macerata il Collegio risponde con richieste di chiarimento, integrazione e, in sostanza, con un “giudizio critico”, soprattutto per quanto riguarda le partecipate dell’ente. Marco Caldarelli, assessore al Bilancio, ha letto il parere oggi quando è arrivato: «C’è Consiglio comunale lunedì e il parere è arrivato oggi. Sta diventando un problema questa tempistica – dice Caldarelli -, perché dobbiamo replicare e diventa complicato farlo tra il pomeriggio di sabato e la domenica. Mi pare inoltre che il parere non aggiunga nulla rispetto a quello dato sul bilancio consuntivo del 2018. Lo rileggeremo, se c’è qualcosa che ci è sfuggito interverremo, ma abbiamo già esposto le nostre ragioni in modo puntuale e argomentato. Faremo la stessa cosa lunedì».
Perché seppure il parere del Collegio non sia vincolante per l’approvazione della variazione, lo è la replica del Consiglio comunale, che deve rispondere in ogni caso alle criticità sollevate. In particolare i revisori contestano al Comune il mancato invio dei verbali di assemblea delle società partecipate, di cui mancano anche i report trimestrali e, per la maggior parte, i bilanci e i budget previsionali del 2019 (che hanno solo la Task, Acquedotto del Nera e l’Apm). Le altre società partecipate sono il Centro di ecologia, la Smea srl (in liquidazione), la Si Marche, Cosmari, Centro agroalimentare, Nvt. I revisori chiedono al Comune, sempre in tema di partecipate, anche un effettivo controllo del Cosmari. Tasto dolente per il Collegio continua inoltre a essere la mancata pubblicazione dei bilanci dell’istituzione Macerata Cultura, che era stato il primo “casus belli” tra revisori e amministrazione. “Nessuna delle partecipate – dicono i revisori nel documento -, ha ancora dato dimostrazione numerica e con appositi prospetti contabili riconciliabili con i dati di bilancio ed opportunamente attestati dall’organo amministrativo, del rispetto del raggiungimento degli obiettivi di contenimento delle spese di funzionamento con particolare riferimento alle spese per il personale e alle spese correnti coerentemente con gli obiettivi stabiliti dal Comune di contenimento della spesa corrente e del spese di personale”. I margini in fatto di assunzione e di scostamento dagli obiettivi di spesa dati alle partecipate per il Collegio indicherebbe una facoltà “non improntata ai principi di prudenza in quanto lascia alla partecipata la possibilità di superare i vincoli di spesa programmati e all’Ente valutazioni sulle scelte effettuate solo dopo che tali scostamenti si sono verificati”.
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La situazione mi sembra preoccupante. La prudenza amministrativa avrebbe dovuto essere in sintonia con il collegio sindacale. Il bilancio senza il parere favorevole del collegio sindacale rischia di andare sotto la lente di ingrandimento degli organi di controllo dello stato. Questa maggioranza rischia di essere coinvolta a livello personale.
La situazione è molto imbarazzante.