«Una lettera della questura inviata in Comune lo scorso 7 giugno, schioda la giunta dall’immobilismo tenuto finora nella lotta al gioco d’azzardo». Il consigliere regionale Francesco Micucci, assieme ai consiglieri comunali Mirella Franco e Giulio Silenzi tornano a parlare di regolamento sul gioco d’azzardo dopo l’incontro col questore e danno notizia di una lettera che avrebbe spronato l’amministrazione a convocare la commissione congiunta commercio e politiche sociali per discutere sull’argomento. «Avevamo segnalato il mancato adeguamento del Comune di Civitanova alla legge regionale del 2017 sul contrasto al gioco d’azzardo – scrivono i consiglieri del Pd – e anche il tentativo di emanare un regolamento comunale con direttive più permissive in tema di orari di apertura delle sale slot rispetto al vecchio regolamento del 2004, attualmente ancora in vigore. La questura che nel contrasto all’illegalità ha mostrato più volte il pugno di ferro chiudendo in città attività commerciali legate alla movida, è anche operativa sul contrasto al gioco d’azzardo». La questura scrive che i propri uffici «hanno accertato che numerosi esercizi pubblici risultano aperti in fasce orarie notturne, in violazione del regolamento comunale del 2004. Si chiede di confermare la vigenza del regolamento in tema di limiti di orari consentiti». La questura chiede inoltre di comunicare l’eventuale esistenza di autorizzazioni in deroga al regolamento. «Non ci risulta sia stata data ancora risposta – continuano i democrat – La giunta Ciarapica, paladina a parole della legalità , dovrà chiarire alla questura se sul territorio di Civitanova vengono o meno applicati la legge e i regolamenti oppure si consente – come è nella realtà, che le sale slot siano aperte ininterrottamente, 24 ore su 24. In commissione, Monia Rossi non ha fatto cenno a deroghe emesse dal Comune, ma ha dichiarato che i titolari di tre sale gioco avrebbero riferito di aver ottenuto l’autorizzazione dalla questura a stare aperte h24, circostanza assurda e molto poco veritiera. Appare chiaro che l’intervento della questura ha costretto il Comune a correre ai ripari, accelerando sul nuovo regolamento, sul tema della legalità e della lotta al gioco d’azzardo in cui la giunta si è distinta per una inaccettabile melina, per non essersi adeguata alla legge regionale recepita invece da tutti i principali Comuni delle Marche e a prova di Tar e per aver emesso direttive di giunta (questa si bocciata dal Tar) mirate a scardinare i criteri della legge regionale, quelli sulla distanza tra sale slot e luoghi sensibili, e perfino in contrasto con provvedimenti emessi dalla Questura. Provvedimenti risultati invece giusti davanti ai giudici del Tar Marche».
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Strana questa animosità verso il gioco ed essere allo stesso tempo maestri del bluff!
Decisamente questa è la mia frase migliore.
Non si deve parlare di sale slot, ma di macchinette ‘mangiasoldi’. Infatti nel gioco d’azzardo il giocatore perde quasi sempre; se così non fosse chi pagherebbe i costi di gestione di quei locali?
In sostanza giocare costa e talvolta costa caro. E poi c’è l’idiozia del gioco in sé. Meglio una briscola all’osteria.
Il problema indubbiamente esiste ed è di una notevole gravità, questa volta il PD ha ragione. Il Comune, che siede nel Comitato contro le dipendenze, non può agevolare, sia pure con comportamenti omissivi, il vizio e il turismo ludopatico.
Dio non gioca a dadi con l’universo.
(Albert Einstein)
Dio non solo gioca a dadi con l’universo, ma li getta anche dove non li possiamo vedere.
(Richard Feynman Premio Nobel per la fisica nel 1965 )