I premiati per l’indagine su Pamela con il procuratore Giorgio e il pm Stefania Ciccioli che hanno coordinato le indagini e il colonnello Michele Roberti
di Gianluca Ginella (Foto di Fabio Falcioni)
Sotto le immagini di cinque carabinieri caduti in servizio, di fronte al plotone schierato sotto un sole già estivo, il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio, con al suo fianco il colonnello Michele Roberti, consegna gli encomi per le indagini sull’omicidio di Pamela Mastropietro. Il procuratore scambia una parola con ognuno. Dà buffetti, a volte baci sulle guance. Grandi sorrisi tra il procuratore e i militari perché è ancora fresca la sentenza di condanna all’ergastolo per Innocent Oseghale, della scorsa settimana, che dell’omicidio della 18enne era accusato.
La consegna delle pergamene avviene in un silenzio che intorno è pesante di emozioni in una città dove quello che è accaduto il 30 gennaio dello scorso anno, con l’uccisione di Pamela, è ancora vivo. Un silenzio che si rompe con l’ultima consegna delle pergamene, quella al colonnello Walter Fava, comandante del Reparto operativo di Macerata. I presenti si alzano tutti in piedi per rendere omaggio al premio ai carabinieri. Il tutto seguito in diretta streaming in alcune scuole della provincia dove gli studenti hanno assistito alla Festa dell’Arma che si è svolta al comando provinciale dell’Arma.
La 205esima festa. Prima, il colonnello Roberti si era rivolto proprio a loro in diversi passaggi del suo discorso. Ha ricordato con forza i caduti dell’arma del Maceratese, quelli le cui figure erano appese sopra al plotone schierato in alta uniforme e divise storiche. Uno dopo l’altro ha ricordato i caduti: Giovanni Burocchi, Alfredo Beni, Sergio Piermanni, Alfredo Costantini, Maurizio Baldassarri. Ha citato come sono morti. E’ stato un modo per dare risposta «A chi dice sfigati a persone che sono morte in guerra per garantire una democrazia moderna e libera» ha detto Roberti ricordando la frase che una ragazza di Macerata aveva rivolto ad una pattuglia di carabinieri per dire che abitava in via 226esimo reggimento fanteria, a Macerata (era lo scoro febbraio). Il comandante provinciale ha aggiunto: «Essere moderni non significa dimenticare il passato, ricordiamo gli eroi per riaffermare valori di pace e libertà. Non scegliete di essere schiavi di sostanze e comportamenti rendendovi schiavi di chi mette al centro il denaro e non l’uomo».
Bisogna «riscoprire il valore del contributo che ognuno di noi può dare» ha detto. E sull’impegno dell’Arma «Lavoro, salute, arte, ambiente: attraverso le sue specialità l’Arma contribuisce a difenderle, sono le cose più importanti per una provincia» ha detto il colonnello.
Oltre all’omicidio di Pamela, tra i premiati i carabinieri che hanno indagato sulla morte della 19enne Azka Riaz, travolta da un’auto il 24 febbraio 2018 ma che prima di questo sarebbe stata picchiata dal padre (il processo in cui l’uomo è imputato per omicidio preterintenzionale è in corso al tribunale di Macerata), e ai militari che sono intervenuti a Sarnano nella casa dove sono morti Rina Funari e Emanuele Piersanti, madre e figlio, e dove hanno salvato Franco Piersanti, il marito della donna. A seguire la cerimonia anche tanti nuovi sindaci, a cominciare da Sandro Sborgia di Camerino, comandante dei Nas dei carabinieri e che ora si sta dedicando alla rinascita della città ducale. E poi presenti il questore Antonio Pignataro, il presidente del tribunale Gianfranco Coccioli, il prefetto Rolanda Rolli, il giudice Roberto Evangelisti (presidente della Corte d’assise che ha condannato Oseghale), il presidente della Provincia Antonio Pettinari, il rettore Francesco Adornato.
LA NOTA DEL PROCURATORE – «Ringrazio il colonnello Roberti ed i militari del comando provinciale di Macerata per la minuziosa attività investigativa svolta a seguito dell’omicidio commesso in danno di Pamela Mastropietro e della successiva strage attuata da Luca Traini – ha detto il procuratore Giovanni Giorgio –. Grazie a loro è stato possibile raccogliere – immediatamente dopo i fatti – elementi di prova essenziali. Essi hanno lavorato ininterrottamente – anche di notte specie nei primi giorni -, sentendo un centinaio di testimoni ed effettuando rapidamente indagini tecniche. Tanto perché gli elementi di prova non raccolti subito dopo un reato raramente possono essere recuperati in seguito. Grazie ai carabinieri nulla di rilevante è andato perso, come attestano le sentenze di condanna emesse dai competenti giudici del locale tribunale. Abbraccio tutti i carabinieri che mi hanno affiancato con affetto e stima».
I PREMIATI
PER L’OMICIDIO DI PAMELA. Encomio semplice a: colonnello Walter Fava, luogotenenti Domenico Spinali, Gianpietro Fratini, Carmine Manco e Domenico Martelli, marescialli maggiori Giulio Scarponi e Gianfranco Iezzoni, brigadiere capo Claudio Melchiorre, brigadiere capo Antonio Donato Michitti, marescialli ordinari Francesco Petronelli, Antonio Ombra e Chiara Lobaccaro, appuntati scelti Vito Di Venere, Alessandro Losurdo, Vincenzo Ierardi, Maurizio Iannone, Francesco Paolo Pacifico, appuntato Rocco Francesco Granato.
Encomio semplice a luogotenente Silvio Mascia, al brigadiere capo Giovanni Francesco Perniola agli appuntati scelti Marco Bravi ed Enzo Amatuzzi. Motivazione: «Conducevano complesse e prolungate indagini che consentivano di sottoporre a fermo di indiziato di delitto l’autore dell’omicidio preterintenzionale di una ventenne (Azka), che veniva investita da un’auto dopo essere stata brutalmente aggredita dal genitore e abbandonata esanime sulla strada».
Encomio semplice a maresciallo Andrea D’Orazio, brigadiere capo Maurizio Orioli, appuntati scelti Ettore Ciabattoni, Giancarlo Bagazzoli, Balbo De Caro, Rocco De Giovanni, Emanuele Mazza. Motivazione: «Per aver disarticolato un sodalizio criminale composto da soggetti di nazionalità albanese, dedito al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. L’operazione si è conclusa con 4 arresti e il sequestro di 915 chili di marijuana».
Il riconoscimento al luogotenente Carbonari, ai marescialli maggiori Proietti e Santarelli, al maresciallo ordinario Alberigo, al brigadiere capo Giovanni Proto, all’appuntato scelto Maurizio Iannone
Encomio semplice per una operazione antidroga con 19 arresti: luogotenente carica speciale Giuseppino Carbonari, marescialli maggiori Cesare Proietti e Lorenzo Santarelli, maresciallo ordinario Alessio Alberigo, brigadiere capo Giovanni Proto, appuntato scelto qualifica speciale Maurizio Iannone. Motivazione: «Conducevano articolate indagini che consentivano l’arresto di un pregiudicato dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti e il sequestro di 14 chili di droga. A Montecosaro, tra gennaio e febbraio 2018».
Encomio semplice per l’indagine sul biogas: maggiore Simone Di Donato, al maggiore Raffaele Pasquali, maresciallo ordinario Gianfrancesco Pilato, brigadieri capo qualifica speciale Bruno Moriconi e Cristiano Tarsetti. Motivazione: «Per aver condotto l’indagine “Green profit” avviata nel 2013 e durata quindici mesi, che ha visto coinvolte quindici società e sette impianti, e che ha permesso di accertare una serie di condotte illecite poste in essere da funzionari pubblici, finalizzate a consentire alle imprese destinatarie di autorizzazioni uniche, la realizzazione di impianti a biogas senza il rispetto delle vigenti prescrizioni in materia e con indebita percezione di ingenti contributi pubblici».
Encomio semplice per una indagine su una organizzazione dedica al traffico di specie vegetali al vice brigadiere Paola Parente. Motivazione: «Per le spiccate qualità professionali dimostrate nell’indagine “Attila” diretta dalla procura di Ancona, che ha consentito di sgominare un’organizzazione dedita ad un traffico internazionale di specie vegetali».
Il riconoscimento ai marescialli Cecchini e Contessa, al brigadiere Mallozzi, al vice brigadiere Vincenzo Mazzone, all’appuntato scelto Fidanza, all’appuntato scelto Augusto Vona
Apprezzamento ai marescialli maggiori Stefano Cecchini e Oronzo Contessa, al brigadiere Gilberto Mallozzi, al vice brigadiere Vincenzo Mazzone, all’appuntato scelto qualifica speciale Giancarlo Fidanza, all’appuntato scelto Augusto Vona. Motivazione: «Per aver condotto una articolata attività di indagine che consentiva l’arresto di quattro persone per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed il sequestro di cospicua quantità di eroina».
Apprezzamento agli appuntati scelti Fabio Russo e Massimo Funari per il salvataggio a Sarnano dove entrarono in una casa in fiamme e salvarono una persona invalida costretta sulla sedia a rotelle.
Apprezzamento al maresciallo ordinario Luigi Corvini, al maresciallo Stefano Mastrantoni, al brigadiere Roberto Pino Melis, ai vice brigadieri Roberto De Iulis e Nicola Placì ed al carabiniere Roberto Galletta. Motivazione: «Conducevano una articolata attività di indagine che consentiva l’arresto di sei persone per tentato furto allo sportello Atm e il loro deferimento, unitamente ad altri quattro sodali, per associazione per delinquere finalizzata al furto e alla detenzione di materiale esplodente».
Al centro il presidente del tribunale Gianfranco Coccioli e a sinistra il giudice Roberto Evangelisti
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La nota del procuratore Giovanni Giorgio: «Ringrazio il colonnello Roberti ed i militari del comando provinciale di Macerata per la minuziosa attività investigativa svolta a seguito dell’omicidio commesso in danno di Pamela Mastropietro e della successiva strage attuata da Luca Traini – ha detto il procuratore Giovanni Giorgio –. Grazie a loro è stato possibile raccogliere – immediatamente dopo i fatti – elementi di prova essenziali. Essi hanno lavorato ininterrottamente – anche di notte specie nei primi giorni, sentendo un centinaio di testimoni ed effettuando rapidamente indagini tecniche. Tanto perché gli elementi di prova non raccolti subito dopo un reato raramente possono essere recuperati in seguito. Grazie ai carabinieri nulla di rilevante è andato perso, come attestano le sentenze di condanna emesse dai competenti giudici del locale tribunale. Abbraccio tutti i carabinieri che mi hanno affiancato con affetto e stima».
Sarò un sentimentale e un antico, ma l’Arma dei Carabinieri in me produce una bella sensazione di benessere. Conforta l’idea di essere in buone mani, e rilancia l’immagine dell’istituzione non come apparato burocratico ma come servizio reale ai cittadini e alle leggi dello Stato.
Vi sono aspetti – del nostro vivere civile – che andrebbero coltivati di più, e valorizzati come si deve. Fosse per me, porterei i Carabinieri nelle scuole.
Queste celebrazioni dell’Arma hanno principalmente lo scopo di motivarla in modo potente, anche per combattere e compensare la delusione che scaturisce dal fatto che l’Arma ha la netta sensazione che a ciò che essa fa non viene dato idoneo seguito (processo e condanna di chi commette illeciti) da parte delle istituzioni preposte all’esercizio della giustizia.
Sì, Davoli, essere i tutori dell’ordine, i custodi della legge è scelta nobile e ammirevole. Importante però è ricordare quale legge si deve custodire… sembrerebbe la Costituzione che inizia con l’affermare che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, cioè non è la repubblica dei rom, che fondano la loro società sull’accattonaggio e sull’arrangiarsi. Se un presidente della Camera afferma il contrario, se un Papa chiede perdono ai rom per il disamore di cui sono oggetto, abbiamo un problemino di amnesia un po’ più grande della mancanza di rispetto di una ragazzina verso i caduti della prima guerra mondiale.