Una foto del passaggio dell’esercito polacco nel maceratese
di Marco Ribechi
Liberazione delle Marche dal fascismo, una questione polacca. Tra i 1944 e il 1947 furono circa 80mila i soldati che dalle terre di Polonia, devastate dalla furia del Reich, vennero a combattere in Italia contro le forze naziste.
Cortile ex scuola Diaz officine di riparazione mezzi ed armi
Il loro passaggio è rimasto quasi inosservato dai paesi vincitori che avrebbero scritto la futura storia d’Europa ma proprio nelle Marche è evidente l’importanza della loro azione. Il cimitero polacco di Loreto, città come Filottrano, Osimo, Castelfidardo e Ancona ne furono da scenario mentre nella provincia di Macerata vengono ricordati tra i tanti paesi a Cingoli, Morrovalle, Civitanova, Potenza Picena, Recanati e Porto Recanati. Proprio nella città costiera il 27 aprile alle 17,30, nell’aula didattica dell’ex scuola Diaz di corso Matteotti, oggi Biblioteca Comunale, verrà presentato il libro “Loro nel noi”, una testimonianza per immagini del passaggio dell’esercito polacco curato da Fiorenzo Piangerelli per il centro studi Portorecanatesi.
Da sinistra: Fiorenzo Piangerelli, Livia Batkowski, Cristina Gorajski console onorario della Repubblica di Polonia ad Ancona, Giuseppe Perfetti presidente del Centro studi Portorecanatesi
Piangerelli ha raccolto 60 fotografie che raccontano l’arrivo e la permanenza del secondo corpo d’armata nella sua città: «Esiste un archivio fotografico che la Regione ha acquistato dal Polish Institute Sirkorski Museum di Londra – spiega il ricercatore – che conta oltre 7800 fotografie solo dedicate all’esercito polacco nelle Marche. Eppure quasi nessuno sa che la Polonia è uscita dalla guerra vincitrice combattendo in Italia e in altri stati Europei, ad esempio a fianco della Francia oltre che dell’Inghilterra». Le ragioni di questa pagina della storia dimenticata secondo Piangerelli sono da ricollegarsi agli accordi di Jalta, quando, nel 1945, gli Alleati decisero le sorti dell’Europa: «Si decise che la Polonia dovesse andare sotto il controllo della Unione Sovietica – continua il ricercatore – era necessario far apparire i polacchi come non vincitori e quindi non si poteva riconoscere il significativo apporto del II Corpo d’armata. Inoltre c’era un’alta conflittualità tra polacchi e russi e celebrare i soldati polacchi sarebbe stato un pericolo per la futura amministrazione della Polonia».
La compagnia femminile trasporti 3650 di base a Porto Recanati
Il II corpo d’armata iniziò la sua avanzata con la battaglia di Montecassino e venne poi spostato verso l’Adriatico, Vasto, Ortona, Pescara, Ancona, per risalire verso la Linea Gotica che i tedeschi stavano allestendo tra Pesaro e La Spezia. «La battaglia di Ancona vinta dai polacchi fu di fondamentale importanza – spiega Piangerelli – perché permise di prendere il porto e rifornire gli Alleati. Arrivarono fino a liberare Bologna il 21 aprile 1945. La loro azione di liberazione è stata quasi completamente dimenticata a causa della divisione dell’Europa in due blocchi». L’idea di raccogliere le fotografie in un libro nasce da episodi di vita personale: «Mia moglie è figlia di un sottufficiale polacco ma fino al 2016 non avevamo mai dato grande importanza a i questa parte di storia – spiega l’autore – un giorno avvenne che mentre eravamo a Loreto c’erano degli alunni della scuola polacca Anders di Macerata. I bambini iniziarono a intonare l’inno della Polonia e mia moglie si commosse molto ricordando gli anni trascorsi a Roma in un collegio di suore polacche,decidemmo che era tempo di recuperare la memoria del passato».
L’ingresso Sud di Corso Matteotti
La fonte primaria delle informazioni è stata fornita dalle foto del Sikorski Museum di Londra ed acquisite a suo tempo dalla Regione. Delle 7800 foto circa 130 riguardano Porto Recanati. 60 sono quelle selezionate da Piangerelli e messe a confronto con la città di oggi: «Hanno un valore di contestualizzazione del passato nel presente – spiega l’autore – proprio grazie agli stranieri, ai polacchi, il nostro paese è stato liberato. Oggi invece assistiamo a una persecuzione dell’estraneo. Inoltre c’è il desiderio di restituire a quei soldati il rispetto che doveva esser dovuto al loro tempo. Restituire la memoria e la dignità è importante soprattutto verso un paese che è sempre stato nostro amico, nell’inno d’Italia alla quinta strofa si parla di sangue polacco mentre l’inno polacco è stato scritto ed eseguito per la prima volta a Reggio Emilia nel 1797. I due inni sono l’unico caso al mondo dove nel testo dell’uno viene citato l’altro paese e viceversa. Loro sono ancora presenti perché hanno lasciato una traccia genetica tramandata ad esempio attraverso la mia famiglia. Questo è anche il motivo del titolo del libro, Loro nel Noi». Alla presentazione del 27 aprile alle 17:30 saranno presenti anche il Console Onorario di Ancona Cristina Gorajski, il presidente del centro studi Portorecanatesi Giuseppe Perfetti e il professor Lino Palanca.
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…ma cosa dite!!?? Le Marche sono state liberate dai partigiani comunisti..che volete fare adesso, anche Mattarello ha detto che la storia non si riscrive..suvvia!! gv
Tra i liberatori polacchi i maceratesi di appena ieri non possono non ricordare il carissimo Iola (cosi italianizzato il suo cognome altrimenti per i piu’ non facilmente pronunciabile). Iola faceva parte della colonna polacca, a Macerata aveva trovato l’amore. Era tornato e messo su famiglia contribuendo da folgorante ala destra ai succesi della Maceratese. Finita la carriera sportiva, Iola era stato assunto in Comune. Sulla sua divisa azzurra scuro ricordo brillava all’occhiello il distintivo di Solidarnosc di cui andava molto fiero. Non dimenticava la sua terra, Iola anche se per amore aveva scelto la terra maceratese. Come il col. Antoni Mosiewicz, anch’egli liberatore polacco nell’esercito del generale Anders che da Loro Piceno cannoneggiava le truppe tedesche a Colbuccaro nella battaglia ‘dimenticata’ per la liberazione di Macerata per opera della Nembo. Dimenticata fino a quando il m.llo Antonio Minischetti, romano, che a quella sanguinosa battaglia aveva partecipato, non mi racconto’ i fatti. Minischetti aveva sposato una ragazza di Penna San Giovanni e nelle Marche tornava periodicamente. Cosi come in questa terra, talvolta ingrata, ha voluto essere seppellito il col. Mosiewicz nel giugno scorso nel suo estremo viaggio a Loro Piceno, il paese della sua diletta sposa.
Dell’intero articolo mi ha incuriosito una frase riguardante le 60 foto selezionate dall’autore Piangerelli su Porto Recanati, durante il passaggio delle truppe polacche al seguito degli Alleati, messe a confronto con la città di oggi:
“Hanno un valore di contestualizzazione del passato nel presente proprio grazie agli stranieri, ai polacchi, il nostro paese è stato liberato. OGGI INVECE ASSISTIAMO A UNA PERSECUZIONE DELL’ESTRANEO.”
Premesso che mi riprometto di leggere il libro e quindi posso fare solo delle ipotesi, ma qualche dubbio mi viene spontaneo:
Ma paragonare i soldati polacchi agli stranieri/immigrati di oggi, per di più a Porto Recanati resa “famosa”, non solo in Italia ma anche sulla stampa internazionale, per i problemi creati dagli immigrati di cui l’Hotel House ne è l’emblema, non è azzardato e diffamatorio in primo luogo proprio per i polacchi che riposano nel cimitero militare a Loreto ?
Gli stranieri sarebbero perseguitati in Italia e dalle nostre parti??? Direi esattamente il contrario…!!!
Peraltro anche i nazisti erano stranieri… come si fa a enunciare certi ragionamenti a pera?
Mentalità mediocre!!!!!!!!!!
Da una lettura più attenta dell’articolo leggo, appunto: “proprio grazie agli stranieri, ai polacchi, che il nostro paese è stato liberato. Oggi invece assistiamo ad una persecuzione dell’estraneo”!! A parte il fatto che, pensate un po’, molti “compagni” mi avevano sempre detto che il nostro paese era stato liberato dai partigiani comunisti, e va be’… Tuttavia non mi pare che oggi vi sia una “persecuzione” nei confronti dei polacchi e nemmeno di nessun altro popolo straniero (..si può dire straniero, perché, sapete, ad Hollywood pare proprio che sia stato vietato!!), o forse qualcuno si riferisce a tutti quei clandestini che stanno entrando in Italia senza avere nessun diritto a farlo e che, secondo la logica della frase che sopra ho citato, dovrebbero…liberarci!? Liberarci da cosa..mah..dagli invasori..da loro!!?? gv
Concordo con Castellucci quando ribatte che l’Italia non perseguita gli estranei e aggiungo che l’Italia non li perseguita neanche quando commettono delitti perché applica leggi democratiche, ispirate alla Costituzione, nata dalla Resistenza al fascismo. Ma forse l’autore si è solo spiegato male.
M’interesserebbe sapere se in qualcuna delle tante manifestazioni di oggi, qualcuno degli oratori si sia ricordato di loro. E, anche di questi fatti:
http://www.centrostudifederici.org/sacerdoti-uccisi-dai-partigiani-comunisti/
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Argelato
Signor Tombesi, a me risulta anche che i suoi due riferimenti siano poi solo alcuni di una lunga, troppo lunga, serie. Ossequi. gv
Signor Vallesi, ne sono ben conscio e potrei indicarne molti altri, ma non era il caso;sono nato nel ’46, mai votato partiti di destra, ma, considerandomi intellettualmente libero, la “Storia”, parlo della “vera”, non me la sono fatta raccontare da chi aveva interessi di parte.