di Francesca Marsili
Hanno guardato indietro fino al quindicesimo secolo, quando nel territorio di Matelica, la coltivazione dello zafferano era una realtà importante, hanno studiato le caratteristiche, i bulbi, il clima ed il terreno ed hanno pensato che quell’antica coltura abbandonata si potesse e si dovesse recuperare. Protagonisti di questa storia dal sapore antico due giovani matelicesi: Riccardo Gentilucci, 21 anni, perito agrario e suo fratello Matteo, ingegnere 28enne.
L’atto di compravendita di zafferano datato 1482 in cui il notaio citava espressamente la località di Braccano come ad indicarne una specie di denominazione di origine del prodotto a garanzia di qualità
Innamorati della loro terra ed appassionati di vecchie tradizioni, i due, dopo una minuziosa ricerca su documenti vecchi di sei secoli, decidono di lanciarsi nel loro futuro artigianale riportando in vita una piccola produzione di “oro rosso”. Il solco per la semina di questo progetto è stato tracciato dal ritrovamento nell’archivio notarile di Camerino di alcuni atti di compravendita di zafferano datati 1482 in cui il notaio citava espressamente la località di Braccano come ad indicarne una specie di denominazione di origine del prodotto a garanzia di qualità. Nasce cosi, in un piccolo terreno di proprietà dei due fratelli custodito tra le falde del monte San Vicino lo “Zafferano Metelis”. In ginocchio sulla terra, la produzione di questo prodotto di nicchia avviene tutto rigorosamente a mano, dalla semina del crochi viola sino alla raccolta degli stimmi fiore per fiore. Ma il motto dei due giovani imprenditori è: “non solo risotto” ed oggi il loro zafferano sposa la bionda per eccellenza facendosi anima, carattere ed ingrediente di una birra artigianale. Perfettamente allineato con l’analisi presentata nei giorni scorsi da Coldiretti da cui emerge come i birrifici artigianali abbiano negli ultimi anni fortemente diversificato la loro offerta proponendo nuove specialità per gusti sempre più raffinati e creando un legame diretto con le aziende agricole locali, il birrificio artigianale “Millecento” di San Cassiano di Fabriano sceglie lo zafferano di Matelica per aromatizzare e dar vita alla “Birra Zaffera”. Una bevanda – la birra speziata – che affonda le sue origini nel basso medioevo, quando i monaci, tra le mura delle abbazie erano gli unici detentori delle conoscenze e delle tecniche per la preparazione. Come una sorta si alchimia, odori e sapori antichi ritornano a noi per inebriare i nostri palati. Ripartire dal territorio e sfruttare le potenzialità della terra facendo rivivere una coltura del passato: è questa la grande sfida di Riccardo e Matteo.
Il terreno dove i due fratelli coltivano lo zafferano
Il titolare del birrificio Samuele Carnevali e Riccardo gentilucci
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Complimenti per la determinazione di questi 2 fratelli..da ammirare!!