di Laura Boccanera (foto di Federico De Marco)
Un incremento del consumo di cocaina nelle Marche di oltre il 150% tra il 2016 e il 2017, ma si continua a morire per eroina. Si è aperto con un minuto di silenzio il consiglio comunale aperto di Civitanova dedicato al consumo di stupefacenti. L’assise ha ricordato le recenti vittime della droga, la civitanovese Alessandra Ercolani, morta all’interno della sua auto all’Hotel House dopo un’overdose, ma anche Pamela Mastropietro e Desirèè Mariottini, le ragazze uccise a Macerata e a Roma. Da Corvatta la proposta: «Test antidroga per sindaco, giunta e consiglieri comunali».
L’assise in seduta aperta ieri sera ha affrontato da diversi punti di vista il problema del consumo di sostanze. A fornire i primi dati utili sulla crescita dell’uso di stupefacenti, il dirigente del Servizio prevenzione dell’Asur Mario De Rosa, che ha tracciato un quadro anche etico e antropologico: «La droga non è il problema, è il sintomo». Gli utenti che accedono al Sert sono passati, nella sola Civitanova, da 490 (di cui 425 tossicodipendenti e 65 alcolisti) nel 2003 a 727 nel 2018 (di cui 504 tossicodipendenti e 142 alcolisti). La dipendenza da sostanze e da alcol emerge anche dai servizi di prevenzione sul territorio con gli etilometri fuori dalle discoteche, quando il 31% delle persone con tasso alcolemico maggiore di 0.50 grammi per litro di sangue afferma comunque di guidare seppur ubriaca. Numeri in crescita costante nonostante gli sforzi sulla prevenzione. «Sono 30 anni che facciamo progetti di prevenzione e pure il trend è in crescita, vuol dire che comunque stiamo sbagliando», ha aggiunto il dottor De Rosa sottolineando come occorrano non solo i progetti nelle scuole, ma un nuovo approccio culturale per un problema che è di tipo etico. «I ragazzi che arrivano da noi sono cambiati rispetto a quelli degli anni ’70 – conclude – La droga non è più qualcosa che si consuma in un certo ambiente è diventata l’oggetto di un prototipo giovanile che tende al narcisismo, sono fragili e spavaldi, aggressivi, hanno perso il desiderio che deriva da una mancanza e ricercano l’eccitazione nelle sostanze».
I nuovi contatti col servizio nel 2018 sono stati 170 (a fronte dei 105 del 2017) e le età degli utenti variano per la maggior parte fra ragazzi fino a 27 anni e poi sopra i 38 anni. Tra i 727 utenti seguiti dal dipartimento 66 fanno un uso primario di cocaina e 350 ne fanno un uso secondario, 32 invece fanno un uso primario di cannabis, utilizzata per il 90% degli utenti in cura come uso secondario. Per quanto riguarda i trattamenti sono 81 gli inserimenti in comunità che il Sert ha proposto. Ma il problema della dipendenza cresce anche nell’ambito dell’alcol. Basti pensare che nel 2017 il Sert effettuava controlli sulle persone fermate alla guida in stato di ebbrezza dalle forze dell’ordine su 201 soggetti, nel 2018 sono aumentati a 345. Tra gli interventi anche quello di Andrea Foglia dell’associazione “Citanò alle dipendenze” che ha sottolineato il ruolo delle associazioni, culturali, sociali e sportive come alternativa educativa per i ragazzi e come i numeri illustrati dai tecnici non siano che la punta di un iceberg del consumo di stupefacenti che rimane sommerso perché non trattato nelle strutture sanitarie. «Tutta questa analisi ci porta a proporre all’intera assemblea – ha detto – la costituzione di un osservatorio permanente sui giovani. Un organo laico e libero, certamente attento ad ogni influenza partitica propositiva, con tutti gli attori sociali. A quest’organo spetta la progettazione della prevenzione in città e nel suo territorio, l’attenta e giustificata pianificazione degli interventi. La sistematicità delle differenti attività».
A prendere la parola poi anche Josè Berdini della cooperativa Pars e numerosi consiglieri comunali. Tra gli interventi quello del consigliere comunale Tommaso Corvatta che ha proposto i test antidroga per i componenti del consiglio comunale, sindaco e assessori: «La soluzione non può essere comunale, ma di livello più alto, nazionale, quello che possiamo fare qui e anche da subito è dare l’esempio e cambiare la nostra mentalità. Diamo allora un esempio autorevole sottoponendoci autonomamente ai test antidroga», ha proposto Corvatta. Una richiesta in questo senso era stata fatta in passato dall’associazione Civitasvolta e il consigliere Livio De Vivo aveva aderito in maniera autonoma, ma la proposta non è stata istituzionalizzata. «L’attenzione politica di questa città è più rivolta agli abusivi, ai mendicanti che non alla droga. Ne parlano o gli addetti ai lavori, gli operatori sanitari o non è un dibattito che prende le coscienze e non si ha la consapevolezza che questa è la prima piaga di questa città», il commento del consigliere Silenzi.
A chiudere il dibattito il sindaco Fabrizio Ciarapica che ha ricordato le attività di prevenzione e stigmatizzato dal punto di vista politico la chiusura della comunità Le Querce. «Spesso le nuove generazioni conoscono la droga proprio all’interno delle proprie abitazioni – ha detto Ciarapica – quando ero assessore ai Servizi sociali ho constatato quanto disagio ci fosse in certe situazioni. Tema delicato che va affrontato con contrasto e sostegno alle famiglie, ma anche sensibilizzazione e informazione. Bisognerebbe fare di più, ma non condivido Silenzi che dice che sulla droga non c’è attenzione rispetto a altri temi. Sono fenomeni diversi che agli occhi dell’opinione pubblica hanno un’attenzione diversa. Come amministrazione comunale siamo seduti al tavolo con la Prefettura “Uniti contro le droghe”, la città ha voglia di reagire e di dire no e proteggere i nostri giovani da questa terribile piaga. Per quanto riguarda la questione della comunità La Querce va fatta chiarezza e ricordato che è stata la Regione guidata dal Pd a chiudere la comunità, a noi è arrivata la comunicazione da parte dell’Asur che entro il 31 dicembre 2018 ci avrebbe restituito lo stabile di proprietà del comune, con soli due mesi di anticipo e lo comunicava anche alla Pars che gestiva il servizio. All’indomani della lettera ho avuto incontri e dirigenti dell’Asur e cercato una soluzione che consiste nella proroga».
non ci vedo nulla di strano.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
La proposta del test a sorpresa è nostra e del 2014,allora non è stata minimamente considerata. E’ divenuta prassi dibattere di temi sensibili nel consiglio comunale aperto che è da qualche mese l’unica modalità di partecipazione alla res pubblica.
Civitanova a memoria decennale è coinvolta nell’uso e nello spaccio della droga, male assoluto , incontestabilmente sempre presente anche in provincia.
Si è evoluta la modalità con cui si incrementa l’uso e il consumo: la droga costa meno, è più pericolosa, la distribuzione è capillare, avviene nei luoghi di vita quotidiana e non identificabili come quando era una moda trasgressiva i cui avventori si concentravano sotto il palazzo della galleria.
La Prevenzione esige un protocollo d’intesa fra le parti_ comune, asur, scuole, esige anche l’esempio da parte loro. In effetti solo fornendo alle nuove generazioni gli anticorpi per dire no alla droga si potrebbe pretendere di arginare il fenomeno. Anni fa avevamo proposto che tutti in consiglio comunale comprensivo di giunta si sottoponessero ad analisi gratuite a sorpresa, effettuate con la collaborazione dell’asur, pur consapevoli che nessuno può essere obbligato. Sarebbe però stato un buon esempio da regalare ai ragazzi che sono informatissimi sulle droghe già alle scuole medie e non hanno il minimo bisogno di prediche.
I ragazzi hanno bisogno di essere coinvolti concretamente e di sentirsi parte attiva nella costruzione di un prodotto collettivo (es. un corto metraggio, un’indagine filmata…)
un autorevole psicologo ora in pensione ci aveva riferito che la prevenzione si fa quando ci sono i soldi giustificando il fatto che le visite previste dal logopedista, dall’ortottico e da altri professionisti prima dell’ingresso alle scuole elementari fossero state sospese. Allora perché oggi esternalizzare a privati le consulenze se ci sono professionisti pubblici inutilizzati, già pagati e disponibili solo gestendo diversamente l’orario? Una ricerca vecchia, ma attuale ha correlato la tossicodipendenza alle difficoltà nella lettura cumulate nel tempo, difficoltà aggravate oggi dalla precoce fissità della pupilla troppe ore esposta alla visione della tv e dei monitor.
La prevenzione è anche precocemente intervenire per azzerare queste criticità, termine a voi molto caro. Il discorso sulla prevenzione è dunque ampio e ingloba anche la sicurezza stradale compito condiviso tra le forze dell’ordine e l’ente comunale. Il consiglio avrebbe dovuto approvare una delibera d’indirizzo da inviare alle autorità competenti che approvino e rendano operativa la legge del buon samaritano
civitasvolta@gmail.com
Purtroppo ho letto solo ora del consiglio comunale aperto che si è tenuto a Civitanova Marche dedicato al consumo di stupefacenti ed alcol affrontando il problema da diversi punti di vista iniziando dal quadro etico –antropologico illustrato con i dati forniti dal dott. Mario De Rosa che ci comunica appunto che “ La droga non è il problema,è il sintomo” . Come Associazione italiana familiari e vittime della strada confermiamo tristemente l’aumento dell’uso di alcol e stupefacenti specie tra i giovani automobilisti tanto che le conseguenze portano all’ aumento degli incidenti con morti e feriti sulle strade specie in ore notturne e periodi estivi , allargando ormai la piaga a valenza sociale generale . Consci di ciò siamo stati copromotori della legge n. 41/2016 sull’omicidio stradale ed è di ieri la notizia che “…. i giudici costituzionali hanno riconosciuto la legittimità della revoca automatica della patente in caso di condanna per reati stradali aggravati dallo stato di ebbrezza o di alterazione psicofisica per l’assunzione di droghe …” Inoltre abbiamo proposto nella Regione marche l’approvazione del protocollo operativo sul prelievo ematico ed accertamenti necessari nei casi di omicidio e lesioni personali stradali gravi e gravissime – Artt. 589-bis e 590-bis C.P. Legge n. 41 del 24 marzo 2016 . A tal proposito riporto di seguito quanto formulato e letto all’inagurazione dell ‘anno giudiziario 2019 presso il palazzo di giustizia di Ancona contenente dati indicazioni e proposte .
Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada A.I.F.V.S. onlus:
segreteria nazionale Via A. Tedeschi, 82, 00157 Roma – tel. 06 41734624
fax 06 81 15 18 88
http://www.vittimestrada.org – E-mail info@vittimestrada.org
Inagurazione Anno Giudiziario Sabato 26 gennaio 2019 Ancona
Reati stradali: si può fare di più
Negli ultimi anni nel dibattito sociale si è maturato il convincimento, da sempre sostenuto dall’AIFVS, che una strategia di efficace contrasto alla strage stradale richiede, tra l’altro, una seria presa in carico della questione giudiziaria, che svolge una funzione preventiva o deterrente tramite la punizione del reato.
Tale convincimento si è tradotto, meno di tre anni orsono, nella riforma del c.d. “omicidio stradale” (l. n. 41 del 23 marzo 2016). La riforma ha determinato, com’è noto, un inasprimento del quadro sanzionatorio, che a sua volta ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli operatori del diritto sulla gravità di condotte che, per troppo tempo, erano state sottovalutate e, di conseguenza, sulla necessità di un adeguato trattamento sanzionatorio: lo abbiamo rilevato subito dall’esperienza quotidiana nelle aule di giustizia e ne abbiamo dato atto già nell’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2017.
Una importante conferma dell’efficacia deterrente del maggior rigore nell’amministrazione della giustizia si è avuta nel luglio 2017, allorquando sono stati pubblicati i dati ACI-ISTAT relativi ai sinistri stradali del 2016, che hanno visto un calo rispetto all’anno precedente.
All’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2018 abbiamo proposto ai responsabili degli Uffici giudiziari alcune linee di intervento, riconducibili all’esercizio delle loro funzioni direttive, che potevano contribuire a diffondere in tutti gli operatori della giustizia quella nuova sensibilità già dimostrata da tanti magistrati.
Oggi è possibile tracciare un nuovo bilancio: a quasi tre anni dall’emanazione della legge sull’omicidio stradale si avvertono preoccupanti segnali di un calo di attenzione, da parte sia dell’opinione pubblica che degli operatori del diritto. Tornano a presentarsi fenomeni che speravamo in via di estinzione, come la tendenza a minimizzare la gravità della colpa del reo anche nei casi di violazioni eclatanti di norme cautelari, o la conseguente inadeguata commisurazione della pena.
E allora, probabilmente non è un caso se dai dati ACI-ISTAT relativi al 2017, pubblicati nel luglio 2018, si rileva che il numero dei sinistri torna a crescere.
Quanto sopra purtroppo è attestato dai dati rilevati a seguito di controlli effettuati recentemente dagli organi di Polizia anche sulle nostre strade locali che evidenziano una incidenza negativa da effetti di alcol e droghe e sostanze stupefacenti , specie sui giovani, da un minimo del 16% al 24% in periodi serali-notturni con punte durante i fine settimana estivi del 50% su conducenti di veicoli , pari, semplificando con un pratico esempio , da 1 conducente ogni 6 veicoli ad 1 conducente ogni 4 con le punte di 1 conducente ogni 2 veicoli che incrociamo sulle strade hanno valori di alcol e droghe superiori ai limiti di legge .
Del resto, che la strage stradale stia vivendo una recrudescenza lo testimonia pure la gravità dei sinistri più recenti, verificatisi anche nel nostro territorio: in un settore pericoloso come quello della circolazione stradale, è fondamentale che tutti operino con la massima diligenza. Questo vale per i conducenti degli automezzi come per i gestori delle infrastrutture stradali.
Tenuto conto di quanto sopra indicato – ed inoltre che l’intesa tra cittadini, società civile, forze di polizia ed istituzioni stenta ad emergere, e che le leggi da sole non costituiscono garanzia di recepimento e di applicazione adeguata, richiedendo piuttosto che ciascuna istituzione faccia la propria parte – si conferma la perdurante attualità delle proposte già formulate nel 2018, che aggiorniamo come segue:
1- formulare linee di indirizzo volte ad assicurare effettività ed uniformità nell’applicazione della normativa per non far sbilanciare l’amministrazione della giustizia a favore dell’imputato. Nel codice di procedura penale la frequenza più alta è quella della parola “ giudice” (1033), seguita da “ pubblico ministero” (602) , “sentenza” (457) ed “ imputato “ (428). E la parola “ vittima “ dove si colloca ? Per ultima nominata una sola volta . Infatti la vittima nel processo penale non esiste. In una società che si reputa civile tutto questo può e deve cambiare
2- istituire corsie preferenziali all’interno dei Tribunali e delle Corti d’Appello per un sollecito svolgimento dei processi da trattare con sensibilità vittimologica, ponendo nella giusta evidenza anche la relazione tra vittima ed autore dell’atto vittimizzante, tra vittima e sistema giudiziario per giungere ad una conoscenza e comprensione dei protagonisti del reato, a scopo preventivo e riparatorio;
3- attuare una specifica formazione dei magistrati penali per la liquidazione del risarcimento del danno alla persona senza rimessioni al giudice civile in caso di costituzione di parte civile, rimessioni che, in quanto legittimate da specifiche norme, si prestano ad essere “sfruttate” dai responsabili nei confronti delle vittime con finalità dilatorie;
4- applicare il protocollo operativo sul prelievo ematico ed accertamenti necessari nei casi di omicidio e lesioni personali stradali gravi e gravissime – Artt. 589-bis e 590-bis C.P. Legge n. 41 del 24 marzo 2016 per una più efficace attuazione della normativa da parte dei presidi ospedalieri e delle forze di polizia con il coordinamento delle procure, in modo da garantire certezze sui risultati delle indagini ed degli esami in relazione alle alterazioni psicofisiche per chi alla guida di veicoli ha causato incidenti .
Il Procuratore Generale dott. Sergio Sottani all’inaugurazione dell’Anno giudiziario del 2018 ha voluto richiamare con un aforisma la regola aurea per creare collaborazione istituzionale, all’interno di un ufficio o tra distinti uffici: “se tu hai una mela e io ho una mela e ce la scambiamo,allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai una idea ed io ho una idea,e ce la scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee”.
Disponibilità alla condivisione abbiamo riscontrato nella proposta dell’AIFVS di oltre un anno fa di adottare anche nella Regione Marche il protocollo citato ( come già istituito nelle regioni Lazio , Toscana e Veneto ) , e per il quale abbiamo inviato istanza al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello delle Marche ed al Presidente della Giunta Regionale Marche, i quali hanno ritenuto utile e giusto l’accoglimento. Le procedure sono in itinere grazie anche all’autorevole consulenza del prof. Raffaele Giorgetti della Medicina Legale dell’Università Politecnica delle Marche ed è in fase conclusiva l’adozione del protocollo per l’applicazione uniforme in tutta la Regione Marche.
A nome dell’Associazione che rappresento e mio personale ringrazio calorosamente tutti per la produttiva condivisione.
Concludendo, rivendichiamo come AIFVS la finalità di “Fermare la strage stradale”, e di non volere né vittime e né imputati; riconosciamo che i temi della giustizia e della prevenzione sono interconnessi : la giustizia potrà orientare i cittadini al rispetto dei diritti umani e della legalità se nel dopo-incidente garantirà indagini accurate per la ricostruzione delle dinamiche , processi celeri e rigorosi, dai quali emerga “non solo la verità processuale, ma anche la verità dei fatti”.
È questo il cambiamento che auspichiamo nella giustizia, e per il quale si può e si deve fare di più.
Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada (A.I.F.V.S) onlus
Giuseppa Cassaniti Mastrojeni – Presidente Naz.
A.I.F.V.S. responsabile della sede di Porto Potenza Picena (MC)
BONARINI Piero già C/te della Polizia Locale di Potenza Picena
Se gli amministratori si sottoponessero volontariamente, a sorpresa, a test antidroga, il loro gesto avrebbe un forte impatto psicologico e mediatico sui giovani, i quali hanno un disperato bisogno di buoni esempi e di coerenza in capo alle figure adulte di riferimento.
Del resto, se un amministratore è pulito, che paura dovrebbe avere dei test antidroga?
Eh no, sono assolutamente contrario a questi test. Non vorrei assolutamente scoprire che le loro decisioni a volte se non sempre. siano prese perché in preda a chissà quale sostanza. Mi piace pensare che sia la ” ragione “ha dettare le loro scelte. Naturalmente bandisco pure test alcoolici.
Purtroppo, e non a caso, vale ancora il detto: “predica bene e razzola male”, quindi nessuna meraviglia che i nostri politici non vogliano sottoporsi ai test….. IPOCRITI!!!
Gli amministratori figure adulte di riferimento?Quali?Per chi?Per cosa?
Personalmente non è che io sia contrario ai test antidroga per quanto riguarda i nostri politici, né in linea di principio, né in pratica, anzi, discutiamone ancora di più; dopodiché, però, i test antidroga andrebbero estesi, perlomeno, anche a tutte le categorie che sono a contatto con il pubblico, a cominciare da tutti quelli che lavorano nella sanità e nelle scuole, ma anche autisti di pullman (forse lo si fa già) ed altri. La cosa non deve diventare solo un attacco politico, altrimenti perde tutto il suo senso. Tuttavia, che ciò possa servire da esempio per i giovani e per tutti coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti, questo, per me, è assolutamente stupefacente, dato che, per limitare questo vero e proprio disastro, ci vuole ben altro, a cominciare da una vera repressione (che non c’è mai stata veramente, anche se qualcuno ancora sostiene il contrario, ma non ho ben capito su quali basi..), da una vera educazione sul fatto che le droghe, non solo uccidono, ma fanno male sempre a se stessi ed agli altri, anche le più leggere, anche se, pure qui, una parte politica ben conosciuta vorrebbe legalizzarle, addirittura, illudendosi di combatterne lo spaccio!! Pura illusione; andatevi a vedere i dati di tante altre nazioni che lo hanno fatto e se la malavita ne ha rimesso; è accaduto tutt’altro. Poi, infine, per ora, la famiglia che, dove non c’è addirittura qualche genitore che ne faccia anche lui stesso uso, deve ritornare al concetto del “proibito”, su certe cose, ed in primis la droga, cosa che oggi, mi sembra, non accada molto spesso. Molte volte ho sentito dire genitori dire..”be’, qualche canna ogni tanto, cosa vuoi che sia”..!! gv