Alcuni braccianti in una pausa pranzo all’interno di una casa colonica abbandonata in zona Piane Potenza
Sessantadue braccianti agricoli controllati nelle campagne di Montelupone e Recanati, in sei non avevano il permesso di soggiorno. Imponente operazione di contrasto al caporalato e allo sfruttamento della manodopera ieri pomeriggio ad opera dei carabinieri della Compagnia di Civitanova. Gli uomini del maggiore Enzo Marinelli, assieme al Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Macerata (Nil) hanno effettuato dei controlli speciali nelle campagne.
Le indagini erano partite già tempo addietro e ieri il blitz dove sono stati trovati numerosi braccianti agricoli appartenenti a nazionalità diverse: fra loro pachistani, indiani, senegalesi, nigeriani e bengalesi. Venti militari, in aggiunta all’ispettorato del lavoro li hanno raggiunti durante la pausa pranzo: molti di loro si trovavano all’interno di una rimessa, mentre gli altri erano ancora al lavoro in un campo per la raccolta degli ortaggi. I braccianti sono stati caricati su alcuni furgoni e scortati fino alla caserma dei carabinieri di Civitanova per gli accertamenti sulle loro posizioni e regolarità di permanenza nel territorio nazionale.
Tra i 62 identificati non senza difficoltà (quasi tutti sprovvisti di documenti), 6 sono risultati stranieri in possesso di permesso di soggiorno scaduto o negato per mancato accoglimento dello stato di rifugiato. Molti di loro sono risultati in carico presso delle onlus. Per loro è stata avviata la procedura di accertamento sulla permanenza nel territorio nazionale in collaborazione con l’Ufficio Immigrazione della Questura di Macerata. Per tutti, comunque, sono in corso i necessari accertamenti sulle corrette assunzioni, il rispetto delle retribuzioni orarie previste dal contratto di categoria, l’uso dei dispositivi di protezione e il rispetto delle visite mediche al fine di verificare che non si tratti di altri casi di “caporalato” come già invece era emerso lo scorso 31 agosto.
Al lavoro nei campi senza contratto, due denunce per caporalato
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E’ ragionevole ritenere che la situazione riscontrata nelle Marche esiste anche nelle altre Regioni?
Speriamo che tutto non si risolvi con altri 62 soggetti pronti per la meno faticosa e più remunerativa attività di spaccio. Mi auguro che non si tratti dei soliti super sfruttati trattati come schiavi. In quest’ultimo caso si meriterebbero immediatamente il reddito di cittadinanza in attesa di poter dimostrare di non essere delle bestie. E che qui come la metti la metti male. Poi magari sono tutti assicurati, pagati secondo tariffa e che le onlus che li ospitano siano garanti sulle loro condizioni.
Vorrei risponderLe sig.Iacobini,ma non ho capito la domanda….
Ennesima dimostrazione che se mangiamo verdure e frutta è grazie a questi poveri disgraziati che per giunta sono anche schiavizzati e disprezzati e da tutti….
Via gli stranieri dall’Italia, qualcuno grida a bocca spalancata….. poi anziché il pomodoro, l’insalata e le pesche, ci mangeremo la frutta sciroppata….
Ah solo per chi non lo sapesse, la schiavitù è terminata nel 19° secolo…. e a perpretarla per secoli sono stati sempre i “bianchi” (la cosiddetta classe nobile), a discapito della povera gente di colore….
Per Pescolloni. Nelle Marche chi è preposto al mantenimento dell’ordine, magistrati e militari, è attivo nei controlli di legge sulle attività agricole, forse non altrettanto accade nelle altre Regioni.
A mio modo di vedere da questi aspetti emerge la necessità assoluta di una seria inchiesta sulla formazione del prezzo finale di vendita dei prodotti agricoli,di certo molto elevati.
Lode alle forze dell’ordine che finalmente stanno lottando contro l’illegalità.