L’intervento del sindaco di Camerino Pasqui
di Monia Orazi
«Il mancato incontro con i sindaci dell’entroterra è un’occasione persa, ma non una rottura». A dirlo è stato oggi pomeriggio il sottosegretario alla ricostruzione Vito Crimi che, accompagnato dalla deputata del Movimento 5 Stelle, Patrizia Terzoni e dal commissario straordinario alla ricostruzione, Piero Farabollini, ha fatto tappa all’università di Camerino, per la seconda parte degli incontri previsti durante la giornata in provincia. In mattinata era stato a Tolentino.
Piero Farabollini e Vito Crimi
«A me dispiace, non me la sento di criticare i sindaci, perchè le situazioni che vivono sono tragiche e complesse. Immagino la sofferenza che hanno avuto – ha detto Crimi -. Capisco le loro posizioni, mi dispiace perchè è stata un’occasione persa, sono stati incontri che hanno portato dei contenuti. Cercherò di incontrarli, questa non è una rottura. Tornerò non subito, non prima di mettere in piedi delle modifiche normative, è un peccato non me la sento di criticarli». Le ragioni della protesta, sintetizzata dai primi cittadini in uno scarno comunicato stampa, sono state così spiegate da alcuni di loro. Luigi Nazzareno Bartocci, sindaco di Esanatoglia, assente agli incontri di Tolentino e Camerino, chiede un ruolo specifico nelle scelte: «La nostra mancata partecipazione vuole essere il segno che nella ricostruzione i sindaci devono avere un ruolo maggiore, evitando il rimbalzo tra Regione e governo. Attendiamo di consegnare il documento elaborato nell’incontro della scorsa settimana, chiediamo di essere ascoltati e avere risposte». Per Claudio Castelletti, sindaco di Fiastra, serve maggiore attenzione al territorio: «Ci siamo riuniti, abbiamo voluto fare questo gesto per dare visibilità alla nostra protesta, la riunione andava fatta dove si trova il vero cratere, quello dei comuni più danneggiati. Di fatto la ricostruzione è ferma, tutto va a rilento, andiamo avanti allo sbaraglio». Il battagliero Mauro Falcucci, primo cittadino di Castelsantangelo, chiede certezze: «Il sottosegretario sa quello che deve fare, è finito il periodo dell’ascolto, è ormai il tempo di dare risposte reali. E’ stato in comuni come Amatrice ed Accumoli, vogliamo che venga qua, a vedere con i propri occhi il silenzio e il dramma dei nostri paesi distrutti, non è lo stesso vedere le immagini alla televisione. Il commissario Farabollini ci deve dare risposte, abbiamo scritto una nuova lettera di sollecito, insieme ai sindaci di Muccia, Montegallo, Arquata, per chiedere di avere i fondi dei piani attuativi, abbiamo le perimetrazioni pronte. Che ci dicano se Castelsantangelo diventerà la Pompei del terremoto, se ricostruiremo o meno».
Gli ha fatto eco Mario Baroni, sindaco di Muccia: «Non è una questione politica, il problema non è Crimi o qualunque altra persona, è che vogliamo risposte. Con questa mancata presenza a Tolentino, abbiamo voluto dare un segnale, di quale sia il vero cratere, quello dei comuni più colpiti, dove abbiamo perso tutto e tutto è fermo, non abbiamo più tempo di aspettare». Ad attendere Crimi a Camerino, il rettore Unicam Claudio Pettinari, i rappresentanti delle categorie industria, agricoltura ed artigianato, commercio, ordini professionali, nessuno dei sindacati, non invitati. Presenti tra il pubblico anche il vescovo di Camerino monsignor Francesco Massara ed il sindaco Gianluca Pasqui. Alberto Cavallaro, dell’ordine dei commercialisti di Camerino ha chiesto la Zona economica speciale, consegnando il documento elaborato con il tavolo di lavoro che unisce le università di Camerino e Macerata, associazioni di categoria, su misure di rilancio economico per le zone più colpite. Giorgio Ligliani, presidente Cna Macerata, ha chiesto di favorire le imprese locali negli appalti, di aumentare sino al 50 percento la zona dei subappalti, di non tenere conto sotto ad una certa soglia dell’offerta con minore ribasso, ma di quella economicamente più vantaggiosa. Il sindaco di Camerino Pasqui ha invitato il sottosegretario Crimi, annunciando il prossimo invio del documento messo a punto nell’incontro tra sindaci di venerdì scorso, chiedendo maggiore personale, intervento normativo differenziato, in base alla gravità dei danni. Mirella Gattari della Cia ha indicato come prioritaria la riapertura della strada tra Castelluccio e Castelsantangelo, per far ripartire il turismo e anche gli impianti sciistici di Monte Prata, non danneggiati dal sisma. Francesco Ferranti, di Confcommercio Marche ha indicato la necessità di prevedere misure economiche relative alle specificità dei centri colpiti, auspicando la piena applicazione della legge sulla montagna, di quella sui parchi e per i piccoli borghi.
Il rettore Pettinari con Farabollini e Crimi
Renzo Leonori di Confartigianato ha evidenziato la necessità di far partire urgentemente la ricostruzione nei territori, altrimenti le imprese edili locali, sono in difficoltà. Gianluca Pesarini, presidente Confindustria Macerata ha rilevato come serva una normativa speciale, invitando ad ispirarsi al modello Friuli, “prima le fabbriche, poi le abitazioni”, spiegando che se parte la ricostruzione, favorisce il rilancio economico del territorio, perchè vi sono collegati ben trentasei settori produttivi. Il rettore Unicam Claudio Pettinari ha chiesto un “piano Marshall per far sì che la gente non vada via, altrimenti mi viene il sospetto che ci sia una possibile strategia di spopolamento, magari facciamo gola per l’acqua, l’energia, servono interventi immediati, strategie di sviluppo».
Giorgio Ligliani della Cna di Macerata
Ecco il bilancio tracciato da Crimi al termine della visita: «Vado via con una ricchezza di informazioni e conferma delle misure prese per queste zone, bisogna ricostituire un patto di fiducia, tra Stato, imprese, professionisti, cittadini. Quindi smontare l’idea che lo Stato debba mettere regole e paletti per impedire che il cittadino o l’impresa frodi lo Stato, con misure di semplificazione ricostruendo la fiducia, perchè qui c’è una situazione così di emergenza, che difficilmente le persone ne possono approfittare, essendo in condizioni disastrate. Ci sono aree più colpite di altre – ha detto ancora Crimi -, che hanno bisogno di iniziative specifiche. Abbiamo valutato una serie di misure da mettere in campo per semplificare le procedure, per alleggerire la ricostruzione, per potenziare il personale, tutto questo passa dalla responsabilità delle istituzioni coinvolte. Cercherò di condividere il più possibile le norme con i territori, prima che diventino leggi effettive».
Mirella Gattari
Parole parole parole parole parole
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Io dopo i due articoli di Ugo Bellesi che su freddo, neve, gelo, sisma, mafia e multinazionali, ravvisava i motivi per lo spopolamento ci sto ancora riflettendo. Il rettore sullo spopolamento sta per insospettirsi. Crimi è un po’ deluso perché all’ennesimo incontro non c’erano i sindaci. Farabollini su cui si scommetteva molto deve ancora dare risposte. Poi alcune proposte dai presenti tra cui anche il vescovo che sembra non sia intervenuto come invece ha fatto l’esponente di Confindustria: “ Prima le fabbriche poi le abitazioni”. In Friuli dice che hanno fatto così ma dopo due anni ben diversa era la situazione e qui non siamo in Friuli ma nelle Marche e quel che non si capisce è perché in altri terremoti si è agito e bene mentre qui si è agito e male molto male. Insomma, incontro molto infruttuoso come quello precedente e pari pari al seguente. AHHHHHuuuuuuuu ooooo, che sbadiglio!
I sindaci hanno ragione a criticare il dilungarsi della ricostruzione, in effetti sono trascorsi più di due anni dove governi e commissari hanno emanato decreti di difficile interpretazione e dalla burocrazia opprimente.
Si sono costruite SAE inadatte ai climi invernali e c’è chi ancora abita i moduli abitativi in attesa di una abitazione decente. A quanto pare, i più fortunati sono quelli che sono riusciti a sistemarsi decentemente con il CAS e che hanno pesato meno in termini organizzativi e finanziari.
Ora è giunto il momento che il governo tramite Crimi ed il commissario dimostrino di voler dare una spinta decisiva per mettere in moto la ricostruzione. Staremo a vedere e ne giudicheremo l’operato.
Sarebbe bastato lasciare ai Sindaci il potere straordinario ad essi conferito dalla legge in caso di calamità naturali ; se poi fossero stati affiancati dalla Protezione Civile e da tecnici provenienti da altre amministrazioni Pubbliche avrebbero rimosso da tempo le macerie ed iniziato la ricostruzione come in Friuli . ( PUNTO )