L’ospedale regionale di Torrette
di Martina Marinangeli
Personale sanitario: cura dimagrante all’ospedale di Torrette per il prossimo anno, con una dotazione organica ridotta di 57 operatori, per una contrazione dei costi di 1,7 milioni di euro. Un taglio che si aggiunge alle mancate assunzioni previste dal piano del 2017 e 2018. Non ci sono all’appello 49 dei 157 nuovi operatori sanitari con cui si sarebbe dovuto chiudere il biennio.
Con una determina del direttore generale Michele Caporossi di ieri (30 novembre), è stata varata la programmazione triennale del fabbisogno del personale dal 2018 al 2020 e il piano occupazionale del 2018. Nel documento si dice che “la Regione Marche ha ribadito il vincolo dell’obiettivo di diminuzione complessiva della spesa del sistema sanitario regionale, confermando l’adozione di azioni finalizzate a limitare la spesa per il personale”. Un vincolo imposto da normative nazionali, che prevedono un tetto di spesa per il personale pari a quella dell’anno 2004 diminuita del 1,4%, attraverso una graduale riduzione del costo del lavoro a livello di sistema regionale e di singola azienda, entro il 2020. Per quanto riguarda il tetto imposto all’azienda Ospedali Riuniti di Ancona, si parla di 140 milioni e 552mila euro, sforato nel 2017 di 15 milioni circa. In virtù di questo, deve essere vista a ribasso la dotazione organica. Infatti, a fronte di 3.357 persone presenti nella dotazione organica al 31 dicembre 2004, ne risultano in servizio 3.720 al 31 dicembre 2017, di cui 751 dirigenti e 2772 tra infermieri, Oss, tecnici e collaboratori. “La previsione di rientro per gli anni 2018, 2019 e 2020 – si legge nel documento – non può che tendere ad ottemperare agli obblighi imposti dalla normativa con la programmazione di riduzioni di personale (a tempo determinato) per gli anni 2019 e 2020”. Nel Piano del fabbisogno di personale 2019, infatti, si parla di 119 assunzioni a fronte di 176 cessazioni, arrivando così al delta negativo di – 57, denunciato ieri (30 novembre) dai sindacati. Ma anche negli scorsi anni, le previsioni di ampliamento dell’organico non si sono realizzate. Per il 2017, l’azienda ha approvato il Piano occupazionale proponendo un delta tra assunzioni e cessazioni di 214 unità. La Regione, in sede di controllo atti, ha autorizzato la realizzazione di un incremento di personale pari a 157 persone – di cui, di fatto, 118 erano già state autorizzate nel 2016 ma non realizzate, con un ulteriore delta positivo di 39 dipendenti -. Sebbene le procedure di reclutamento necessarie alla realizzazione del Piano siano state attivate, non tutte si sono concluse nell’anno. Ciò ha comportato che nell’anno 2017 si sono realizzate in più solo 70 assunzioni delle 157 autorizzate rinviando al 2018 la realizzazione delle ulteriori 87 assunzioni. Previsione che non si è concretizzata, fermandosi a 38, in funzione delle correlate esigenze di contenimento della spesa.
751 dirigenti
Capirai già è un bordello cosi
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La sanità pubblica arretra, quella privata avanza. E la sanità privata opera avendo come il fine profitto e non la salute dei cittadini. Prima ci sono gli interessi economici, a seguire quelli politici.
Sapevo che sarebbe arrivato il momento: non avere più commenti da fare sulla malattia della sanità pubblica sempre più in arretro e che ancora subisce e mi sembra di capire oramai in maniera irreversibile le nefaste cure dei Lorenzin e dei Ceriscioli. Nessuno interviene più, è pari al il malato terminale che è diventata, viene sostenuta e lo sarà ancora con cure palliative fino alla sua inevitabile dipartita. Morire è normale ma assassinati forse rompe un po’ i colleoni. Cari signori, arricchitevi se volete essere curati come una volta o soccombete per mancanza assoluta di pietà ma soprattutto di collaborazionismo più schifoso di quelli che la storia del secolo scorso ci racconta. Vorrei solo ricordare che la sanità pubblica non è che sia gratuita ma pagata con le tasse dei contribuenti che spesso in cambio ricevono craccate sui denti. I medici, se sono bravi diventano anche furbi e si dividono tra il pubblico e il privato. Se sono somari si prendono cura solo dei poveri tartassati a cui non ha mai pesato versare anche per chi non ha niente o preferiva tenerselo perché poteva contare su una sanità che il mondo ci invidiava. Ora siamo arrivati al punto che a volte anche per trovare un posto letto dove morire accuditi e tranquilli o hai soldi o hai una raccomandazione. Quando la sanità pubblica anni fa prese il raffreddore, iniziarono a curarla non medici ma amministratori con diploma di ragionieri, geometri ma anche laureati in ingegneria idraulica ed altro che grazie alla politica riuscivano a trovare un bellissimo posto di lavoro nella sanità. E fu così che il raffreddore peggiorò fino a diventare un cancro inestirpabile ecc. ecc. ecc. Quel ” Lasciate ogni speranza o voi che entrate…”, e da un bel pezzo che dovrebbe essere scritto sul portone di ingresso dei pubblici ospedali che poi tanto da dove venisse tolto ci pensano gli specialisti del calcolo, ma non quello renale, a spedirvici, ma quello che si fa con somme e soprattutto sottrazioni le quali quest’ultime hanno duplici, triplici e anche più significati tipo: tagli, spese inutili, varie forme di appropriazioni fino ad arrivare a vere e proprio truffe e ladrocini che farebbero arrossire di vergogna anche tanti nostrani galeotti, rei si ma anche un po’ stupidi rispetto a chi viene persino pagato e pure bene per sottrarre. Basta non mi viene più niente da aggiungere a parte qualche………………………………………………………….puntino et qualche ecc. ecc. ecc.
Quindi si taglia il diritto alla salute, invece magari rivedere numero, compensi e retribuzioni direttori e dirigenti?
No eh?
Prosegue incessante l’attività della Regione Marche, in persona del governatore Ceriscioli, finalizzata a sfasciare sempre di più la sanità pubblica per favorire la sanità privata.