L’ex tribunale
di Monia Orazi
Camerino: è negativo il bilancio a due anni dal sisma, visto dai banchi dell’opposizione, in particolare dal consigliere di minoranza indipendente Pietro Tapanelli e da Marco Fanelli, che insieme ai colleghi Fabio Trojani e Andrea Caprodossi fa parte del gruppo Comunità e territorio.
Pietro Tapanelli
«E’ sin troppo facile fare un bilancio negativo, l’approccio negativo al post sisma era profetizzabile sin da subito – spiega Tapanelli – nel primo consiglio dopo il sisma, dissi già che si preannunciavano lungaggini, per effettuare dei lavori e per affidarli. Le sae a Camerino sono state consegnate con un ritardo maggiore, rispetto ad altri comuni, così come le messe in sicurezza sono in ritardo. Oltre a questo manca un’idea di futuro e rinascita». Parla anche di mancata collaborazione tra sindaci Tapanelli. «I sindaci vanno a braccio, in formazione sparsa – aggiunge il consigliere – Ad esempio la ricostruzione delle scuole era l’occasione per realizzare due o tre poli sostenibili, invece ogni piccolo centro ha ricostruito la sua, con il terremoto che ha accentuato ancora di più la carenza di iscritti, in tutta la zona montana. I numeri sono impietosi, se con gli anni si riducono le classi, si rischia la chiusura delle scuole. Non ho mai sentito in consiglio comunale la discussione di un documento progettuale, sul futuro sviluppo della città, che invece era da discutere. L’unica nota positiva è che finalmente a due anni dal sisma, sabato scorso è terminata la consegna delle sae». Per Tapanelli andrebbe creato a Camerino un ufficio unico per il sisma. «Il sisma in un secondo ha reso maggiormente evidenti le criticità della zona montana – conclude – i sindaci sembra non se ne vogliano accorgere, le scosse hanno accelerato quello che sarebbe accaduto tra qualche decennio. Per Camerino avevo chiesto di creare un unico ufficio sisma su cui concentrare tutte le assunzioni, che svolgesse tutti i compiti collegati, per una maggiore funzionalità».
Il consigliere di Comunità e territorio, Marco Fanelli
Negativo il bilancio anche per Marco Fanelli, di Comunità e territorio. «Per me il bilancio di questi due anni non può che essere negativo, Camerino si è mossa in ritardo per le aree sae, la cui consegna è slittata più avanti rispetto ad altri paesi, perché nella fase iniziale di scelta, che compete al Comune, è partito in ritardo sottolinea il consigliere – L’ente non ha pianificato nulla, la nuova scuola Betti è stata posta in un’area già satura, il progetto è stato rifatto per le negligenze, ad esempio una volta per la mancata previsione della viabilità. L’ente ha perso anche la donazione di una scuola da parte della fondazione Merloni, per la realizzazione del nuovo centro commerciale, il cui appalto dei lavori non comprendo perché sia stato dato così in ritardo, forse per arrivare a ridosso delle elezioni amministrative. La nota più dolente è lo stato del centro storico, le messe in sicurezza sono in netto ritardo, il sindaco non si è mai assunto la responsabilità di dare un cronoprogramma, non ha idea di quale sarà il futuro assetto della città, dove si vanno a posizionare i servizi sono scelte irreversibili. Si è persa anche l’occasione di demolire palazzi e di riqualificare urbanisticamente alcune parti della città». Secondo Fanelli sarebbe stata opportuna un’unica perimetrazione per il centro storico: «Riguardo alle perimetrazioni era più opportuno farne una unica per il centro storico – continua – in modo da poter spaziare verso una visione futura, dando una certa caratterizzazione per la rinascita. Il sindaco non si è preso certe responsabilità, le ha rinviate ai funzionari, non ce l’ho con lui a livello personale, non ha avuto il coraggio di prendersi certe responsabilità. Per usare una metafora calcistica doveva essere il capitano che fa da traino alla squadra, caricandosela sulle spalle, senza nascondersi dietro agli avversari. E’ sotto gli occhi di tutti, per la parte che compete al Comune cosa non è stato fatto. Siamo in una campagna elettorale continua, che giustifica una gestione clientelare, sia prima che dopo il sisma, che però non fa il bene della città. Le persone di fronte a tutto questo lassismo, si scoraggiano ed hanno difficoltà ad immaginare un futuro».
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