“La terra trema noi no”
scrive a Salvini e Di Maio:
«E’ ora di iniziare la ricostruzione»

LA LETTERA DI PROTESTA inviata ai ministri del Governo: «Le risorse esistenti erogatele a tutti i terremotati per iniziare la ricostruzione pesante di prime e seconde case. Date modo di ricominciare a un popolo che storicamente è di grandi lavoratori»

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Luigi Di Maio e Matteo Salvini

 

Lettera di protesta dell’associazione “La terra trema noi no” a Matteo Salvini, Luigi Di Maio ed altri ministri del governo italiano. L’invito ad inviarla agli indirizzi mail del governo è partito dai gruppi social che uniscono chi ha perso tutto dal sisma del 2016. Recita il testo: «Il 31 dicembre 2018 saranno due anni e quattro mesi dal sisma del 26 agosto 2016 e le speranze di centinaia di migliaia di persone devono essere ascoltate e rinvigorite per dare la speranza di continuare a vivere in zone che ci sono invidiate dal mondo intero per le bellezze naturali, i prodotti tipici quali il ciauscolo, la lenticchia e tutta l’industria del maiale, casearia e l’allevamento ovino. In questi due anni e quattro mesi si è fatto poco o nulla, le prime e seconde case sono distrutte come in una guerra, il tempo si è fermato al momento del sisma, è ora di poter realmente cambiare verso. Noi stiamo lottando affinché ciò avvenga, e per farlo ci stiamo mettendo l’anima; ci stiamo mettendo il cuore». La lettera prosegue con la richiesta di iniziare a fare qualcosa di concreto per ricostruire. «Ma non basta. Occorre che altri ci diano il loro fondamentale sostegno, che lo facciano mettendoci la faccia. E’ necessario che persone importanti come lei diano un segnale forte. In questo difficile momento è importante ravvivare il fuoco del fare, ricostruire superando il lassismo burocratico che ha portato in quei luoghi all’inattività, per 2 anni e 4 mesi, abbiamo tenuto acceso con l’immancabile sostegno di tutta quella politica che, come lei, ha a cuore le sorti del nostro paese e di tutti coloro che quotidianamente lottano per non dover più fuggire e spopolare quelle zone che sono il fiore all’occhiello dell’Italia. Le risorse esistenti erogatele a tutti i terremotati al fine di iniziare la ricostruzione pesante di prime e seconde case. Date modo di ricominciare a un popolo che storicamente è di grandi lavoratori».



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