Bisonni scrive al ministro:
«Lei non è contro l’incenerimento,
una contraddizione politica»

LETTERA APERTA del consigliere regionale a Sergio Costa dopo la decisione del Governo di impugnare la legge marchigiana: «Dalle sue dichiarazioni è evidente che lei considera la combustione dei rifiuti tra le strategie percorribili»

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Il consigliere Sandro Bisonni

 

Mette insieme le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Sergio Costa e gli scrive una lettera. Il consigliere regionale Sandro Bisonni, primo firmatario della legge ora impugnata dal Governo che vieta l’inceneritore nelle Marche, non si accontenta delle spiegazioni date ieri dal dicastero dopo la decisione del Consiglio dei ministri. «Palesemente – scrive Bisonni -, lei non dichiara di voler vietare la combustione dei rifiuti, come fa la nostra legge regionale ma solo e semplicemente vietare il trasporto e il trasferimento dei rifiuti da una parte all’altra dell’Italia. Lei non è contrario all’incenerimento». Bisonni cita la Costituzione, spiegando che «il Governo, quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione E’ palese – prosegue Bisonni -, come confermato anche da numerosissime casistiche, nonché dal parere di noti costituzionalisti (anche di riferimento del M5s) che impugnare una legge regionale non è mai un obbligo ma sempre e solo una scelta. Ora è quindi lecito chiedersi il perché di questa scelta. Nel mese di luglio in sede di commissione ambiente al Senato lei affermava: “Tale strategia è rivolta a ridurre la dipendenza delle pianificazioni del sistema di gestione dei rifiuti dalla logica delle discariche, in primo luogo attraverso la prevenzione, il riutilizzo, il riciclaggio, ed il recupero di materia, ed in secondo luogo anche attraverso il recupero energetico”. E’ ovvio pertanto che il recupero energetico, ossia l’incenerimento dei rifiuti, rientra tra le strategie da lei ritenute percorribili. Nella sua ultima dichiarazione lei afferma che è suo impegno: “modificare l’art. 35 dello Sblocca Italia, quell’articolo che dice che l’incenerimento dei rifiuti può avvenire facendo viaggiare i rifiuti su tutto il paese nazionale, non va bene così, ecco, va modificato in questo senso”. Con questa dichiarazione palesemente lei non dichiara di voler vietare la combustione dei rifiuti, come fa la nostra legge regionale (di cui io sono orgogliosamente il primo firmatario), ma solo e semplicemente vietare il trasporto e il trasferimento dei rifiuti da una parte all’altra dell’Italia. Dalla combinazione delle sue dichiarazioni (quella di luglio e questa di settembre) si capisce senza ombra di dubbio che lei non è contrario all’incenerimento dei rifiuti ma solo allo spostamento dei rifiuti che possono comunque continuare ad essere inceneriti. Con la nostra legge invece – conclude Bisonni -, si vieta la combustione dei rifiuti e di tutti i sottoprodotti ad eccezione del biometano. Scegliere di impugnare la legge perché va contro lo Sblocca Italia (che per altro è oggetto della corte di giustizia europea per effetto di un ricorso al Tar del Lazio vinto da alcune associazioni ambientaliste) dimostra la sconcertante contraddizione politica di Lega e M5s che a parole hanno sempre criticato e detto di voler abrogare l’art. 35 dello Sblocca Italia e nei fatti si ritrovano ad impugnare una legge regionale che va proprio contro di esso».



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