«A quasi due anni dal primo forte terremoto, enormi criticità ancora permangono, non solo dal punto di vista della ricostruzione, ma anche per le imprese, che non riescono a riavviare la propria attività o che lo hanno in parte fatto, ma con grandissime difficoltà tutt’ora in essere». E’ Giorgio Cippitelli, segretario di Confartigianato Marche, a lanciare un appello al presidente Ceriscioli. «Oltre alle penalizzazioni connesse alla mancata ricostruzione civile ed economica – sostiene – tante micro e piccole imprese ed il loro indotto delle aree colpite dal sisma sono si trovano a tutt’oggi in una situazione di profondo disagio. Infatti, fatta salva l’una tantum di 5 mila euro per l’anno 2016, non hanno ancora avuto alcun ristoro né sostegno economico. Per queste imprese, già profondamente colpite dalla lunga fase recessiva e da una non ripartenza del credito, basti pensare che, nelle province maggiormente coinvolte dal sisma, i prestiti all’artigianato a dicembre 2017 presentano le seguenti diminuzioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: Fermo con il -13,6%, Macerata con il -13,1% e Ascoli Piceno con il -8,8%, un concreto aiuto finanziario, risulta di fondamentale importanza per la loro sopravvivenza. Per dare loro una risposta concreta – aggiunge il segretario di Confartigianato Marche – chiediamo al presidente Ceriscioli, nel suo ruolo di vice commissario delegato per gli interventi per la ricostruzione post-sisma, di emanare, così come previsto dalla normativa nazionale, il decreto necessario per rendere operative e concretamente fruibili dalle imprese le disposizioni del Decreto Ministeriale del 10 maggio 2018 per i contributi per le imprese che realizzino o abbiano realizzato investimenti produttivi nelle aree colpite dal sisma. Tante imprese stanno attendendo ormai da troppo tempo – conclude Cippitelli – di poter riavviare le proprie attività o consolidarle con investimenti produttivi fondamentali per dare slancio alla competitività del nostro tessuto produttivo. Ora non possono più aspettare».
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Se a Ceriscioli glielo chiedete come Governatore delle Marche, non vi sente. Ma se glielo chiedete come commissario per la ricostruzione, allora siate sicuri che è completamente sordo. Se dopo due anni non ci siamo accorti tutti quanti che non c’è più sordo di chi non vuol sentire e non fa quasi niente per stapparsi le orecchie dal cerume politico, forse all’origine del suo disturbo uditivo, se lui è sordo noi siamo ciechi. Di certo scelta migliore non si poteva fare, dopo anni che guida, ancora non ha imparato a raddrizzare le curve.