di Laura Boccanera
L’autore di “Io non ho paura” e della sconvolgente serie tv “Il miracolo” Niccolò Ammaniti è l’ospite di punta di Popsophia 2018. E’ finita l’attesa, si alza finalmente il sipario sul programma del festival che torna a Civitanova Alta dal 2 al 5 agosto. Dopo le due anteprime al Lido (una dedicata al sole e l’altra in programma il 28 luglio e dedicata alla filosofia di Lucio Battisti) l’inizio di agosto vedrà l’articolazione che aveva reso famoso il format al borgo alto, con in più la novità della Factory che rimane come tiratardi per chi vuole ascoltare musica legata al tema delle serate. Ma il colpaccio è sicuramente lo scrittore e ora regista italiano, recentemente poco presente sui palchi dei festival e delle manifestazioni estive, che a Popsophia parlerà della sua nuova serie tv che ha ideato un linguaggio tutto nuovo di “Realismo magico” come l’ha definito la direttrice artistica del festival Lucrezia Ercoli: «E’ una delle produzioni più creative e nuove che la tv italiane abbia mai visto – afferma – e il tema è perfetto per noi, non solo il sogno, ma il sogno che si trasforma in miracolo, quando è impossibile di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è, trovare la stranezza nella realtà».
Ma Ammaniti sarà in compagnia anche di altri scrittori e filosofi, prima fra tutte Lella Costa, scrittrice e attrice. E poi il filosofo Marcello Veneziani che torna a Civitanova dopo Tutto in gioco e poi ancora Massimo Donà, e il critico d’arte Philippe Daverio. Spazio anche al mondo dello sport con la schermitrice olimpica Elisa Di Francisca. Tornano anche Umberto Curi e Simone Regazzoni, gli altri due pilastri su cui poggia la colonna filosofica di Popsophia. Ma anche tanti nomi legati alle rassegne che animeranno il festival: Leo Turrini, Eleonora Caruso, Tommaso Ariemma, Leonardo Caffo, Riccardo Dal Ferro, Paolo Talanca, Adriano Fabris, Salvatore Patriarca.
A unire autori, pensieri e rassegne il tema scelto per quest’anno che è legato al mondo del sogno: «E per farlo abbiamo scelto una citazione sfacciatamente pop – racconta Lucrezia Ercoli – come quella del film “Il tempo delle mele”, un film ultra popolare che parla di adolescenza, dell’amore. Ma quel motivetto che è un tormentone meglio dei filosofi dice che “dreams are my reality”, se i sogni fossero la mia realtà. L’attimo in cui Sophie Marceau indossa le cuffie e scompare il rumore della festa, si apre lo spazio del sogno e del desiderio. L’idea è tornare a quelle icone usurate della superficialità del vivere e calarci dentro i concetti che in maniera implicita raccontano». Il festival toccherà poi i luoghi di Civitanova che già nelle scorse edizioni erano teatro di rassegne e spettacoli: piazza della libertà e anche la chiesa di Sant’Agostino che l’assessore Ermanno Carassai assicura sarà riaperta proprio per l’inizio del festival dopo la chiusura a causa del sisma. Ad arricchire il “viaggio” ogni sera ci sarà poi un “Philoshow”, il format già sperimentato al Lido con l’ensemble della Factory, laboratori per ragazzi e mostre ed esposizione, di cui una in omaggio a Andy Warhol con un percorso multimediale. Tra le eccellenze, stavolta dal punto di vista enogastronomico, saranno presenti anche 4 chef stellati del territorio, Paolo Mazzieri di Mangia, Errico Recanati del ristorante Da Andreina, Michele Biagiola del Signore te ne ringrazi e Rosaria Morganti dei Due cigni che proporranno specialità rielaborate e sapori anch’essi da sogno.
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CIVITANOVA, MANIFESTAZIONI ESTIVE E SPESE ALLEGRE
Ritorna dopo 6 anni il festival Popsophia, perdendo parte delle sue caratteristiche principali. Programma presentato in forte ritardo, a pochi giorni dall’anteprima, nell’impossibilità perciò di una condivisione con le agenzie culturali cittadine e di una efficace promozione. In questo esso ricalca il festival Futura del riconfermato presidente Amat (terzo mandato “bulgaro”), Troli. Di quest’ultima rassegna il Comune ha rinnovato il marchio (e i civitanovesi pagano!) senza realizzarla nel suo contesto naturale. Popsophia, altra differenza con il passato, si svolge nell’arco di soli 4 giorni, più anteprima. Nel pezzo non si fa parola dell’annunciata conclusione del 10 agosto. A dispetto dei pochi giorni di svolgimento (in passato Popsophia – l’organizzazione aveva meno impegni sul territorio regionale – copriva i weekend di un intero mese) sostanziosa è la spesa: si parla di 170 mila euro. A cui vanno aggiunti i 20 mila euro per “Di sole e d’azzurro” (per il “solstizio d’estate”, a Civitanova procrastinato al 1° luglio). Difficile parlare di ritorno economico, con la Città Alta, parziale location del festival, con problemi di viabilità (accessi chiusi per lavori ecc.). Il record assoluto delle spese estive del Comune (di ogni tempo a Civitanova, per uno spettacolo in piazza) se lo aggiudica Deejay Time, la reunion dei conduttori della omonima radio: 66 mila euro in un colpo solo! La Giunta ha deliberato tale somma, pagabile data la sua rilevanza ratealmente. Non si capisce come per un evento di tale richiamo nessuno abbia pensato all’intervento di sponsor privati, per coprire parte delle spese. Deejay Time si è tenuto a Civitanova in passato, con spese molto inferiori, in larga parte sostenute da sponsor. Tutto ciò mentre il Teatro di Comunità, che porta avanti una lodevole iniziativa sociale, si è dovuto arrangiare, poichè il Comune non ha concesso neppure 1 euro! Ne erano stati promessi 5 mila (poi ridotti a 3 mila) e fissata la data del 22 luglio. L’assessore Gabellieri ha comunicato con sms la soppressione (le pareva pure troppo, dato che l’evento “non figura causa budget nel cartellone estivo”). Solo dopo un post del responsabile del Teatro di Comunità, Di Stefano, l’assessora ha telefonato, rimproverandolo di averle “rovinato la giornata” (sic!). Modalità di comunicazione dell’assessora già note (il consiglio comunale mostra insofferenza, anche nei gruppi di maggioranza), deleterie per un pubblico amministratore. Dopo le critiche dell’opposizione, la Gabellieri ha tentato di “buttarla in politica” rimproverando la precedente Giunta di avere sospeso l’evento per 2 anni. Ci ha pensato la presidente dell’Anmic (originaria promotrice del Teatro di Comunità), l’ex sindaco di Macerata Menghi, a smentire sonoramente l’assessora “intoccabile”. I fondi per alcune iniziative (anche discutibili) si trovano eccome, per altre radicate in città vengono tolti. La stessa Gabellieri ha condiviso in Giunta, di cui fa parte, la spesa di oltre 1.000 euro per la pergamena dei presidenti del consiglio comunale, per onorare Vastaroli, Borroni, Angelini e quanti hanno ricoperto quell’incarico istituzionale.
..è tornato il caldo, ed oggi è più pesante del solito; speriamo che nei prossimi giorni rinfreschi un po’, e un bel temporale porti via tutta questa umidità che annebbia anche le menti. Giuseppe.
Meglio Silenzi o la Gabellieri? Leggendo il commento di Caporaletti, e ricordando che da un anno compaiono spesso e volentieri critiche al nuovo assessore alla cultura, mi viene spontaneo chiedermi se la domanda che mi sono posto all’inizio del post che sto postando è stata ben posta. Il nostro sindaco, si è fatto un resoconto sul suo primo anno di attività che giuro non ho letto in quanto nel titolo c’era già un suo elogio alla sicurezza che ha allontanato zingari e venditori abusivi. E’ vero. Adesso che i meriti possano essere solo del nuovo questore Sig. Pignataro od anche suoi o della Prefettura , come si suol dire “ è la somma che dà il risultato”. Vero è che oltre a Civitanova, il nuovo questore è molto attivo in tutta la provincia. Ci sono dei grossi risultati e per il momento è questo che conta. Sono andato fuori tema, lo faccio spesso perché di solito non riesco a discernere una situazione che va vista nel suo complesso. Quindi rientro subito. Silenzi è stato il peggior assessore di tutti i tempi, per ogni suo assessorato ma è prassi comune che chi viene dopo venga paragonato al predecessore. Siccome della Gabellieri, dal punto di vista umano, ovvero delle sue discussioni con altri membri del entourage civitanovese che si interessa di cultura è sempre uscita vincitrice, isolando dall’alto del suo potere quelli che riteneva non in linea con il suo modo di vedere o gestire la cultura mi fa sorgere un dubbio: “ Possibile che sia sempre lei ad aver ragione o le sue ragioni sono dettate più dal posto che occupa che non effettivamente da un interesse totale per la cultura e la sua divulgazione? “. Difficoltà mi nascono anche dal fatto che Silenzi dal punto di vista umano io non gli riconosco niente mentre dal punto organizzativo è lo stesso. Ma è ancora presto per dirlo, mancano ancora dei tasselli che verranno posizionati con il tempo. Solo che tutto il succo del posticcione che ho scritto non è tanto il finora fatto, come ho detto il tempo risponderà o dara conferme o boccerà o premierà ecc. ecc. è che non so se confrontando Silenzi e la Gabellieri, non potendo dire chi è finora il miglior assessore alla cultura, che cosa dovrei dire: “ Chi è finora il peggiore?”. Ecco sembra uno scherzo, ma io,na volte con queste quisquilie ci perdo il sonno la notte e poi sono obbligato a recuperarlo durante il giorno.
FESTIVAL DI PIAZZA E FESTIVAL DI PALAZZO
Mentre si tengono festival nelle piazze civitanovesi, altri sono in corso tutti interni al Palazzo. Importante, vorrei dire a Micucci, commentare la vita amministrativa cittadina da uomini liberi non legati ad alcun carro o potentato politico. Mentre il web è invaso da “utlili idioti” (secondo la definizione togliattiana) che seguono i potenti di turno come fedeli cagnolini. Alcuni di loro (quando il livello cognitivo è basso) si beano pure del ruolo che svolgono! Tornando ai festival di Palazzo, fatti di poltrone, occorre dare conto (CM in questo caso ha preso giornalisticamente “buca”) delle dimissioni che hanno decapitato i vertici delle aziende partecipate. Dimissioni dell’intero CdA dell’Atac, tranne del vice presidente Brini. Quest’ultimo è stato condannato in primo grado per peculato (spese sostunute in Regione quando era consigliere). La tecnica sembra quella sperimentata con il CdA dei Teatri, dimissioni dei componenti per poi rinominare gli stessi senza un elemento. Per i Teatri la presidente, Squadroni (per ragioni politiche, non giudiziarie) e per l’Atac si diceva Brini. Con la differenza che per i Teatri i consiglieri, appartenenti alla lista Vince Civitanova, furono sottoposti a quanto pare a una “lavata di capo” per aver sottoscritto un documento a favore della presidente. Tutti rinominati nel CdA, ridotto nel numero dei componenti, con uno di loro nella carica di presidente. Quanto al sostituto di Brini all’Atac circola il nome del consigliere Perugini del gruppo consiliare Liberamente. Sembra poco per quest’ultimo che dispone di 4 consiglieri e che pare puntasse ad un aseessore o almeno alla presidenza del Consiglio comunale. Comunque con la “rimozione” di Brini, risolto in parte il problema Liberamente, si aprirebbe un fronte con Forza Italia. Come accadde all’atto della nomina di presidente del Consiglio: candidato della maggioranza Morresi, rischiò di essere eletto Baioni (FI), votato dalle opposizioni. Dimissioni anche al vertice di un altra partecipata, Civitas, dove se n’è andato il presidente Mobili (ufficialmente per motivi di salute), restano in carica due consiglieri. Si ricorderà Mobili per aver guidato il Comitato contro il “Crematorio” al Cimitero della Città Alta. Civitas come noto è interassata da un’indagine di Procura e Corte dei Conti per 500 mila euro (non bruscolini) di tasse sui rifiuti non pagate dall’Asur (Ospedale di Civitanova). Si preannuncia un autunno bollente per l’Amministrazione Ciarapica e in molti civitanovesi prevedono che non arrivi al termine del mandato, per la disperazione dei vari “servi sciocchi” della rete.
..mah..riflettendo su alcune cose credo che tra l’essere un ‘utile idiota’ ed essere un ‘idiota inutile’, preferirei appartenere alla prima categoria, se non altro qualche speranza mi resterebbe. Ciao ciao. Giuseppe.
LA STORIA INTERNAZIONALE SECONDO “NOANTRI”
“Ma chi si definisce comunista ma non stalinista (o magari comunista italiano, come se il Pci non fosse una ‘creatura’ di Stalin) lo sa che il comunismo…”.
Alla luce della serie di “castronerie” e di falsi storici ammassati in appena tre righe, si domanda:
1) In quale anno fu fondato il Pci?
2) Chi era a capo del comunismo russo in quel periodo?
3) Chi ha fondato il Pci al congresso di Livorno?
4) Qual è il pensatore politico italiano, ancora attualmente, più letto nel mondo?
5) Chi è l’autore degli “sproloqui” virgolettati?
I lettori (siamo nella pagina della cultura) che forniranno risposta esatta a tutte le domande, riceveranno in premio un abbonamento all’Almanacco di Paperino. Da tale albo, probabilmente, sono tratte le informazioni fornite nella parte virgolettata. “Conoscere per deliberare” titolava una sua opera l’ex presidente della Repubblica, Luigi Einaudi. Ma qui si preferisce navigare nell’ignoranza e si tenta di
“affogare” i lettori nel mare della propaganda!
..senza perdere ulteriore tempo con certe favole per scolaretti bravi, ribadisco e confermo il mio commento del 20 luglio delle ore 21.00; aggiungo solo che certi ‘sinistri’ nostrani sono molto bravi e convinti nel giudicare chi non la pensa come loro o ha letto qualche pagina di storia in più, ma sono altrettanto bravi a non voler essere in alcun modo giudicati, e questa, loro, la chiamano ‘cultura’!! Ciao ciao. Giuseppe.
QUELLA VOLTA CHE CRISTO MORI’ DI FREDDO!
Che significa “confermare il commento precedente”, ammettere di aver postato una “fesseria” ed esserne contento? Benedetta ignoranza! La verità storica sentenzia che il Pci fu fondato nel 1921 da Antonio Gramsci e che a quell’epoca Stalin (di cui secondo qualcuno sarebbe una “creatura” non era alla guida del comunismo russo ed internazionale). Storicamente confermare il commento è come sostenere che “Cristo è morto di freddo!”. Correttezza, qualità rara per certe figure del web, avrebbe voluto si fosse ammesso la topica colossale. In modo più plebeo, così certe orecchie intendono, che la si è “fatta fuori dal vaso”.
Quanto al giudicare attribuito a “sinistri nostrani” (iscritti d’ufficio a tale categoria?) senza voler subire critiche, la questione è ben diversa e non si svolge sul terreno del confronto civile. Ad ogni commento, come si può verificare – l’azione è iniziata senza essere stata provocata – scatta automatico l’insulto. Perciò un legale è stato incaricato di verificare, con un contatto diretto, ognuna delle tre ipotesi. Se il soggetto che tiene tale comportamento è “mosso da qualcuno” che non gradisce i commenti, se egli ha subito un torto di cui vuole rivalersi in rete (ma non conosce la persona che offende). In ultimo se tale personaggio vive patologie “ossessivìe” per cui sceglie sul web persone da insultare. Qualora il tentativo di dialogo non avesse successo, si passerebbe alla querela diretta. La situazione non è più tollerabile, diffide inequivocabili sono state rivolte, le ingiurie proseguono, è tempo di agire legalmente.
..poveri noi..povera Italia.. Giuseppe.
Io l’avevo avvisata di non divulgare fake!
..forse il signor Poloni si riferisce alle sue di ‘bufake’!! Giuseppe.
Ma a Madrid era rigore o no?