di Federica Nardi
La “chiamata alle armi” dei progettisti locali per valorizzare il centro storico di Macerata. Uscirà la settimana prossima il bando per il concorso di idee rivolto a progettisti e consulenti per proporre all’amministrazione progetti innovativi, sostenibili, fattibili e di qualità per il cuore della città e gli snodi di corso Cavour e corso Cairoli. Per un massimo di 6 milioni a progetto e la possibilità di spacchettarli per realizzarli in stralci, i primi tre classificati porteranno a casa, inoltre, 10mila, 4mila e 2mila euro. Dalla pubblicazione del bando ci saranno 90 giorni di tempo per presentare le idee.
A presentare il bando il sindaco Romano Carancini, il vice sindaco Stefania Monteverde e gli assessori Paola Casoni e Narciso Ricotta insieme a Francesca Pallotta dell’Ufficio tecnico del Comune. «Vogliamo valorizzare tutte le identità di questo centro storico – spiega Carancini -. Ad esempio gli aspetti architettonici, migliorare la funzionalità degli spazi, le relazioni sociali e le identità dei luoghi stessi. Oggi il centro è vitale, c’è una presenza costante e l’apprezzamento dei turisti. Noi speriamo e confidiamo che questo ulteriore passo possa riaccendere ulteriormente la fiducia sul centro storico, anche in termini di investimenti. Ci aspettiamo progetti ambiziosi in questo percorso di partecipazione». Al di là del bando, c’è la politica: «La nostra visione sul processo di bellezza della città inizia dal primo mandato ed è molto chiara. Avvertiamo i nostri amici consiglieri che lavoreremo fino all’ultimo giorno di mandato. Non sarà fermato alcun progetto».
A spiegare la scelta dello strumento – il concorso di idee – l’assessore Paola Casoni. «Vogliamo aprirci al contributo dei progettisti che immaginano la città – spiega Casoni -. Lo strumento più adatto quindi è il concorso di idee per mettere in campo la creatività. Tra gli obiettivi c’è anche quello di valorizzare l’attrattività economica. Dall’uscita del bando la tempistica sarà di 90 giorni. Sono richiesti alcuni elaborati generali e altri più specifici. Noi metteremo a disposizione delle tavole specifiche su alcuni spazi. Ci saranno diversi criteri per attribuire i punteggi e anche la possibilità di realizzare gli interventi per stralci. Attenzione sarà data alla fattibilità e alla sostenibilità economica degli interventi. I partecipanti dovranno essere iscritti agli ordini professionali ma potranno avvalersi di consulenti. L’amministrazione in questo modo potrà affidare l’incarico di progettazione ai vincitori del bando. I progetti poi resteranno in capo all’amministrazione». L’assessore Ricotta ribadisce che «il concorso di idee è una grande apertura che va contro chi sostiene che c’è una scelta ideologica sul centro. Vogliamo perseguire l’obiettivo di una città bella per creare anche un senso di comunità. Cerchiamo di farlo dalle piccole attenzioni alle manutenzioni fino alla riqualificazione urbana». Il vicesindaco Monteverde aggiunge che «uno degli obiettivi certamente è aumentare il valore turistico. Quindi valorizzare il centro per chi ci vive ma anche per chi viene a viverlo». Le risorse per finanziare i progetti derivano in parte dai fondi Iti, in parte sono Comunali e le altre verranno trovate man mano. «Oggi non è più come un tempo – conclude Monteverde -, prima prepari i progetti e poi cerchi finanziamenti. È cambiato il modello operativo delle amministrazioni pubbliche. Il bando ci permetterà anche di avere una riserva di progetti coerenti da usare appena esce un bando». Una parentesi a parte le imminenti inaugurazioni in diversi punti della città: quasi pronta la palazzina ex Gil in viale Don Bosco. A buon punto anche la progettazione per il Capannone ex Rossini e il foro boario di Villa Potenza. Attesa anche per la riqualificazione della rotonda ai Giardini Diaz, dove c’è il terminal bus, e per il progetto di spostare il museo di Storia naturale proprio dietro l’area verde, nella casa del custode.
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Un concorso di idee un po’ tardivo rispetto a tendenze e scelte discutibili già prese; e troppo a ridosso della scadenza del secondo mandato (e delle prossime comunali). Il bando d’altronde andrà letto bene ma deve fare riferimento ad una visione generale di città capoluogo ed al suo rapporto identitario e non solo col centro storico. Intanto si lancia un segnale politico alla maggioranza: “Avvertiamo i nostri amici consiglieri che lavoreremo fino all’ultimo giorno del mandato. Non sarà fermato alcun progetto”.
Spostare il museo di storia naturale, che ha dove sta ora uno spazio espositivo di 200 metri quadrati (cioè piccolo), nella casa del custode significa penalizzare il museo costringendo il direttore a mettere in un deposito reperti di minore importanza. A meno che il custode non abiti in un appartamento grande, grande almeno 200 metri quadrati. Eppure il museo non è un entità da poco.
Soldi ne servono (tanti), ma anche una progettualità concreta. Non certo una mera riorganizzazione degli spazi, ma un progetto che miri a ottenere contenuti. Spero di poter dare degli imput a chi si occuperà della questione…
Bisognerebbe investire in:
-residenzialità
-informazione
-aggregazione
.Per la prima: necessario combattere la fuga dei servizi verso i “non luoghi” sparsi in punti differenti delle periferie. Centro è anche centro direzionale, dove si “risolvono” incombenze.
.Aggregazione e informazione: rendere il centro un unicum, polo attrattivo organizzato. L’immagine deve essere quella di un centro commerciale naturale diverso dagli altri per la presenza della “bellezza” e dei servizi. Spettacoli, mostre, convegni e visite guidate devono essere un richiamo sinergico alle attività commerciali. Queste ultime dovrebbero comprendere che è necessario fare corpo unico, garantire apertura simultanea e partecipare attivamente alle attività che si realizzano in centro. Rete museale, Università, negozi, associazioni e Comune dovrebbero coordinare e partecipare tutte agli eventi, da realizzarsi praticamente di settimana in settimana. Quindi ci vuole un organismo coordinatore, capace di occuparsi anche della pubblicità (fatta da professionisti sfruttando canali quantomeno provinciali se non regionali) e della creazione di un vero e proprio brand del “centro di Macerata” con tanto di logo e slogan. La finalità? Rendere estremamente attrattivo il centro storico. Se si realizza questo, in un secondo momento si dovrebbe lavorare sulla ricerca di grossi investimenti. Ormai la raggiungibilità del centro storico con l’auto è una realtà di fatto, adesso vanno riempiti degli spazi vuoti con poli attrattivi (mi viene in mente l’enorme complesso della ex scuola mestica). Perchè non pensare a un grande outlet cittadino (magari rivolto proprio ai tanti marchi regionali) o una struttura dedicata in generale alle grandi catene? In fondo c’è la tendenza ad aprire i “city mall”, le catene investono per uscire dalle periferie quando c’è la possibilità di riempire strutture dentro le città (strutture però che abbiano ampi spazi e che funzionino come centri commerciali veri e propri).
Detto questo, l’illuminazione pubblica è da ripensare per esaltare la bellezza (in questo i led stanno trasformando letteralmente i centri storici) e la mobilità sostenibile va incentivata. Sarebbe necessario individuare spazi per un percorso ciclopedonale, segnalato a terra e messo in sicurezza, certamente nell’anello delle mura (che è un percorso perfetto per il jogging, ma è un po’ incidentato) e nelle aree limitrofe (terminal bus urbani ed extraurbani-ospedale- tribunale- ex gil- corso Cavour e Cairoli), permettendo ai luoghi di aggregazione-servizi di essere raggiunti tutti in modalità differente dall’auto, con stalli dedicati. Certo, non impedendo il traffico cittadino, ma separando gli spazi destinati alle diverse forme di mobilità.
Va bene, qui concludo. Però permettetemi un invito spassionato da lanciare con un sorriso: TOGLIETE LE TAPPARELLE dal palazzo della Prefettura, ritrovate le Persiane, ve prego! Qualsiasi progetto facciate, ridate con questa semplice mossa credibilità alla piazza.
Per Perri. Non basta sostituire le tapparelle. Infatti la prefettura non guarda la piazza e basta, deve anche eseguire gli ordini del Ministero. E come.
Signor Perri, dal suo invito finale a togliere le tapparelle dal palazzo della Prefettura ,deduco – mi dica lei se sbaglio- ritenga di epoca recente il loro inserimento sulla facciata. Se è così come penso, le devo far presente che le vituperate tapparelle, anche oggetto di passate campagne elettorali comunali, erano già presenti fin dagli inizi del ‘900. Foto storiche della piazza centrale ne attestano la presenza già dal 1907, non anche escluso potrebbero risalire a qualche anno ancora prima. Probabilmente – ma questa è una mia pura supposizione pronta ad essere smentita da chiunque professionista del ramo- nel corso secolare delle trasformazioni apportate all’originario palazzo, l’inserimento delle tapparelle costituirono un’ulteriore modernizzazione utile attraverso quella che rappresentava una vera innovazione frutto di un’ invenzione tutta italiana avvenuta a fine ‘800 a Torino. Di conseguenza , io credo che il suo invito a ritrovare le vecchie persiane ( SE MAI CI SONO STATE! e questo potrebbero dircelo solo i conoscitori della storia locale) sia del tutto bizzarro per almeno due motivi: uno, perchè- sempre ammesso ci siano state prima di mettere le tapparelle- dopo oltre 100 anni sarà impossibile recuperarle da qualche parte, due, perchè bisognerebbe chiedersi se sia un’operazione corretta rispetto alla cronologia dei tempi segnata sulla facciata dello stesso palazzo. Ripristinare , cioè, quale “originario” del palazzo ? Piuttosto che pormi questo falso problema estetico tra tapparelle e persiane, personalmente ritengo che la bruttezza attuale sia piuttosto da imputare ad una pluridecennale trascuratezza della loro manutenzione.
Quando il sarto, guarda caso marchigiano, di Recanati, dello Scià di Persia scrisse alla mamma dicendo che tornando a casa avrebbe portato con sé una Persiana (intendeva la fidanzata) la mamma rispose subito che ormai lì si usavano solo le tapparelle.
Cari, sono compiaciuto di aver sollevato un dibattito. Preferirei però sentire dei pareri, rispettosi e utili, riguardo al tema dell’articolo, più che a una mia provocazione. Lo scopo è tirar fuori delle idee, che potranno piacere, non piacere, essere portate avanti o abbandonate da chi ci lavorerà. Parliamo di estetica e funzionalità, non del ruolo degli organi dello stato (per rispondere al gentile intervento del sig. Iacobini).
La bellezza sta nel fatto che d’ idee ce ne saranno diverse, di migliori e di peggiori e che magari potranno contaminarsi le une con le altre. Detto ciò bonariamente invito a fare proposte, non alla caccia al difetto, non ai lamenti.
Carissima Tamara Moroni, grazie per l’opportunità che mi offre di conoscere qualcosa di nuovo. La genesi dell’ironica battuta sulle tapparelle risale al fatto che guardando il palazzo ho sempre avuto una subitanea sensazione di “qualcosa che non va”. Diciamo che l’antecedenza di un palazzo antico (cinquecentesco) alle tapparelle (inventate a Torino nel 1897) mi sembrava qualcosa di scontato, ma ha ragione: mai essere superficiali. La mia soluzione, comunque, l’avevo tratta, guardando alcune foto di quando le persiane c’erano (eccome se c’erano). Le lascio il link per vedere coi suoi occhi. Con tali foto si aggiusta subito il colpo d’occhio.
oh e se tapparella vince, se rimarranno, propongo allora che siano valorizzate: facciamole di un bel colore sgargiante o creiamo il festival della tapparella (sì è un’altra provocazione, non ve la prendete mi raccomando). Spero in un sorriso e auguro una buona giornata. Grazie ancora per l’opportunità.
Perri, scusi, ma ha dimenticato di inserire il link!
Perri, di nuovo scusi, ma ha dimenticato di inserire il link.
E TRE.
Signor Alessandro Perri, lei rivolgendosi a me ha scritto: “La mia soluzione, comunque, l’avevo tratta, guardando alcune foto di quando le persiane c’erano (eccome se c’erano). Le lascio il link per vedere coi suoi occhi. Con tali foto si aggiusta subito il colpo d’occhio.”
STO ANCORA ASPETTANDO IL SUO LINK PER VEDERE QUELLE FOTO, INSIEME A TUTTI I LETTORI INTERESSATI.
Grazie.
un buon compromesso potrebbe essere inserire delle tapparelle camouflage…
Per Moroni. Forse erano persiane richiedenti asilo (scappavano dalla guerra).
DO UN SUGGERIMENTO BELLO, UTILE E GRATUITO.
SE INVECE DI DESTINARE 6 mln DI EURO ,
DICONSI 6 mln DI EURO non bruscolini, alla riqualificazione del centro
NE DESTINASSIMO SOLO 5 di milioncini
e il milione restante lo SPENDESSIMO per :
-DISBOSCARE AIUOLE
-DISBOSCARE MARCIAPIEDI
-DISBOSCARE DECLIVI a margine stradale (detti GREPPI per quelli di FICANA che comprendono meglio le locuzioni dialettali)
-PULIRE RESIDUI LASCIATI DA “MERDE” INCIVILI AI BORDI DELLE STRADE COMUNALI
-FAR APPLICARE FINALMENTE IL REGOLAMENTO DI DECORO ED IGIENE URBANA (ho avuto modo di vederlo quindi esiste in formato cartaceo)
Non trovate che ne beneficerebbe tutta la comunità centro storico compreso.
Non manutenere le vie circostanti il centro periferie incluse ,
E’ COME INVITARE UN AMICO A VEDERE IL SALOTTO NUOVO CHE HO COMPRATO FACENDOLO PASSARE PRIMA PER IL LETAMAIO ( Cupà sempre per quelli di FICANA) CHE HO ACCANTO CASA….
… che idea pensate si possa fare del mio salotto??? Ammesso e non concesso che voglia ancora vederlo visto l’incipit.
“Cari, sono compiaciuto di aver sollevato un dibattito.”
ma sentite la falsità di uno , tale Alessandro Perri,che tira il sasso e poi nasconde la mano quando lo si invita a mantenere la sua promessa, che evidentemente, essendo basta sul nulla, non può mantenere , anche se , eppure si mette pure a fare da maestrino a me, e tutti quanti noi! che schifo il blog dove ognuno può orinare e defecare a suo piacimento.
Marco Bernabei: non lo dica a me che ho già dato abbondantemente in tanto e a mie sole spese, anche riguardo i giardinetti di Ficana, sissignore, qualcuno si ricorderà dalle pagine di questo stesso giornale cosa andai a fare, ma di cui, nessuno mai dell’allora e ancora attuale amministrazione mi abbia mai minimamente ringraziato. Ma non è questo che mi interessava e che oggi m’interessa ancor meno. Capirai , poi, se lo potevano fare, autonimisti in panciolle della più pigra e aristocratica sinistra nonché sprezzanti avversari del popolino quali sono quei 3 0 4 che comandano con appendici di maggioranza al seguito, e che per loro sbavano voti. Macerata è morta oh! come ve lo si deve dire? E’ tutta qui , con un Sindaco a capo di quei 3 o 4 scelti da lui e che fa comandare in Giunta! ma è una farsa , è tutta una finta, il loro governo.Pinocchio al loro confronto era un dilettante.
Ho Delle perplessità. Non vorrei che la storia fosse già scritta, come già altre volte si è costatato. In pratica mancando poco più di un anno alla fine del presente mandato, mi sembra tardiva questa operazione. Dove si vuole andare a parare? Impegnare una prossima amministrazione su un progetto che potrebbe non condividere? O sono ancora annunci come distrazione di massa? Direi che sarebbe più costruttivo fare una seria manutenzione delle strade e dei marciapiedi partendo dal centro storico, per dare un vero decoro alla città. Poi se liberate le poltrone in anticipo penso che i cittadini ve ne sarebbero grati.