Ospedale unico alla Pieve,
inquinanti nelle falde e nel terreno
La discarica degli anni ’60 ai raggi x (Foto)

LE ANALISI evidenziano un superamento dei livelli di guardia. Pettinari: «Abbiamo avviato il procedimento per capire le cause della contaminazione e anche, come prevede la legge, di individuare l'eventuale responsabile». Il Comune, ricevuta la relazione dell'Asur, ha incaricato un geologo

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EX DISCARICA – Uno dei cartelli che indicano i punti dove il Comune sta svolgendo le analisi del terreno

 

di Federica Nardi

(foto di Fabio Falcioni)

Diossine nel terreno e metalli pesanti nella falda acquifera. Le indagini geologiche dell’Asur sul terreno della Pieve a Macerata, dove dovrà sorgere l’ospedale unico, hanno scoperchiato un vaso di pandora di inquinanti per cui ora la Provincia si è attivata e anche il Comune ha incaricato un geologo di approfondire la questione. L’allarme, inizialmente lanciato dalla maggioranza consiliare di Civitanova (leggi l’articolo), si basa su una relazione dell’Asur che è stata trasmessa anche a Regione, Prefettura e Arpam.

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In rosso l’area dove sono stati effettuati i carotaggi. In giallo il terreno dove dovrebbe sorgere l’ospedale

L’EX DISCARICA – L’area incriminata è quella dell’ex maneggio, una porzione relativamente piccola di terreno (dal progetto dovrebbe ospitare i parcheggi dell’ospedale), per cui adesso si attendono i rilievi del resto del campo: circa 15 ettari coltivati che si estendono sul lato ovest della contrada. Negli anni ’60, come ricordano residenti della zona, l’area dell’ex maneggio ospitava una discarica a cielo aperto, poi diventata interrata e poi, verso l’inizio degli anni ’70, trasferita dove c’è quella attuale qualche decina di metri a monte, dall’altro lato della strada. Nella discarica a quel tempo, secondo testimoni oculari, è stato buttato un po’ di tutto, anche farmaci scaduti. Alcuni rifiuti erano anche stati sotterrati.

LA RELAZIONE DELL’ASUR – La relazione dell’Asur, che ha eseguito le prime indagini geologiche sul terreno, parla di “superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione” per i parametri relativi a “piombo, rame, selenio, stagno, tallio, zinco, idrocarburi pesanti, Pcdd e Pcdf”. Le ultime sigle sono diossine. Per quanto riguarda le falde acquifere “i campionamenti eseguiti sulle acque di falda prelevate in tre piezometri (pozzi di osservazione della falda, ndr), di cui uno posizionato esternamente all’area del galoppatoio” hanno evidenziato “per tutti e tre i campionamenti” il superamento delle soglie per “alluminio, ferro, tallio, xilene, tribromometano”. Un campione, secondo la relazione, presenta limiti sopra la soglia anche per l’antimonio. Due campioni su tre anche per il manganese.

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Antonio Pettinari, presidente della Provincia di Macerata

«ACCERTARE LE RESPONSABILITA’» – Antonio Pettinari, presidente della Provincia, spiega che il suo ente è stato coinvolto «per legge – dice Pettinari . Le analisi evidenziano sia sul terreno sia nelle falde un superamento dei livelli di guardia. Abbiamo avviato il procedimento per capire le cause della contaminazione e anche, come prevede la legge, di individuare l’eventuale responsabile. Dovremmo acquisire varie informazioni perché tra l’altro l’area interessata è un’area di proprietà comunale. Se ne occupa anche l’Arpam». Nessuna certezza sui tempi tecnici per approfondire le analisi. «Non so quanto tempo ci vorrà – dice Pettinari – ma potrebbe anche esserci un reato ambientale».

 

la-pieve-ospedale-terreno-FF-6-325x217L’INCARICO AL GEOLOGO – Il Comune nel frattempo, ricevuta la relazione dell’Asur, ha incaricato un geologo di analizzare il terreno. Nell’erba alta dell’ex maneggio ci sono i picchetti a indicare le zone da analizzare. Nessun altro provvedimento al momento, in attesa di una relazione più dettagliata sui livelli di contaminazione dell’area. Dall’amministrazione nessuna dichiarazione ufficiale, che potrebbe però arrivare nei prossimi giorni.

E L’OSPEDALE? – Senza dati definitivi alla mano la location dell’ospedale unico resta la Pieve. Anche se da Civitanova la politica sta già scalpitando per convincere la Regione e i sindaci di Area vasta a rivedere la scelta presa a ottobre. Dall’Area vasta non arrivano ripensamenti. Mancando le analisi del resto del terreno, che è di un privato, sarebbe troppo presto per tirare qualsiasi somma. Sarà nel caso la Regione a esprimersi in un senso o nell’altro.

 

Ospedale unico «Diossina dai carotaggi alla Pieve, meglio collocarlo sulla costa»

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