di Gianluca Ginella
(Foto di Fabio Falcioni)
Preso il giorno di Pasqua, era tornato a Macerata per stare con la compagna. Riccardo Pastore era ricercato da quasi un mese dalla polizia, da quando il 7 marzo, giorno della convalida dell’arresto per la rapina al bar Ninetto, in via Roma, si era allontanato ed era scomparso. Nel corso della latitanza, stando alle indagini della Squadra mobile, insieme ad un complice ha messo a segno due rapine. Una di queste all’ufficio postale di via Lorenzoni (il 19 marzo), l’altra in una tabaccheria di Jesi. Il bottino complessivo era stato di 4.500 euro. Pastore era stato catturato a poche ore dalla rapina al bar Roma (Ninetto), grazie all’intuizione di un agente della Squadra mobile che dopo averlo notato davanti al bar nei giorni precedenti, l’aveva seguito scoprendo che stava in un bed & breakfast a Collevario. È lì che è stato catturato e ha collaborato con le indagini e la polizia ha catturato anche i suoi complici della rapina. Però poi Pastore, messo ai domiciliari nel B&b si è allontanato prima dell’udienza in tribunale. Da quel momento in poi sono scattate le ricerche della Squadra mobile. «In un periodo particolarmente difficile per Macerata devo ringraziare il personale della Squadra mobile che negli ultimi due messi ha messo da parte qualsiasi tipo di interesse personale, a partire dalla famiglia e ha lavorato incessantemente – dice il vice questore aggiunto Alessandro Albini, che dirige la Squadra mobile di Macerata –. Abbiamo lavorato anche a Pasqua e Pasquetta. C’eravamo presi mezza giornata di riposo a Pasqua ma siamo tornati in ufficio». Sono tornati perché hanno individuato il luogo dove si trovava Riccardo Pastore. Un uomo in fuga, che all’ufficio postale di via Lorenzoni era entrato armato di pistola (poi risulterà una scacciacani) e di cui si temevano le reazioni. Sabato la polizia lo ha mancato per un soffio. Gli agenti della mobile, grazie ad attività tecniche, hanno individuato Pastore in un casolare in montagna, sopra Apiro. Quando sono arrivati lì hanno trovato un camino che era ancora caldo, poi passamontagna e pistola usate per il colpo i via Lorenzoni, un taglierino, che impugnava il complice (sul suo conto sono in corso le indagini). Era evidente che Pastore è sfuggito alla cattura per un soffio. Cosa che poi ha ammesso dopo la cattura, raccontando di aver trascorso la notte nei boschi. La domenica di Pasqua invece era a Macerata, al B&b da dove si era allontanato e dove sta la compagna. E’ lì che i poliziotti, intorno all’ora di pranzo, lo hanno catturato in esecuzione di una misura cautelare spiccata dal gip per evasione e rapina al bar Roma. Ora Pastore è in carcere a Montacuto. Alle spalle il 64enne di origini napoletane ha un omicidio legato alla sua militanza nel Nucleo armato proletario negli anni Settanta. Dopo aver scontato 23 anni di carcere nel 2008 era tornato libero e si era anche iscritto all’università di Camerino per studiare Giurisprudenza.
(Servizio aggiornato alle 13)
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Il lupo perde il pelo ma non il vizio!!!...e mo BASTA!!!!
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