Giancarlo Giannini (foto Petinari)
La voce profonda e inconfondibile di Giancarlo Giannini che racconta le bellezze delle Marche in primavera e poi in sottofondo il Barbiere di Siviglia, con la “Cavatina di Rosina”. Ecco gli ingredienti semplici ma seducenti per simboleggiare la “Bellezza infinita” delle Marche, il claim che si ascolterà anche nella campagna di comunicazione radiofonica in onda proprio dal giorno di Pasqua sulle più famose trasmissioni di RadioRai. Sono 128 spot in tutto da trenta secondi ognuno- modulati sul susseguirsi delle stagioni-che passeranno in due settimane sulle più ascoltate trasmissioni di RadioUno, RadioDue e RadioTre: abbinati ai radiogiornali e tra le altre sul Ruggito del Coniglio, Caterpillar, Radio anch’io, Radio Social Club. La bella voce di Giancarlo Giannini, dunque, come veicolo di bellezza dei nostri territori: dal mare alla montagna dei Sibillini, le Grotte di Frasassi , l’enogastronomia nell’Anno del Cibo e poi gli itinerari cicloturistici e quelli artistici, fino alla musica di Rossini nell’anno delle celebrazioni in tutto il mondo per il 150° anniversario della morte del cigno di Pesaro. La narrazione proposta nei testi per gli spot radio accosta a una dimensione metaforica un richiamo all’offerta “reale” delle Marche: nello specifico, il racconto fa riferimento a un turismo di tipo esperienziale, dove le attrazioni sono raccontate in relazione al susseguirsi delle stagioni. A primavera i temi raccontati saranno soprattutto la natura, il trekking e il turismo su due ruote, come durante l’estate il protagonista della narrazione sarà principalmente il mare.
Moreno Pieroni, assessore regionale con delega a Cultura e Turismo
«Abbiamo voluto affidare alla voce per eccellenza le eccellenze delle Marche – ha detto l’assessore regionale a Turismo-Cultura, Moreno Pieroni- per raccontarne la bellezza e la diversità attraverso l’indiscutibile capacità narrativa di Giannini. Questa campagna di comunicazione in radio , in onda a Pasqua apre, per così dire ufficialmente, la stagione turistica che tutti ci auguriamo possa segnare risultati sempre più positivi e a cui contribuisce tutto il sistema turistico marchigiano in maniera sempre più coesa. L’intento di rafforzare il brand Marche e incrementare l’appeal della nostra destinazione si arricchisce dunque di azioni promozionali su cui la Regione ha investito molto come strumento di rilancio e sviluppo economico». Il famoso attore e doppiatore ha messo a punto personalmente anche i testi degli spot, limandoli e adattandoli perfettamente alle pause musicali, con la professionalità e il perfezionismo che lo contraddistinguono. E ancora una volta Giancarlo Giannini ha voluto testimoniare che cos’è per lui la bellezza: «Le Marche, straordinaria regione d’Italia, raccontarla nella sua bellezza in 35 spot radiofonici è stata per me un’esperienza vivificante. Viaggiare da una città all’altra, dalle montagne innevate alla costa dell’Adriatico con il suo bellissimo mare blu, le spiagge di finissima sabbia bianca e dorata, i pescatori del posto».
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Nulla da dire su di un GRANDE come Giannini. Lo ascoltavo in un teatro romano – giovanissimo – nella parte di Romeo in “Giulietta e Romeo” di Shakespeare. Però, è possibile che nelle Marche non ci siano attori e produttori adatti a valorizzarci?
Cervellini banali, tragicamente ciechi nel buio dell’ovvio, del superficiale… se le Marche attraggono solo l’uno per cento dei flussi turistici ci sarà un motivo e non è difficile capirlo: che senso ha puntare sulla bellezza e pensare di competere con Venezia, con Roma, con la Sardegna, con il Trentino? E’ nell’horror che le Marche possono vantare un primato insuperabile e l’horror ha un mercato immenso di appassionati. Chi può rivaleggiare con le macerie del nostro terremoto, con l’Hotel House, con il Gus e con le facce dei nostri politici piddini? Sono queste le tipicità da valorizzare, da pubblicizzare…
Pavoni leggendo l’articolo mi venivano in mente le stesse cose che hai scritto e che effettivamente per il territorio maceratese oramai così sputtanato, soltanto puntando sull’horror si poteva cercare di salvare capra e cavoli. Vedevo già partire i tour turistici in un crescendo di orrori partendo dalle rovine spettrali lasciate dal terremoto e da qualcun altro, poi proseguendo il tour attraverso le baraccopoli che chissà per quanti anni rappresenteranno non solo l’orrido ma anche l’orrore di chi ha gestito il terremoto e ha lanciato le basi per future sconcezze a tutti i livelli. Poi, tutti in Via Spalato a Macerata con guida locale a spiegare il perché in una cittadina come Macerata così piccola che tirando una rete ci imprigioni Gus, Amministrazione tutta, spacciatori ben diffusi ed in bella vista nei Parchi cittadini, una volta meta di mamme con bambini, coppiette, qualche isolato cannarolo o un romantico ubriacone che ha qualcosa da dimenticare. Ed ora frequentata da acquirenti con le testa in lento ed inesorabile declino delle funzioni cognitive, in pasto a commercianti ben contenti di avere una piazza così ricca. E poi giù verso il mare dove un nuovo sito di orrore è stato appena scoperto dietro l’Hotel House, palazzone enorme dove si incontrano e si scontrano anche duramente culture africane, asiatiche e con una punta di europeismo che dovrebbe integrarle tutte. E’ da pochi giorni che è stato scoperto ma già ha incuriosito tutti gli amanti del settore, un pozzo con dentro ossa umane a pochi metri da un luogo con un sedici piani senza ascensore, a volte mi sembra anche senza luce dove è impossibile immaginare quello che potrebbe succedere al suo interno quando succede. E qui gli amanti del settore tra le ossa umane ritrovate e fantasticherie varie potrebbero passare ore a disquisire su questo connubio. Però per dirla tutta ,ha meravigliato molto che un sito così importante non sia stato scoperto prima visto l’ambientuccio che non ricorda certo un coro di voci bianche che canti canzoni natalizie. Naturalmente andrebbe evitato dalle guide di parlare dei governanti che stanno qui da noi e qui anche se un po’ più in là, sparsi nelle Marche, per non terrorizzarli troppo, perché anche all’orrore ci deve essere un limite. Se dovesse diventare terrore, alimentandolo anche con le immagini di codesti personaggi potrebbe nuocere gravemente a chi di notte sogna molto e si vedrebbe assalito da questi mostri che noi, abituati a vederli tutti i giorni, ci abbiamo fatto il callo ma che chi li vede per la prima volta, se vicino c’è la presenza di un cardiologo con staff infermieristico al completo, male non sarebbe . Mettendosi d’accordo con una assicurazione che non vada a pesare troppo sul prezzo del biglietto per il servizio appena menzionato, che potrebbe anche prevedere pic nic sulle macerie, pernottamento in baracche appena verranno abbandonate perché una vista del genere quando ti affacci non so quando possa mettere di buon umore e una volta liberati degli appartamenti all’Hotel House al settimo, ottavo piano con tutti gli effetti naturali, pure la Luna attraverso i vetri, l’unica a dare un po’ di luce se non piove a dirotto con il vento che ulula come un lupo abbandonato dalla moglie e fulmini che rendono il panorama più spettrale di un vecchio cimitero abbandonato, diventerebbe veramente la gita della vita, quella che non si potrà più dimenticare. Qualcuno potrebbe obbiettare: Ma perché i paesi limitrofi sono meglio? Risponderei, per il momento qualcosa che non va ci sarà pure, però l’orrore necessario per metterlo nel programma, ancora no.