Da sinistra Filippo Saltamartini e Simone Baldelli, vice presidente della Camera
A destra, la professoressa Gabriela Lampa, consigliere comunale di San Severino
di Leonardo Giorgi
«Le Marche sono state sempre considerate un’isola felice per la sicurezza, dove la sinistra ha perpetrato la giustificazione ideologica del delitto. Difendere i nostri diritti civili e fare militanza politica significa combattere per la nostra libertà». Filippo Saltamartini inaugura così la sede elettorale di Forza Italia in piazza del Popolo a San Severino. Il sindaco di Cingoli è in lista con il partito di Silvio Berlusconi per le prossime elezioni politiche del 4 marzo. Molto affollata la presentazione della campagna di ieri sera, dove Saltamartini ha delineato alcuni dei punti chiave dell’Italia che l’ex senatore e il centro destra hanno in mente. In cima alla lista la tematica della sicurezza, legata al lavoro e all’immigrazione. Un tema caro a Saltamartini, che due anni fa aveva manifestato a questo proposito davanti la prefettura di Macerata (leggi l’articolo). «Prendiamo come esempio il metodo tolleranza zero, portato a New York dal sindaco Rudolph Giuliani. Ci deve essere sempre una punizione certa per chi commette un crimine. Anche chi rompe una vetrina deve essere punito. Negli Stati Uniti, la metà degli Stati, ha la legge dei “tre colpi”, dove chi fa tre reati di qualunque tipo viene condannato all’ergastolo. Questo tipo di giustizia così “violenta” ha portato al quasi azzeramento dei reati. Per questo nel nostro territorio non possono contare le statistiche, pensano che siamo un territorio dove di solito non avvengono fatti gravi. Dobbiamo recuperare quel senso di sicurezza che ci portava una volta a lasciare la chiave sulla toppa della porta». Il problema della legalità, secondo Saltamartini, passa attraverso l’eccesso di flussi migratori verso l’Italia. «C’è bisogno di una lotta senza quartiere verso l’immigrazione clandestina. Nelle carceri poi abbiamo decine di migliaia di stranieri per cui spendiamo fino a 700 euro al giorno. E’ un mondo che non si può giustificare. Va a finire che i discriminati siamo noi italiani».
La preoccupazione di Saltamartini è però legata alla mancanza di lavoro nell’entroterra. «Per la mancanza di produzione nelle parti interne della regione siamo rimasti in quattro gatti e ci chiudono pure gli ospedali. Siamo arrivati al punto in cui abbiamo il dovere categorico di mantenere quella ricchezza e quella libertà che ci ha lasciato i nostri nonni. L’impegno civile nella politica, al di là di un simbolo, è doveroso. E’ una cosa che ho imparato da quando avevo 23 anni, quando mi dicevano di entrare nelle case delle Brigate rosse e di fare attenzione perché c’erano le bombe e potevo tornare a casa con una bella bandiera sopra la bara come tanti miei colleghi». «Ma i marchigiani – conclude Saltamartini – possono affidare il Paese ai comunisti? Solo perché hanno cambiato nome? Portiamo avanti la nostra intelligenza». Durante l’inaugurazione della sede elettorale è passato per un saluto anche il vice presidente della Camera dei deputati, Simone Baldelli, esponente di Fi e primo candidato nel collegio Marche Sud. Contattato telefonicamente, anche Vittorio Sgarbi (ex sindaco di San Severino) ha augurato buona fortuna ai candidati, sottolineando la bellezza e l’importanza della città. Presenti nella nuova sede anche i consiglieri comunali Gabriela Lampa, Silvia Chirielli, Michela Pezzanesi e Jacopo Orlandani.
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Tolleranza zero per i reati.
Un partito il cui leader è pregiudicato, pagava i mafiosi e aveva come bracci destri persone come Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, e Previti, condannato per corrruzione in atti giudiziari, se predica la tolleranza zero per i reati dovrebbe autodistruggersi.