Macerata Estroversa “all’improvviso”, è diventata ormai quasi una serie quella di Andrea Marchiori consigliere comunale di Forza Italia, impegnato a svelare e segnalare attività degne di nota dell’amministrazione cercando tra gli atti urgenti deliberati. Dopo il Natale all’improvviso e l’estate all’improvviso, stavolta il consigliere d’opposizione torna sulla candidatura sfumata a Capitale della cultura (leggi). «Dopo aver commissionato la realizzazione del filmato di presentazione per la finale del concorso in prossimità dell’appuntamento, – scrive Marchiori – l’amministrazione si accorge che manca un pezzetto del cortometraggio e con successiva determina di sabato scorso commissiona qualche altro secondo di video per ulteriori mille euro. Ma è uno scherzo? No è un atto amministrativo. Da qui il noto detto “potevamo vincere la guerra” è diventato “potevamo vincere la Capitale italiana della Cultura”?»
L’atto iniziale prevedeva “l’incarico di confezionare un video che presenti la città e metta in evidenza le ragioni e i punti di forza della candidatura di Macerata a Capitale Italiana della Cultura 2020 che la delegazione del Comune presenterà alla giuria incaricata di assegnare il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020 nella audizione che si terrà a Roma il 5 febbraio”. Incarico è stato affidato alla videomaker Alia Simoncini per il compenso massimo complessivo di 4.000 euro. L’atto successivo integra l’importo di mille euro “considerato che si è ritenuto opportuno commissionare alla predetta Simoncini ulteriore video di promozione della città e della candidatura”.
«Il Comune – prosegue Marchiori – ha commissionato la realizzazione di un cortometraggio “che presenti la città e metta in evidenza le ragioni e i punti di forza della candidatura e che sia di “ausilio della delegazione del Comune durante la audizione dinanzi alla Giuria”. Tra le clausole del contratto stipulato con la ditta Alia Simoncini, professionista del settore, è scritto che “il contratto ha termine finale il 5 febbraio 2018” e che “il pagamento del corrispettivo richiesto è subordinato al gradimento, da parte del committente, del prodotto finale consegnato dalla professionista in tempo utile per la sua trasmissione alla Giuria”. In sostanza un lavoro da eseguire in due giorni lavorativi. Esigenza di estrema urgenza che giustificherebbe il compenso in favore della videomaker, infatti nell’atto amministrativo si legge “tenuto conto del breve tempo a disposizione e della complessità della prestazione da eseguire”. Scaduto il contratto, con una nuova determinazione (n. 184 del 10/2/2018), il Comune conferisce alla stessa videomaker “un ulteriore video di promozione della città e della candidatura” per la cifra di mille euro precisando che “la spesa complessiva di 5.200,00 (nello stesso testo viene prima indicata iva compresa e poi iva esclusa, ndr) derivante dall’adozione del presente atto riveste carattere di necessità ed urgenza”.
Poi il consigliere fa un raffronto con l’amministrazione di Parma, che si è aggiudicata la vittoria: «Aveva impegnato la somma complessiva di 9mila euro per servizi vari connessi alla candidatura (festa di presentazione, convegno, stampa brochure e realizzazione video per presentazione dossier) poi ha richiesto dei preventivi e, per la realizzazione del video ha scelto quello più conveniente al costo di 2.470 euro + iva (3.013,40). Forse si voleva suggestionare la giuria con un video piuttosto che con i contenuti del progetto. Una determinazione questa che mi richiama l’attenzione a quella del 4 ottobre scorso con la quale venne affidato alla cooperativa sociale Meridiana, senza alcuna indagine di mercato, la realizzazione di una carrellata di fotografie della città, per promuovere il turismo al costo di 6.832,00 euro. Ma la questione principale non è senz’altro il fatto di non aver vinto, piuttosto è la visione generale del sistema “cultura”, il modo in cui vengono impegnate le risorse destinate alle varie iniziative e la voglia di far passare tutto come eventi sensazionali: una città in cui ogni evento è presentato come Festival. Una signora cultura che in ogni occasione si specchia e chiede chi è la più bella del reame, non accorgendosi più del popolo che è sazio di immagini e affamato di companatico».
Sotto il video di Alia Simoncini:
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Vorrei proprio vederlo questo video commissionato due giorni prima dell’ evento e costato come l’ iva del primo. Fatecelo vedere.
Domanda: questo è il video:
http://aliasimoncini.com/macerata-capitale-della-cultura-2020/
?
Si Iacobini. È lo stesso che triva in calce all’ articolo, con lunghe sequenze uguali a quelle che si trovano sul sito della filmaker e realuzzate prima per il mof.
@ Marina Santucci
Vuoi farci capire che, dunque, non è nemmeno un filmato totalmente originale?
@Filippo Davoli
Il dubbio, grosso, mi è venuto guardando il video in calce all’articolo e quanto caricato sul sito della film maker. Ci sono inoltre immagini palesemente risalenti, che chiunque le abbia fatte, non le ha fatte dopo aver preso l’incarico, ma ben prima. Diciamo che la Simoncini si è ritrovata l’incarico diretto ed il compito facilitato?
Diciamo così, dai. E inoltre la determna di cui si parla, anch’essa consultabile cliccando sotto l’articolo , non ha la motivazione ( ci si limita a un “ritenuto opportuno”… da chi? e perchè?) e pare scritta apposta per non farci capire nulla: ( iva dovuta? non dovuta? questo è il dilemma….). Infine: il fantomatico secondo video dal costo di 1000 euro,mi piacerebbe molto vederlo e capire come si possa averlo girato, montato e prodotto in 2 giorni.
Visto che i soldi sono dei cittadini e visto che Macerata è notoriamente antifascista, è bene che siano dati i particolari tecnico-economici dell’operazione ‘Macerata Capitale’.
Io non l’ho visto, ma il video è bellissimo.