Lo stabilimento del Cosmari
«Il nuovo piano d’ambito per la gestione dei rifiuti urbani non sembra proprio seguire le linee guida indicate nel Piano regionale che verte a concretizzare una politica della riduzione della produzione dei rifiuti, riciclo e riuso». Sono le parole del presidente Emanuele Acciarresi, presidente dell’associazione Nuova Salvambiente onlus dopo la presentazione, la settimana scorsa, del piano provinciale dei rifiuti. «Nel piano presentato – spiega – due sono i principali progetti presi in considerazione che prevedono un ampliamento dello stabilimento Cosmari. Il primo è un enorme impianto di digestione anaerobica progettato appositamente per trattare non solo la frazione umida della provincia ma anche quella proveniente da altre zone molto meno virtuose e spacciato come la soluzione del problema “cattivi odori” che da sempre ammorba la popolazione residente nei territori limitrofi. Ci verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Il Cosmari, in oltre 20 anni, non è mai stato capace di controllare le puzze scaturite da circa 50.000 tonnellate attualmente lavorate, ci riesce molto difficile credere che lo farà con le 75.000 tonnellate che intende trattare. Se il processo anaerobico, che per definizione si svolge in assenza di aria, non genera cattivi odori, tutto ciò che lo precede (immagazzinamento) e che ne consegue (trattamento del digestato) ha un forte potere impattante per i cattivi odori che potranno solo aumentare. Per non parlare poi del drammatico aumento dei mezzi di trasporto maleodoranti e inquinanti. In aggiunta si è anche ben pensato di chiedere l’autorizzazione del trattamento di rifiuti speciali, genericamente definiti “fanghi”». Il secondo progetto prevede l’adeguamento di impianti esistenti per la produzione di css, combustibile solido secondario. In parole povere i rifiuti indifferenziati verranno grossolanamente lavorati, modificati nell’aspetto e rinominati “combustibile” che per definizione serve ad essere bruciato. «Due proposte altamente inquinanti quindi – continua Acciarresi – che mettono la popolazione in un sempre più forte disagio e preoccupazione. Ma andiamo all’aspetto economico: la ditta Oikos, che ha redatto il documento, sostiene che un digestore anaerobico in grado di soddisfare il fabbisogno provinciale (impianto per 50mila tonnellate all’anno), a conti fatti, costerebbe ogni anno 700mila euro (dei nostri soldi) ma, se il digestore fosse in grado di sopperire anche alle richieste di altre province (impianto per 75 mila t/a), l’azienda Cosmari produrrebbe un disavanzo di circa 600mila euro. Non abbiamo capito bene come e perché. Riassumendo: sono previsti due diverse tipologie di impianti inquinanti, non è indicato nessun progetto finalizzato a diminuire la produzione di rifiuti, il tutto con costi importanti che graverebbero sui cittadini». Da qui l’appello ai sindaci. «Ci sorge spontanea qualche domanda (alla quale auspichiamo possa esserci anche risposta) – conclude il presidente di Nuova Salvambiente – perché mai i sindaci dovrebbero votare un simile documento? Per non doversi forse prendere la briga di affrontare il problema? Oppure perché, come il sindaco Capponi, sono convinti che il css sia un carbone attivo e che se tutti respirassimo il prodotto della sua combustione magari non avremmo più problemi di meteorismo? Invitiamo i signori sindaci a valutare attentamente il nuovo Piano d’Ambito, con scienza e coscienza (informarsi correttamente è doveroso per chi ha un così importante ruolo di responsabilità»
.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati