Piano rifiuti, Zura ai sindaci:
«Solo mezze verità,
la Regione vuole l’incenerimento»

DIBATTITO - Il consigliere ha scritto una lettera ai primi cittadini dopo l'assemblea della settimana scorsa: «La Oikos ha detto che l'unica via è quella di produrre css al Cosmari per poi bruciarlo. Questo andrebbe contro le decisioni del Consiglio»
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Il consigliere regionale della Lega Nord Luigi Zura Puntaroni

 

Incontro sul Piano d’ambito dei rifiuti, il consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni scrive ai sindaci per spiegare la scelta di far produrre combustibile solido secondario al Cosmari, in contrasto con le indicazioni del consiglio regionale. «Fausto Brevi della Oikos Progetti srl, consulente incaricato dall’Ata presieduta da Antonio Pettinari, ha detto ai sindaci del territorio che per la gestione dei rifiuti l’unica scelta possibile è quella già adottata dalla Regione nel Piano regionale: il Cosmari diventerà centro interprovinciale per la produzione di migliaia di tonnellate di rifiuti (Css) da avviare a incenerimento in cementifici e altri impianti industriali», esordisce nella missiva il consigliere regionale. «Ha fatto anche capire che se i sindaci non si adeguano, se pensano di percorre altre strade che non prevedano la produzione di css, la Regione boccerà il Piano d’Ambito», continua il consigliere che racconta di averlo incontrato sia nella terza Commissione consiliare ambiente e lavori pubblici di cui lui stesso fa parte, sia in un incontro privato la scorsa estate. Scrive Zura, ancora su Brevi della Oikos: «Credo che gli incarichi da lui presi a cascata dalla Regione, dal Cosmari e oggi dall’Ata per la consulenza sul Piano regionale d’Ambito dei rifiuti, per così dire, forse “lo avevano distolto dalla retta via”, da considerazioni e analisi più oggettive, più consone al nostro territorio. La sua presenza doveva servire per assicurare che verrà prodotto il css al Cosmari; ma da bruciare dove? In tanti dimenticano che nel piano d’Ambito se css sarà, va obbligatoriamente indicato che destinazione dovrà avere». Il consigliere regionale spiega che Brevi non ha illustrato quale dei due tipi di css possibile, sarà prodotto al Cosmari: «Forse qualche idea ce l’abbiamo. La dovrebbe avere innanzitutto l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, con delega nel settore, ma decisamente inadeguato, tutti gli attori famelici di questa ricca torta si fregano le mani nell’avere un interlocutore di tale spessore – continua Zura – Si fregano le mani gli ultimi proprietari tedeschi del cementificio ex Sacci che annusano un piatto ricchissimo che si sta avvicinando, si frega le mani il sindaco di Castelraimondo Renzo Marinelli, che vede spiragli sempre più larghi per la sua ambizione di una industrializzazione violenta e soffocante di una tranquilla vallata, visione talmente miope da non considerare che fra un ventennio, finita la ricca speculazione, quella vallata avrà un nuovo caso Ilva da risolvere».

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Un inceneritore

Zura prosegue nel denunciare l’assenza dell’Arpam, oggetto di esposti: «L’aspetto più vergognoso è che con un rimpallo di competenze, ricorsi al Tar dell’ultim’ora, con il “coraggio da leone” dimostrato dal funzionario regionale che messo alle strette – prosegue la lettera – se ne è lavato le mani passando la decisione di una questione così importante al microscopico Suap locale. Con tutto ciò si è creato un meccanismo perverso che tiene in vita l’autorizzazione del cementificio ex Sacci, formalmente scaduta il 10 aprile 2017». Zura poi ricorda che con la mozione del primo dicembre 2015 il consiglio regionale si era espresso a favore dello scenario di recupero di materia per i rifiuti e non per il css. Conclude Zura: «Infine, il consiglio regionale ribadisce ulteriormente tutti questi concetti nella risoluzione 33/2017 del 31 gennaio 2017 dove si impegna il presidente Luca Ceriscioli e tutta la giunta regionale “a promuovere la realizzazione di nuova impiantistica tecnologicamente avanzata finalizzata a privilegiare il recupero di materia al fine di rendere antieconomica la realizzazione di un impianto di trattamento termico nel territorio regionale fino ad una auspicabile eliminazione di forme di combustione dei rifiuti e di prodotti a loro assimilabili da parte dell’Unione europea”. Brevi ha raccontato ai sindaci mezze verità, contro le decisioni del consiglio regionale».



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