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L’allarme di Salva Salute:
«Si va verso l’incenerimento»

CASTELRAIMONDO - Il comitato ambientalista ritiene che dopo la discussione sul piano rifiuti in Provincia sia ancora aperta la strada per l'impianto nella Sacci

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Un inceneritore

 

Allarme inceneritore in provincia, in una nota il comitato Salvasalute di Castelraimondo, torna a puntare il dito contro quanto accaduto nei giorni scorsi in Provincia, durante la discussione del piano rifiuti. «Come se non fosse successo niente. Come se gli studi epidemiologici dell’Istituto superiore di sanità, dell’Arpam e dell’Ars, che certificano l’eccessivo numero di ospedalizzazioni e morti per tumori e patologie collegate all’incenerimento nell’area interessata dalle ricadute del cementificio di Castelraimondo, non ci fossero mai stati – si legge nella nota stampa -, come se il Tar non avesse ridotto a brandelli l’autorizzazione ambientale concessa alla Sacci per bruciare immondizia. Per la Regione, la Provincia, per il signor Capponi, e per il suo collega Marinelli, va tutto bene e si può bruciare».

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Il cementificio Sacci

Per il Comitato Salvasalute «Martedì scorso in Provincia di Macerata è andato in scena il secondo atto della recita “Incenerimento nelle Marche”. La Regione ha gettato la maschera mostrando il volto di Fausto Brevi, della società Oikos Progetti, consulente dell’Ata presieduta da Antonio Pettinari, del Cosmari e della stessa Regione, per la redazione del piano di gestione dei rifiuti, regionale e provinciale – si afferma nel comunicato -. Secondo Brevi chi si oppone all’incenerimento dei rifiuti “va fuori tema”. Questo si sono sentiti rispondere i sindaci presenti che hanno sollevato dubbi sull’opportunità di orientare l’impiantistica provinciale alla produzione di combustibile da rifiuti indifferenziati (Css), da incenerire in cementerie e altri impianti industriali».

Salvasalute ricorda che con il piano regionale di gestione rifiuti, approvato nel 2015 durante l’amministrazione Spacca, scritto da Fausto Brevi, si è scelto di produrre Css. I componenti del comitato prendono ad esame quanto detto dal sindaco di Treia: «Nobel 2018 per l’immondizia al sindaco di Treia, Franco Capponi, che sui giornali ha affermato che il Css è un “carbone attivo”. Pertanto, scopriamo dall’ex presidente del Cosmari, quindi uno che se ne intende (o che, per lo meno, dovrebbe), che bruciare rifiuti purifica l’aria. Buono a sapersi, soprattutto per chi vive vicino a cementerie ed inceneritori; possono stare tranquilli e respirare a pieni polmoni. Il campione dell’incenerimento ha anche affermato che il Css è un prodotto ipercontrollato, ma sui controlli abbiamo già dato».

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La riunione dell’Ato 3

Il comitato ricorda i vari passaggi dell’indagine ambientale, per verificare l’impatto sull’ambiente del cementificio di Castelraimondo: «L’indagine ambientale eseguita dall’Arpam, fortemente voluta dal presidente della Provincia Pettinari e costata ai cittadini ben 60 mila euro che garantiva che l’ambiente intorno al cementificio di Castelraimondo non lo trovi nemmeno sulle Dolomiti, è stata massacrata dalla Consulenze ambientali Spa e da Accredia, come abbiamo già avuto modo di sottolineare nel corso del 2017».

Per Salvasalute l’autorizzazione ambientale della Sacci è ancora in essere: «Il primo atto della oramai annosa commedia del Css, invece, è andato in scena un anno fa, quando alla conferenza dei servizi tenutasi presso la Regione Marche, per discutere del riesame dell’autorizzazione ambientale fatta a brandelli dal Tar, a parole tutti gli enti sembravano fare pressione sulla Sacci: “O presentate un piano industriale o chiudete e bonificate l’area, non c’è un terza via”, questa la sintesi dell’assessore Angelo Sciapichetti. La Sacci avrebbe dovuto, pertanto, adempiere alle prescrizioni impartite dall’inflessibile Regione Marche entro il mese di aprile 2017, pena la decadenza dell’autorizzazione. Come tutti sappiamo, la Sacci non ha adempiuto e l’autorizzazione è ancora in piedi».

I componenti del comitato denunciano poi quello che a loro parere è una trovata per evitare di bocciare l’autorizzazione ambientale: «Ad un anno di distanza, ritenendo di aver recitato bene la propria parte di ente intransigente, la Regione Marche, in perfetto accordo con il sindaco di Castelraimondo, Renzo Marinelli, ha partorito una bella furbata: nonostante il totale inadempimento della Sacci, anziché procedere direttamente alla revoca dell’autorizzazione ambientale e mascherandosi dietro un infondato parere del proprio ufficio legale, ha invitato il Comune di Castelraimondo a convocare una conferenza dei servizi, l’ennesima, per poter procedere alla revoca dell’autorizzazione (almeno così scriveva). In realtà, questa decisione ha consentito al sindaco Marinelli di impugnare il provvedimento al Tar, rimandando il tutto di altri anni».

ato-3-rifiuti-provincia-3-325x244L’interesse delle amministrazioni è secondo Salvasalute, quello di mantenere in piedi l’autorizzazione ambientale: «Al sindaco di Castelraimondo interessa mantenere in vita l’autorizzazione ambientale e pertanto, anziché convocare la conferenza di servizi, come richiestogli dalla Regione, utilizza i soldi pubblici per propone un costoso ricorso al Tar al fine dirimere un problema di cruciale importanza: convocare la conferenza dei servizi, tocca a me o tocca alla Regione? Marinelli è uno preciso e su questi aspetti non transige».

La nota stampa si conclude sugli ultimi sviluppi: «I nuovi padroni della Sacci hanno dichiarato che non saranno in grado di chiarire il futuro dello stabilimento di Castelraimondo per almeno un paio di anni e Marinelli e la Regione hanno trovato il modo di guadagnare tempo, tanto tempo. Cari cittadini, abbiate pazienza e state tranquilli, a Castelraimondo si incenerirà; aspettiamo la decisione dei proprietari tedeschi a polmoni aperti. Il Comitato Salva Salute di Castelraimondo si mette a disposizione di tutti quei sindaci che hanno dimostrato di avere a cuore la salute dei propri cittadini».

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