In occasione dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018, Cronache Maceratesi propone una serie di interviste a giovani di Macerata e provincia saliti alla notorietà nel mondo delle arti o che si stanno affermando professionalmente nei diversi settori artistici. Elena Giustozzi è la protagonista della quinta puntata.
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di Alessandro Feliziani
Per il mondo dell’arte l’anno da poco terminato si è chiuso in Italia con due interessanti novità: il record di visitatori nei musei (oltre 50 milioni di biglietti venduti) e l’allestimento per la prima volta assoluta di una mostra di arte contemporanea all’interno del palazzo del Quirinale. Due eventi importanti e di buon auspicio per l’intero settore della cultura e per molti artisti impegnati nella ricerca di innovativi percorsi espressivi, come la maceratese Elena Giustozzi, che proprio a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno ha ricevuto l’invito ad esporre le sue opere in due sedi prestigiose, una in Italia e l’altra addirittura in Sud Africa. Le sue numerose partecipazioni a mostre collettive e premi d’arte (tra cui CBM Art Prize alla Gallery Art Salon di Praga e Premio Combat al Museo civico “Fattori” di Livorno) le hanno permesso di essere subito notata negli ambienti artistici, ricevendo segnalazioni e premi. Tra questi anche il prestigioso “Premio Business for Art” al Premio Arte Laguna di Venezia. I riconoscimenti e la buona accoglienza da parte della critica le hanno aperto le porte per diverse mostre personali, nelle Marche, a Roma, a Brescia. Ora la giovane artista maceratese, nativa di Civitanova Marche, è attesa tra gennaio e febbraio a due appuntamenti di particolare importanza per la sua carriera.
Un inizio d’anno, quindi, professionalmente impegnativo per lei?
Impegnativo si, ma anche ricco di soddisfazioni. Sabato 20 gennaio esporrò con una mostra personale alla galleria Lavì! City di Bologna che rimarrà aperta fino a tutto il periodo di Arte Fiera, manifestazione che da molti anni costituisce un punto di riferimento per l’arte italiana ed internazionale, con appuntamenti ed eventi e dislocati per tutta la città. In questo periodo il contesto bolognese rappresenta pertanto un’importante opportunità di confronto per far conoscere il mio lavoro e raccogliere contatti.
Il suo impegno successivo all’appuntamento di Bologna la porterà, infatti, proprio all’estero. Di cosa si tratta?
Nei mesi di febbraio e marzo sarò a Città del Capo per il progetto ARP- Art Residency Project. Si tratta di un programma di scambio di residenze tra Italia e Sudafrica che offre a giovani artisti attivi nelle arti visive un periodo di sei settimane di residenza a Roma o a Cape Town durante la quale realizzare un progetto di lavoro finalizzato ad una mostra. Lo scambio culturale è promosso dal Centro Luigi Di Sarro di Roma, dalla Everard Read/CIRCA Gallery di Cape Town e dal MAECI, Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Io esporrò prima alla fiera di Cape Town e poi, sviluppato e realizzato il progetto di mostra, alla Everard Read/CIRCA Gallery sempre a Cape Town.
Qual è stato il percorso della sua formazione?
Dopo la maturità scientifica mi sono iscritta all’Accademia di Belle Arti di Macerata dove ho conseguito il diploma quadriennale in Decorazione e successivamente quello specialistico in Pittura. Il mio rapporto con l’Accademia non è però finito, perché da alcuni anni affianco la docente Marina Mentoni come cultore della materia di Tecniche pittoriche, Tecniche e tecnologie delle arti visive contemporanee e Laboratorio di tecniche e tecnologie per la pittura.
Dell’anno ormai alle spalle cosa porta con sé?
È stato un anno molto ricco di occasioni ed eventi. Ho avuto l’opportunità di collaborare con i docenti Marina Mentoni e Paolo Gobbi alla cura del workshop SARNANOSCAPE6 – PER UNA NUOVA FIORITURA che, in seguito agli eventi sismici del 2016, ha coinvolto gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Macerata a ragionare sui temi della ferita e del frammento, invitandoli a realizzare tramite la tecnica dell’affresco una suggestiva opera corale che ritrae i fiori spontanei dei Monti Sibillini. A giugno, in occasione di SIMILITUDINI, un percorso stagionale di poesia ed arti, ho esposto alla Biblioteca Planettiana di Jesi. A settembre sono stata selezionata tra i finalisti del Premio Nocivelli di Brescia e, sempre nello stesso periodo sono stata invitata a partecipare ad una mostra collettiva a Venezia inclusa nel circuito della biennale-off della 57° biennale d’arte di Venezia. Infine il 2017 mi ha regalato la soddisfazione di aver visto un mio progetto selezionato per il premio ARP – Art Residecy Project 2018 in Sud Africa, di cui ho già detto.
Che ricordo ha della sua prima mostra personale?
Frequentavo ancora l’Accademia ed ero stata invitata ad esporre alcuni miei lavori in questo intimo e magico spazio a Monterubbiano, il Teatro Il Vicolo, in occasione di un concerto organizzato dalla fondazione “Diversoinverso”. Avevo portato pochi pezzi perché lo spazio era piccolo, ma sarà stata la musica o il luogo suggestivo, che ancora ripenso con affetto a questa esperienza.
Altre mostre che ricorda in maniera particolare?
Non c’è una mostra o un evento che ricordo in maniera particolare, ogni volta è diverso e ognuno meriterebbe un piccolo racconto. Più in generale posso dire che nelle mostre collettive associate ai premi o ai concorsi d’arte c’è la soddisfazione di essere stati selezionati e di poter partecipare all’esposizione finale. Che questo poi, quando si tratta di premi prestigiosi, è di per sé un premio.
Le “personali”, ovviamente, danno una soddisfazione ancora maggiore…
Le mostre personali chiaramente ti regalano altre esperienze, se da una parte c’è la soddisfazione di avere un palcoscenico tutto per sé dall’altra ci sono le difficoltà dell’organizzazione che richiedono un impegno e una dedizione decisamente maggiori. In entrambi i casi però questi eventi innescano spesso rapporti di collaborazione e amicizie che durano nel tempo. Penso alla bellissima collaborazione con la Galleria Marconi di Cupra Marittima con la quale ho fatto molte mostre, collettive e personali, così come ai galleristi di Spazio Laví! (sede di Sarnano) e Lavì! City (sede di Bologna).
Artisticamente come nascono i suoi progetti, le sue opere e quali tecniche espressive predilige?
Per lungo tempo i miei progetti hanno avuto come punto di partenza le vecchie foto della mia famiglia. Mi interessava ragionare sul concetto di appartenenza e la famiglia con i suoi legami, le sue connessioni e le sue eredità è il primo esempio di vicinanza/appartenenza che sperimentiamo. Nel progetto “Le mie famiglie” la foto stessa era il soggetto tanto che i miei dipinti la riproducevano interamente, includendo nella rappresentazione bordi e ammaccature della vecchia foto. In “Dislocazioni” invece il soggetto viene frammentato, scomposto e poi ricomposto in grandi tele per restituire, attraverso una grande installazione, una nuova effige della famiglia.
Guardando queste sue opere monocromatiche sul tema della famiglia quasi si stenta a comprendere la differenza tra la foto e la pittura, tanto che la professoressa Paola Ballesi recentemente ha scritto che lei “sfida la fotografia sul suo stesso terreno”.
Non parlerei tanto di sfida. La mia è piuttosto una collaborazione. Le foto, che siano quelle di famiglia che ho ricercato e raccolto o, più recentemente, quelle delle mie passeggiate, servono a fermare nella memoria degli spunti, delle sensazioni che poi la pittura, nell’esecuzione, lenta e minuziosa, rielabora e ripropone.
Come vede il futuro dell’arte contemporanea?
Non so fare previsioni sul futuro del mondo dell’arte. Oggi più che mai l’artista subisce la precarietà e l’incertezza della società contemporanea e per rappresentare il mondo, e vivere nel mondo, dovrà non solo intuirne i cambiamenti repentini, ma anche assecondarne i mutamenti sincronizzandosi con la sua velocità in continua tensione tra l’essere osservatore esterno e il giocatore attivo.
Quando non è impegnata con la pittura o a progettare i suoi lavori, come trascorre il tempo libero?
Amo il cinema e le serie tv in particolare, probabilmente perché mi rassicurano le lunghe storie che sembra non finiscano mai. Mi piace leggere, generalmente romanzi; in particolare amo molto la letteratura russa, che per un lungo periodo mi ha raccontato e descritto luoghi e paesaggi che ancora quasi certamente porto con me nei miei lavori. Ascolto la musica e seguo assiduamente alcuni programmi alla radio. La radio poi mi fa spesso compagnia mentre dipingo e interrompendo la solitudine della pittura mi racconta di storie, eventi e persone, riportandomi un po’ nel mondo di tutti i giorni. Poi pratico yoga da qualche anno e amo molto passeggiare.
Progetti e sogni per il futuro?
Una cosa alla volta. Adesso c’è Bologna e subito dopo ci sarà il Sud Africa. Finito questo progetto, perché no, magari mi tengo pronta per un altro viaggio!
https://www.elenagiustozzi.com
Io la conosco!
bravaaaa
Brava, anche se non ti conosco, brava e buona fortuna
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