Che sia colpa dei centri commerciali, del freddo, delle pedonalizzazione o addirittura del cambio di abitudini dovute all’uso smodato di internet e dei social? Difficile dirlo, forse è un insieme di cause, la maggior parte delle quali comunque persistono da anni. Fatto sta che il centro storico di Macerata sta vivendo una lenta agonia. Lo abbiamo testimoniato nei giorni prima di Natale, quando in giro c’erano veramente poche persone (leggi l’articolo). E anche se la situazione è migliorata con l’avvicinarsi delle feste, il problema resta. A farlo notare non sono solo commercianti e cittadini, ma anche il Pd, cioè la forza di maggioranza che guida la città. Lo ha detto il segretario Stefano Di Pietro, lo ha ribadito il suo predecessore Paolo Micozzi (leggi l’articolo). «Il centro sembra in sofferenza», il pensiero comune. E quindi occorre dialogare, trovare nuove proposte, cambiare laddove necessario. Ora sull’argomento interviene anche Italia nostra, che promuove la pedonalizzazione, ma non come fine, piuttosto come «mezzo per giungere alla costruzione di una comunità».
«Da qualche giorno è ripartita la discussione sull’opportunità dell’isola pedonale che, faticosamente, si sta costruendo nel centro storico di Macerata: nonostante le festività e l’effettiva opportunità per quel po’ di tempo libero in più di cui si può disporre, il centro storico sembrerebbe incapace di attrarre persone rimanendo poco frequentato se non, addirittura, a tratti, completamente deserto. Post sui social, con foto e condanne di fallimento annesse si susseguono copiosamente, come se un’istantanea personale scattata da un punto particolare ad un orario particolare potesse raccontare compiutamente un organismo complesso quale è il centro storico di una città. Povera Macerata, come la stanno riducendo!… Insomma, si è riaccesa l’attenzione sul nostro centro storico e vorremmo cogliere l’occasione e l’atmosfera forse propizia per lanciare un nuovo spunto e ampliare il dibattito sulla pedonalizzazione del centro storico, un progetto che riteniamo completamente condivisibile e a cui proviamo a dare il nostro piccolissimo contributo. Da molte parti si rileva il fatto che lo spazio pubblico è oramai diventato esclusivamente uno spazio del consumo. Alcuni esempi a sostegno di questa affermazione. Un bando regionale di qualche anno fa per la riqualificazione dei centri storici marchigiani si intitolava: centro storico, centro commerciale naturale. Le gallerie climatizzate dei centri commerciali sembrano essere gli unici spazi pubblici che funzionano e, in fondo, anche i commenti dei post summenzionati parlano di strade vuote del centro e negozi che non vendono. Sembrerebbe che la comunità in cui viviamo e di cui facciamo parte non riesca a vedere lo spazio pubblico se non in termini di spazio espositivo, di luogo dove consumare qualcosa, sia esso un pezzo di pizza o un evento culturale, un concerto…
Ma non è stato sempre così, e non bisogna andare troppo lontano nel tempo: è vivida nella memoria di chi scrive l’immagine dei sabati pomeriggio di meno di trent’anni fa in corso Della Repubblica, con migliaia di ragazzi (e non solo) che erano lì “esclusivamente” per vedersi e stare insieme. Magari una volta ci si comprava una camicia, un’altra volta un blue jeans, un gelato o un’aranciata, ma il motivo era sempre quello: si andava in piazza perché era lì che ci si vedeva e ci si incontrava. Il consumo era insomma presente, ma rappresentava un ingrediente, tra i tanti, del vivere insieme. Poi, come sempre accade, pian piano, le cose son cambiate. Sono stati costruiti i centri commerciali. I cinema multiplex. Sono arrivati i telefonini. Internet. I siti social e, in centro storico, se non occasionalmente, sempre meno persone. Oggi, con questo fluire delle cose che, agli occhi di molti, appare quasi naturale e, in quanto tale, inevitabile, si presenta un’anomalia, una rottura di questa evoluzione, rappresentata proprio dall’isola pedonale. Una rottura che, per qualcuno potrebbe essere un anacronismo, ma che, comunque, ci interroga come comunità: cosa è che ci tiene insieme? Lo spazio pubblico che una volta si riempiva riconoscendosi come un tutt’uno, ora che lo abbiamo liberato dalle auto, come lo riempiamo di nuovo? Solamente come luogo di passaggio per andare a comprare qualcosa? Non riusciamo a trovare nessun altro motivo? La contrarietà che in questi giorni sta riuscendo fuori risiede forse anche in una momentanea mancanza di risposte a quei quesiti. Diverse associazioni cittadine, da qualche tempo, stanno proponendo le proprie risposte di appropriazione dello spazio pubblico, senza nostalgie, cogliendo dal passato gli spunti da riaggiornare nel presente. Pensiamo, tra le varie, al gruppo Spiazzati con i suoi eventi di utilizzazione degli spazi urbani del centro, o ai gruppi di nordic walking che organizzano frequentate camminate nel verde o in città, ma anche alla scuola popolare di filosofia con la sua proposta di agorà o il gruppo di acquisto solidale in cui l’acquisto diventa un atto di condivisione. Questa ricerca di risposte credibili a domande decisamente impegnative sul nostro essere comunità avviata dalle varie associazioni, ma a cui ognuno di noi, in qualsiasi forma, dovrebbe dare un contributo, richiede, per il suo ruolo, una presenza forte dell’amministrazione comunale, e che si metta in comunicazione con tutti i soggetti, attivamente e in trasparenza, in maniera che i singoli contributi si trasformino da eventi sporadici (in qualche modo oggetti di consumo loro stessi) in prassi quotidiana. L’istituzione dell’isola pedonale non deve essere vista quindi come un fine (e alcuni suoi sostenitori commettono questo errore), ma come mezzo per giungere alla costruzione di una comunità maggiormente coesa e articolata, capace di cogliere e di affrontare le complessità dell’epoca che stiamo vivendo. Essa rappresenta, nel suo piccolo, una sfida reale che ci investe tutti, come cittadini. Se la si perdesse, non sarebbe una sconfitta per questa o quell’altra amministrazione ma il segno della nostra debolezza come comunità».
In centro sembra finalmente Natale, «ma ora serve riaprire un dialogo sulla Ztl»
«Eventi no stop e parcheggi gratis», rush finale per il Natale maceratese
È molto triste vedere il nostro centro storico così vuoto. Però è anche vero che tuttele volte che c'è stato un evento importante la gente è sempre accorsa in massa.
Ma i commercianti di Corso Cavour aspettano ancora da mesi la risposta dell'assessore Iesari in merito alla richiesta di parcheggio gratuito di sabato e durante le festività e sosta breve sul lato destro (come in Corso Cairoli avviene ormai per prassi).......neanche una risposta!!! Da noi è IMPOSSIBILE quello che in altre piccole cittadine in provincia avviene già!!
i "salotti buoni" si sono svuotati del ceto medio in declino....
I problemi del centro storico li abbiamo capiti tutti tranne le persone che ci amministrano per loro tutto bene quindi noi di cosa ci dobbiamo preoccupare? :-) :-) :-) :-) :-) :-)
Le pedonalizzazioni con chiusure al traffico varie sono sempre sbagliate. Funzionano in grandi città come Roba e Firenze, ma non in piccoli centri dove la gente per il disagio dei parcheggi, preferisce andare in altre località. Però i governi di sinistra continuano ad insistere !!!
Gli anni scorsi l'organizzazione intorno al tema del Natale ha molto valorizzato il centro storico....probabilmente quest'anno , come sostengono in più, si è prestata più attenzione alla notte dell'opera ( gira già il programma estivo! ) ... Basta poco per valorizzare una città che già di per se' profuma di "buono", ad esempio qualche evento(totalmente assente) in aggiunta ad un'atmosfera più calda( ghirlande,fiocchi, babbi natale per le vie della città, intrattenimenti musicali( es. il coro dell'UniMc) , programmi per adulti e piccini in modo che le famiglie scelgano il centro e non l'ambiente chiuso e sterile di stimoli propri di un C.Commerciale ...ecc...
E che è i commercianti di Camerino hanno la zona rossa allora....
Prima fanno danni poi ci ripensano! Forse volevano vedere i risultati con i loro occhi ...
Ci sono esempi di pedonalizzazione molto ben riusciti. Però ci vuole dietro un progetto ben fatto e un'idea di come si debba svolgere un giro ideale della città. Una città con macchine ovunque non è vivibile.
Ma che senso avrebbe andare in giro per il centro se ci sono partendo dai cancelli...circa 57 attività commerciali (bar pizzerie gelaterie crescerie piadinerie) nulla di abbigliamento per giovani...due per bambini...tre o quattro per donna comunque con prezzi alti senza trascurare pizzicagnoli fruttivendoli...ottici...parrucchieri/barbieri
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Sarà un rush finale, ma quando? Sto qui in piazza sotto l’orologio di plastica dove è stato fissato il palo d’arrivo con tanto di apparato fotagrafico se tante volte ci dovrebbe essere un arrivo molto serrato e solo l’ausilio della foto potrà districare l’ordine di arrivo. Comincia a far freddo e Carancini comincia a biascicare qualcosa sui santores di banderas, riflessi artistici, che #sotto l’albero non c’è nessuno e che manderà, non si capisce bene se in Sardegna o in Siberia quello che alle due di notte ha allarmato tutta la città con un post su facebooK. Il cameriere sta portando per la ventesima volta una sostanza color tè che il sindaco sta trangugiando da un po’ di tempo. Deve essere qualcosa contro il freddo anche se ogni volta diventa sempre più rosso e irrequieto e questa frenesia non me la spiego. Naturalmente non è da solo anche se si è presentato solo un assessore a fargli compagnia. Non dico il nome sennò sembrerebbe sempre che ce l’ho con lui che non mi ha fatto niente, a me, agli altri non lo so. Di certo posso dire che la sua presenza più che l’amore per le corse è dovuta al fatto che se oggi si presentava a consegnar casette chissà se il suo solito amplomb sarebbe bastato a calmare gli animi. Ohh, io c’ho freddo, vado al ParkSì e me ne torno a casa. Ah, Carancini mi presti cinque euro per pagare il parcheggio anche se oggi dovrebbe essere gratis o era ieri?
Vent’anni fa’ il Centro ” pullava” di persone, e si poteva fare le ” vasche”, ora e’ un mortorio.