Il regalo di Papa Francesco per Peppina
Per il giorno del suo 95esimo compleanno Peppina ha ricevuto un dono inaspettato: un quadro di Papa Francesco firmato dallo stesso pontefice che la invita a lasciare il container per tornare a vivere dalla figlia. Una sorpresa che ha fatto commuovere Giuseppa Fattori, la terremotata di San Martino di Fiastra che aspetta nel container che il Parlamento approvi la norma che le permetta di rientrare nella casa di legno ancora sotto sequestro perché abusiva. Oggi l’anziana ha spento le candeline insieme ai familiari e a ben 70 persone arrivate da diverse parti d’Italia per un pranzo a sorpresa organizzato nel ristorante dei fratelli Polverini a Fiastra. A darle la torta (un dolce alla ricotta e ai mirtilli fatto in Toscana), Filippo Fontana, capogruppo dell’associazione Ridere per ricominciare, che per ben nove volte è venuto a trovare l’anziana a San Martino di Fiastra. «Ho conosciuto la sua storia in televisione e mi sono affezionato a lei, visto che chi dovrebbe fare non fa e lei è costretta a stare nel container, abbiamo voluto regalarle questa festa – ha detto Fontana – torneremo per un’altra festa quando lei rientrerà nella casetta».
Buon compleanno Peppina, in tanti per festeggiarla «Nuova legge sulle casette? Speriamo»
auguriiii
Grande Sagittario AUGURIIIIIIIIIIIII
Auguri
Auguri
auguri Signora
Auguri!
Auguriiiii
Auguroniiii
Porella, usata per far passare un abuso edilizio
Tanti tanti auguri! Le malelingue la rendano più forte!
Augurissimi!!!!!!
Augurissimi!!!!!
Che tenerezza di questa signora Peppina
Non capisco il motivo per cui si è scomodato il Papa!!!
Buon compleanno Peppina !!!!
Auguroni...
❤️
Augurissimi Peppina e tanta felicità !!!
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Cri sto è venuto per superare la Legge, Bergoglio è venuto per riportarla indietro…
Quello scisma che già era nell’aria adesso sembra proprio inevitabile.
sto gesuita avrebbe consigliato a san Francesco di non spogliarsi nudo perché non è normalle…
Scherzo da preti.
Si vegli, potrebbe mandare le guardie svizzere a sfrattare Peppina.
Di preghiere ne avrà certamente bisogno, visto che si tratta di una missione costellata di insidie diplomatiche e tensioni, queste ultime aggravate anche da alcune imprudenze papali, come i recenti appelli sul genocidio dei Rohingya, il popolo senza patria, minoranza musulmana perseguitata dal governo militare, attualmente rifugiata nel vicino Bangladesh. I vescovi del Myanmar e il cardinale Charles Maung Bo si erano trovati spiazzati tra l’incudine e il martello e hanno dovuto mediare. Il fatto è che la parola Rohingya per il governo è una provocazione, meglio usare l’espressione di «minoranza musulmana del Rakhine» ha spiegato il primo cardinale birmano che ha fatto di tutto per fare inserire un incontro tra il Papa e il capo dell’esercito, il generale Min Aung Hlaing, responsabile delle azioni militari contro le popolazioni perseguitate. Bo ha anche fatto inserire nell’agenda del Papa un colloquio i rappresentanti delle minoranze religiose, tra cui i Karen, cristiani, anch’essi perseguitati ma sui quali Papa Bergoglio finora ha evitato di soffermarsi.
Anche i Karen solo Salvini può salvarli.