La vicenda un po’ misteriosa
di un farmaco contro i tumori

RUBRICHE - Quanto costa? Forse troppo, ma soprattutto nel Maceratese. Come mai? Un’inchiesta giornalistica dell’avvocato Bommarito getta qualche ombra sulla nostra pubblica sanità

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Il titolo dell’inchiesta dell’avvocato Giuseppe Bommarito uscita su Cronache Maceratesi lo scorso 14 ottobre

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di Giancarlo Liuti

Fra gli innumerevoli problemi che fanno male alla nostra salute ce ne sono alcuni rimasti senza soluzione per lunghissimo tempo. Ma negli ultimi anni le pratiche diagnostiche e terapeutiche hanno compiuto così grandi progressi che oggi per nessuno di tali problemi, nemmeno per i più gravi, è esclusa la possibilità, se non di eliminarlo del tutto, almeno di ridurne la durata e le sofferenze. Il che, se si pensa alla qualità della vita di chi purtroppo ne deve portare il peso, non è affatto poco.
Ma per ottenere tale risultato non bastano le buone intenzioni. Nei casi più complicati è invece indispensabile l’intervento di persone consapevoli che il problema si collega a vari aspetti della società e coinvolge varie istituzioni, vari enti, vari soggetti e varie competenze, oltretutto guardandosi bene da interessi privati di segno opposto che non mancano mai nella giungla della pubblica sanità.
E stavolta occupiamoci di un caso assai significativo di quanto s’è appena detto, ossia del “Radiofarmaco 18F-FDG”, un prodotto utile nella terapia dei tumori maligni. E non sto qui ad annoiare i lettori dilungandomi – del resto non ne sarei capace – sul perché e sul come funziona. Mi basta dire, e non è poco, che esso affronta con una certa efficacia un male fra i più gravi e per nostra disgrazia non fra i più rari. Come trovare tale radiofarmaco? Nelle Marche se ne occupano le cosiddette “Aree Vaste” con le loro strutture sanitarie rivolgendosi, per acquistarlo pagandone il prezzo, a una multinazionale americana che nella nostra provincia è rappresentata da una ditta “partecipata” da enti pubblici e soggetti privati.
E qui bisogna fare un salto nell’insondabile universo della burocrazia – o meglio: degli appetiti suscitati dalla burocrazia – e la questione si complica. Solo una cosa sono riuscito a capire, cioè che il prezzo pagato nel Maceratese per quel radiofarmaco è circa il doppio di quanto lo si paga in Italia e pure nelle Marche, per esempio nell’Ascolano. Come mai? C’è forse qualcuno che da noi ci specula sopra? Non oso neanche pensarlo. E comunque è un mistero.
Ora cambio discorso e passo a qualcosa che facilita il rapporto fra le persone e le questioni che le riguardano, ossia l’informazione, fondamentale, oggigiorno, per darsi una regolata nelle mille faccende che bisogna conoscere almeno di striscio, fra le quali, appunto, anche il mercato del “Radiofarmaco 18F-FDG”. Ho detto informazione, cioè giornalismo. Ed entra in campo l’avvocato Giuseppe Bommarito, che per professione si occupa di questioni forensi ma possiede una spiccata inclinazione per il giornalismo d’inchiesta, senza trarne, intendiamoci, alcun vantaggio personale ma all’unico scopo di dare una mano al prossimo suo. Ed è stato proprio Bommarito ad accorgersi di questa “storiaccia” – lui la chiama così – e a farcela sapere, definendola con la parola “scandalosa”. E che significa “scandalo”? Significa turbamento della sensibilità morale di tutti – o quasi tutti – i componenti di una società civile come dovrebbe essere la nostra. E il costo, da noi, di quel radiofarmaco sarebbe, per l’appunto, “scandaloso”. Tutto qui.

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